Centoventi corridori iniziano oggi la dura fatica di 4355 Km. nel «Tour»

Centoventi corridori iniziano oggi la dura fatica di 4355 Km. nel «Tour» Stamane il via da Mulhouse per giungere al traguardo di Metz Centoventi corridori iniziano oggi la dura fatica di 4355 Km. nel «Tour» Dieci tappe difficili prima di arrivare ai Pirenei - Dopo i colli famosi una diversione sull'Alvernia dove i concorrenti affronteranno la massacrante cronoscalata del Puy de Dome - Le Alpi, col Galibier, l'Iseran, il Piccolo e Gran San Bernardo per avviarsi verso la conclusione a Parigi - Ieri le operazioni di punzonatura (Dal nostro inviatr speciale) Mulhouse, 24 giugno. Oli organizzatori del Giro di Francia, da qualche anno, tu trovano a lottare con la concorrenza del Giro d'Italia, che, indiscutibilmente, prende quota in una ricerca continua e spesso efficace di novità che riescano ad adeguare una prova a tappe alle esigenza ed ai gusti del pubblico moderilo. Gli organizzatori del «Towr» non hanno seguito l'esempio dei loro coìleghi d'oltr'Alpe: tanto gli italiani puntano sull'imprevisto, tantu i francesi continuano sui binari della tradizione, validamente sostenuti, del resto, dal successo che la corsa continua ad avere sulla gran massa degli appassionati. Perché dunque cambiare, se va bene cosìf Perché rischiare delle novità, se il pubblico si entusiasma in un fanatismo per la bicicletta che ormai in Italia rappresenta semplicemente lo svanito ricordo di tempi passati* Il a Tour» del '59 ricalca fedelmente le vecchie edizioni: 22 tappe con due giorni di riposo; un inizio in pianura; poi i Pirenei, quindi un tratto centrale costellato di difficoltà; infine le Alpi, a decidere della contesa I respoiisabili, se mai, hanno semplicemente badato ad accrescere l'asprezza della gara, I personaggi di rilievo sono ormai ridotti a pochi, e salgono in sella, già impegnati a gareggiare, quando nemmeno è finito l'inverno. Il periodo di riposo si è ridotto a brevi parentesi quasi insufficienti. Un « Tour > che capita in piena estate si trasforma spesso in una maratona sfibrante e disumana, una maratona in cui ogni attimo di debolezza può costare la sconfitta anche a campioni di grandissimo nome, che si tolgono di scena, concorrendo così involontariamente a ridurre l'interesse della corsa. Già la fase di apertura, che, con dieci tappe, porterà la carovana da Mulhouse ai piedi dei Pirenei, non concede requie ed è capace di combinare sorprese di notevole entità La lunghezza di ciascuna di queste dieci tappe è superiore sempre ai 200 km. (la quinta, da Rouen a Rennes, è addirittura di 286 km.)} assisteremo qui allo scatenarsi di una lotta violenta contro gli scalatori che, capeggiati da Gaul, giocheranno in difesa. Gli organizzatori del «Tour» dispongono delle squadre regionali francesi, per lo più composte da elementi che aspettano soltanto il Giro per conquistarsi un quarto d'ora di gloria da far fruttare poi per tutto l'anno. Saranno i regionali a far divampare la battaglia e dovrebbero essere invece i francesi, i belgi e Baldini ad approfittare delle occasioni, nel tentativo di distanziare il più possibile i « sig7iori » della montagna. Una prova a cronometro nella sesta giornata anticiperà il confronto diretto tra i protagonisti, ma l'interesse di questa fase iniziale si concentrerà sullo scontro tra i passisti di classe e i grimpeurs. Attenzione però agli scherzi della fatica. Arrivano poi i Pirenei; due tappe, la Bayonne-Bagnères de Bigorre e la Bagncres de Bigorre-Saint Gaudens. Due tappe un po' strane. Ci spieghiamo: la prima di esse è di 235 km., ma 190 km. saranno di pianura, per portare quindi ai 2113 del Tourmalet; dalla vetta del Tourmalet al traguardo ci saranno soltanto 28 km. di discesa. La seconda, presenta l'Aspin ed il Peyresourde: ma i due colli sono relativamente lontani dall'arrivo. I Pirenei, insomma, sono fatti sì per gli scalatori, ma i distacchi che si registreranno non dovrebbero essere troppo grandi, così come sono state combinate le tappe. Il « Tour » giunto al Sud punterà sull'Alvernia. La strada è eternamente a saliscendi, se farà caldo, i crolli si succederanno con ritmo crescente. E si arriverà alla 15" tappa con molti uomini con¬ ciati male. Tale tappa, la cronoscalata in salita al Puy de Dòme (km. 12,500, una specie di Vesuvio più lungo e più duro) rappresenterà per qualcuno l'inizio di una brutta crisi. Perché il Giro s'appresterà ad entrare nella sua fase conclusiva, davvero tremenda. Due tappe di avvici¬ namento alle Alpi, la Clermont Ferrand-St. Etienne e la St. Etienne-Grenoble, intercalate dal secondo giorno di riposo. Poi, la GrenobleAosta. Bastano le cifre ad illustrare una situazione: 243 km. con il Galibier (m. 2556J, l'Iseran (m. 2770), ed il Piccolo San Bernardo (m. 2188). Osanna per i vincitori, pietà per t vinti. Non basta. Il giorno dopo si va da Saint Vincent ad Annecy: 251 km. con il Gran San Bernardo tm. 2473), il Forclae (metri 1~>2S), Mégève (m. 1110) ed un altro colle che ancora si chiama Forclaz (m 1157). Da, Annecy a Chalon (il percorso è ondulato), da Chalon a Bigione (70 km. a cronometro), da Digione a Parigi (e la passeggiata conclusiva sarà, di $31 km.). A Parigi, lo stop. Si saranno compiuti, allora, 4355 chilometri. Domani si incomincia. Da Mulhouse a Metz, 238 km. con un colle che conta per il G. P. della Montagna. Non scherziamo. Dopo 42 km. di gara, il <Tour» incontra infatti una salitélla lieve che porta ai 726 metri del Col de Bussang. Nulla di difficile: può essere però un trampolino di lancio per chi voglia tentare fin dal primo giorno l'azione di sorpresa. Occhio ai « tricolori » di Francia, la raccomandazione è quasi inutile. Sono in lizza 120 corridori, dodici per ciascuna delle seguenti squadre: mista Lussemburgo-Olanda, Belgio, Italia, Francia, Spagna, mista Svizzera- Germania, Internazionale (con due austriaci, due danesi, quattro inglesi, un irlandese, un polacco e due portoghesi, chissà come faranno a capirsi...) CentroMezzogiorno, Parigi-Nord-Est e Ovest-Sud-Ovest. Queste tre ultime formazioni sono composte tutte da regionali francesi. Gigi Bocoacinì Operazione di buon augurio: Baldini misura la maglia gialla a Favero (Telefoto)

Persone citate: Aspin, Baldini, Chalon, Clermont, Favero, Gaul, Gigi Bocoacinì Operazione, Metz