Le cameriere si gettarono dal 5° piano quando già erano arrivati i pompieri

Le cameriere si gettarono dal 5° piano quando già erano arrivati i pompieri La tragedia all'alba di domenica all'«Ambasciatovi» di Le cameriere si gettarono dal 5° piano quando già erano arrivati i pompieri I vigili del fuoco giunsero sul posto con i primi due automezzi, senza scale e senza teloni, e dovettero assistere impotenti • al dramma - Tre donne sono morte, una è piombata sul tetto d'un'automobile e potrà sopravvivere - Le domestiche avrebbero forse potuto salvarsi attraverso ad un corridoio; ma esse pensarono che tutto l'hotel fosse già invaso dalle fiamme (Nostro servizio particolare) Roma, 22 giugno. Cinque inchieste, oltre quella che va svolgendo l'autorità giudiziaria, sono in corso per stabilire le cause e le circostanze della spaventosa tragedia avvenuta alle prime luci dell'alba di ieri mattina in uno dei più noti alberghi di via Veneto, l'Ambasciatori, dove durante un incendio di non troppo vaste proporzioni quattro guardarobiere, sorprese dal fuoco nelle loro stanze al quinto piano del grande edificio, si sono gettate dalle finestre precipitando sul selciato da un'altezza di venticinque metri. Per tre di esse il pauroso salto è stato fatale mentre la quarta, una donna di cinquantun anno, ha potuto salvarsi essendo caduta sul tetto di una macchina in sosta vicino al marciapiede per cui l'urto era risultato notevolmente attutito. Clarice Achilli, è questo il nome della superstite, versa ancora in gravi condizioni ma il miglioramento constatato dai medici nella giornata di oggi fa bene sperare. Le cinque inchieste in atto vengono condotte parallelamente dall'ing. Piermarini, comandante dei vigili del fuoco, dall'ing. Italo Frasca dell'Enpi, da un alto funzionario dell'Jnail, dal commissariato di pubblica sicurezza del quartiere, e da un dirigente di un istituto di assicurazioni. Gli inquirenti hanno compiuto oggi un minuzioso sopraluogo accompagnati dal direttore e dal vice direttore dell'albergo e si sono soffermati nell'angusto locale sotterraneo dove è situato il motore del montacarichi e dove si sviluppò il corto circuito che ebbe così tragiche conseguenze. Accanto all'abitacolo del motorino vi sarebbe stata una stanzetta adibita a deposito di vecchi mobili e di casse che offrirono facile esca al fuoco II volume delle fiamme, divenuto impónente, aveva trovato poi nel vano del montacarichi il suo sfogo come in una oap pa di camino. Giunte all'ultimo piano e divorata la cabina le fiamme si erano appiccate: al legno della porta del montacarichi investendo il corridoio dove si aprivano le porte delle camere occupate dal personale dell'albergo. Una delle cameriere, Emesta Serafini, alzatasi poco prima dal letto per recarsi in bagno, si accorgeva in tempo del pericolo e fuggiva gridando per le scale. Pochi minuti dopo però la tragedia si sviluppava in tutta la sua gravità. Le oc cupanti delle due camere che si trovano dirimpetto al montacarichi, aprendo le loro por te, provocavano infatti una corrente d'aria che attirava U fiamme. Le due stanze si presentano in un agghiacciante squallore avendo il fuoco divorato quasi ogni cosa. In quella ove dormivano Clarice Achilli e Ida Amadei sono rimasti i telai delle due brandine, libri bruciacchiati, frammenti di vestiti: nient'altro. Tutti i mobili sono andati distrutti e le pareti sono annerite dal fumo. I due lettini su cui nell'altra stanza dormivano Fernanda Benìni e Gregorina Bombardelli sono invece intatti. Chi ha potuto vedere le due stanze ha riferito che la fatalità ed il terrore hanno giocato con la vita delle quattro sventurate donne. A non più di tre o quattro metri <i destra e a sinistra delle due porte le fiamme non erano giunte, ma è evidente che le poverette non hanno neppure pensato di poterle forse attraversare ritenendo che tutto l'albergo stesse bruciando. « Secondo me —• ha dichiarato oggi il direttore dell'albergo signor Michele Barbaro :— s» è trattato di una tragedia provocata dal panico, giustificato peraltro dal fatto che le quattro donne non potevano sapere che al di là della cortina di fuoco e di fumo, che non età così spessa come poteva apparire, c'era la*strada libera e senza-pericoli ». Su tutto- quello che è accaduto si •affollano -purtroppo ,sconcertanti interrogativi, atroci dùbbi' e anche -riserve. Gregorina Bombardelli, Fernanda Benini e Ida Amadei potevano essere salvate/ Si è constatato che i primi vigili del fuoco giunti in via Liguria ove si estende l'ala dell'albergo in cui si è verificato l'incendio erano sprovvisti di teloni di scale. E inoltre, quando con esattezza furono avvertiti i vigili del fuoco f ■ Alla cor serma-fdV via--Genova, che dista appena tre minuti d'auto da via Liguria, la prima chiamata risulta registrata alle fi,09 ma il tenore di essa trasse in errore sull'entità del sinistro. Nessuna delle prime telefonate giunte al centralino della caserma — ha dichiara to il vigile del fuoco Cavalièri che era di servizio al centralino — ha fornito un quadro esatto della situazione. La prima persona che chia ma disse testualmente, secon do quanto ha riferito il vigile: t In via Liguria esce del fumo dal tetto ». Il vigile si limitò quindi ad azionare la sirena che dà il via alla < prima partenza > composta da un carro nebulizzatore e da una autoradio. Le due macchine erano partite da poco quando giunse una seconda chiamata che aveva però lo stesso tenore della prima. Venivano fatte partire allora delle autobotti ma anche su questi mezzi non v'erano né scale né teloni per cui i primi vigili, accorsi quando già Clarice Achilli s'era gettata nel vuoto, assistevano impotenti ai tragici voli delle altre tre donne. In un suo comunicato diramato stasera'la direzione generale dei servizi antincendi in seguito alle voci che erano circolate in giornata ha precisato di non aver ordinato alcuno inchiesta « per d presunto ritardo con il quale i vigili del fuoco sarebbero giunti all'albergo "Ambasciatori " in quanto non vi può es sere inchiesta per un ritardo non imputabile ai vigili. L'inchiesta in atto da parte del l'ing. Piermarini viene compiuta solo per accertare le cause del sinistro ». - Secondo un'attendibile ricostruzione, ecco l'evolversi della tragedia nella sua. cruda drammaticità Ore lifl6. Dalle finestre dell'ultimo piano cominciano a filtrare le prime colonne di fur.io Ore 4,07. Le quattro donne, arrampicatesi sulle finestre, urlano disperatamente invocando aiuto. O-e 4,09. Alla caserma di via Genova si registra la prima chiamata. Ore .1,12. Una sagoma bianca scavalca il davanzale della finestra di sinistra: è la guardarobiera Clarice Achilli. «Nooo/» le gridano dal basso. Ma inutilmente. La donna si lascia andare e piomba sul tetto di un'automobile, scivolando sul cofano posteriore. Ore 4,12 Arrivano le prime due macchine dei vigili. La gente si affolla intorno gridando: « I teloni, presto, i teloni!». Ma i teloni non ci sono. Ore 4J.I,. Ida Amadei ha visto arrivare i vigili. Forse crede che li sotto ci sia qualcosa. La gente si copre gli occhi per non guardare. Il corpo della poveretta va a schiacciarsi a breve distanza dal carro dei vigili. Ore li,16. Dalla finestra di destra si sporge la figura della' ■ cameriera Fernanda Be«yu. In piedi sul davanzale, un attimo dopo si sfracellerà al. suolo anche lei. Il nmadg.telone non c'era neanche questa volta. Dalla finestra, intanto, cominciano ad uscire le prime lingue di fiamme. I vigili sono ancora impotenti a intervenire. Oro 4J8. Al quinto piano dell'Albergo ^Ambasciatori* ormai non è rimasta che la guardarobiera Gregorina Bombardelli. La donna ha resisti.to-,qltre ogni limite. Gregorina supera davanzale e si tiene disperatamente aggrappata, sospesa nel vuoto. Cade, quasi sul corpo della Sua compagna. Ore 4,22. Arriva il carro scale dei vigili. L'incendio è rapidamente domato. Ida Benini era nata trentadue anni fa a Denno (Trento) ed era stata assunta dalla direzione dell'albergo tre anni fa; Gregorina Bombardelli, invece, aveva trentotto anni ed età nativa di Dreno (Trento): aveva prestato per molto tempo servizio a Milano e all'*Ambasciatori* faceva la cameriera. Solo Ida Amadei, di trentacinque annif era sposata, ma viveva separata dal maritò e con le compagne di lavoro parlava spesso dei suoi due bambini, specialmente della bambina decenne, il cui ritardato sviluppo psichico la preoccupava moltissimo; la piccola, infatti, è sordomuta. L'Amadei sabato pomeriggio, approfittando di un'ora di libertà, era uscita per acquistare in un magazzino popolare una bomboletta per la sua bimba: l'hanno trovata ieri i primi vigili del fuoco, che sono riusciti a entrare nella sua camera; per un caso strano, la bomboletta, pur essendo annerita dal fumo, era rimasta intatta. Clarice Achilli, che proprio stasera i medici hanno dichiarato fuori pericolo, ha cinquantun anno ed era stata assunta appena quindici giorni fa come aiuto-guardarobiera: ella ha varie ferite e fratture in numerose'parti del corpo. Stasera, quando si è ripresa dallo « choc », ha mormorato: € E' stata Santa Rosa a salvarmi: appena ho pentito le g-\da "al fuoco, al fuoco!" ed ho visto le fiamme, ho scavalcato la finestra e mi sono buttata giù; è stata una fortuna, altrimenti sarei morta bruciata ». Gianfranco Francl Dalle due finestre dell'ultimo piano, le quattro cameriere chiesero invano di essere aiutate (Telefoto), nénìI Clarice Achilli, la superstite, nel letto dell'ospedale (Tel.)

Luoghi citati: Denno, Milano, Roma, Trento