1200 lettrici si confessano

1200 lettrici si confessano Un'inchiesta de La Stampa: la donna e il matrimonio 1200 lettrici si confessano Donne di ogni età e condizione sociale - Le famiglie numerose sono in declino - Educazione dei figli: forse il tema di maggior contrasto fra marito e moglie - « Suo marito guadagna abbastanza? » - La metà delle interrogate risponde no - Sessanta uomini su 100 consegnano in casa lo stipendio intero - «Molte volte una paga sola non basta» Che ne pensano del matrimonio le donne sposate? Come vivono? Qua.1 è la loro situazione nella famiglia? Il problema del matrimonio appassiona tutti: l'uomo della strada come il sociologo, il medico come il politico. «La Stampa» ha condotto un'inchiesta rivolgendosi a 1500 mogli di ogni età, tra i 20 e gli 80 anni. Al questionario che conteneva 25 domande hanno risposto 1.225 donne, che con sincerità, talvolta persino con crudezza, ci hanno parlato della loro vita e della loro esperienza coniugale. Ecco i personàggi della nosiv inchiesta: 135 donne dai 20 ai 30 anni; 428 dai 30 ai 40; 285 fino ai 50; 250 verso i sessantanni; 85 verso i 70; 42 oltre i 70 anni. Spose giovanissime, timorose e guardinghe nello svelare i primi passi della vita a due; signore volitive e decise, nel pieno rigoglio della maturità, o precocemente invecchiate Jal dolore; mogli anziane, serene e lucide nel giudizio della vita, che resta ormai alle loro spalle, come una lunga e non sempre facile strada. Appartengono a tutte le categorie sociali, con prevalenza del ceto medio. I'ioro mariti sono avvocati, ingegneri, medici, industriali, insegnanti, impiegati, commercianti, rappresentanti, periti, artigiani, operai specializzati. Cinquantasette hanno la laurea; 283 la sola licenza elementare, le altre hanno ultimato le medie o conseguito un diploma: maestra, ragioniera, infermiera. *Da quanti anni è sposata?». L'età media delle donne che si sposano va oggi diminuendo: è sui 22-23 anni. Qualche tempo fa, come risulta dalle risposte delle quarantenni, era leggermente superiore: sui 24-25. Prima ancora le ragazze andavano all'altare generalmente assai presto. Elemento fondamentale nella vita della donna e della famiglia è la presenza dei figli. Su 1225 intervistate, 967 sono mamme. La media è di due figli, ma si contano anche parecchie madri di figli unici. Le famiglie numerose sono destinate a diventare eccezioni? Con 5, 6, abbiamo trovato qualche esempio tra le cinquanta-sessantenni. Una ha nove figli: « e li ho allevati senza troppa fatica-». La più giovane delle madri profiliche ha 46 anni e 6 figli: suo marito è medico, Non di rado l'educazione dei ragazzi è origine' di contrasto tra marito e moglie; in tutti 1 casi è sempre un problema difficile ed importante. Alla domanda « c?ii si occupa dell'edu cagione dei figli? », 375 mamme hanno risposto di essersi as sunto da sole il grave peso altre 495 di condividerlo con il marito; soltanto 70 affermano di lasciare all'uomo la responsabilità della formazione dei fanciulli. Famiglie abbienti o in particolari condizioni (lunghe lontananze da casa per ragioni di salute, mariti all'estero quasi tutto l'anno per lavoro) hanno affidato i figli a istitutrici o a precettori. Una ventina di madri confessano di aver lasciato l'incarico alla scuola e di limitarsi ad assecondare l'opera dei maestri: « sono molto più preparati di noi, e là loro funzione è proprio questa. Troppi problemi ardui e cornificati turbano la gioventù moderna. Se non ci sono basi solide, è un guaio. Purtroppo io non mi sento all'altezza di un simile compito ». Conclusione: in oltrs il 50% delle famiglie, marito e moglie provvedono concordi all'educazione dei figli. L'autorità indiscussa del padre in materia si circoscrive a meno del 6% dei casi; mentre ben nssMtreaiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiitiiiiiiiiiuiii il 32% delle donne si assumono anche questa non lieve responsabilità: è una caratteristica delle unioni più recenti. Ma non tutte le donne affrontano il compito a cuor leggero: « l'uomo a parer mio deve essere l'amico, il confidente, la guida dei figli: è il suo dovere. Finché sono piccini basta la mamma, ma dopo non più. E io ho paura per l'avvenire dei miei ragazzi ». Orgogliose, e fiduciose delle loro forze, altre donne vorrebbero che il marito si occupasse solo del benessere materiale dei figli « al restò ci penso io sola, senza interferenze — scrive una ragioniera — nemmeno dei maestri ». Là diversità dei pareri dimostra quanto sia grave e sentito da tutti il problema di educare i figli. Le risposte ad un gruppo di domande d'indole strettamente economica « Buo marito guadagna abbastanza per vivere? » «Le consegna lo stipendio intero ? » « Lei lo spende tutto?'» spostano l'indagine sui problemi del vivere quotidiano e sulle difficoltà in cui si dibattono tante famiglie del ceto medio. Si dichiarano soddisfatte del loro tenore di vita 583 lettrici; 594 lo giudicano invece insufficiente. Sono mogli d'impiegati, soprattutto statali, di operai, di piccoli artigiani: a 1111 j 111111111 i r : 11 ■■•■iiiiiiiiiiiiiiM(iiiiiiiiiiii « dicono che il costo della vita è diminuito; io non me ne accorgo. Mio marito guadagna 58 mila lir:, e ci è nato il secondo figlio*. E un'altra: « d'accordo, si può vivere anche cor}, poco; ma con quante umiliazioni. Volta e rivolta un vestito, rinunzia a questo e a quello. Vivi per mangiare, mangia per vivere: ù tutta qui la vita?». Altre risposte sono rassegnate, pazienti: « avremmo bisogno di molto di più, ma con uno stretto spirito di economia e molta reciproca comprensione si può andare avanti lo stesso ». Quando lo stipendio del marito è insufficiente, la donna si cerca un'occupazione fuori casa. Su 1225 lettrici sposate, circa il 48%, e non solo le giovani, hanno un lavoro che pesa e spesso provoca insofferenza: « come vorrei stare a casa, occuparmi della tavola e dei bambini. Invece ogni mattina alle 6, giù dal letto e via. La fabbrica. E i bambini affidati ad altri: Quando non restano soli. Eppure non si può fare diversamente ». L'amministrazione del bilancio familiare è per il 60% in mano alle donne: 577 mogli hanno dichiarato di avere dal marito l'intera busta paga; altre 145 ricevono soltanto il necessario alle spese d'ogni giorno; 446 sposi amministrano in comune il loro denaro, 20 han¬ iiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiii no casse separate. La scontentezza nasce quando il marito lesina il denaro in casa, o quando suocero o suocera controllano gli stipendi. Peggio ancora quando ognuno fa per se: « se mio marito, fin da principio, avesse cercato di dividere con me le sue preoccupazioni, se avessimo versato insieme i salari e avessimo speso d'accordo, secondo le nostre possibilità, il nostro matrimonio sarebbe forse più felice». Difficile oggi, per le famiglie del ceto medio, risparmiare qualcosa sullo stipendio: 656 mogli confessano di spenderlo tutto. Sono in genere le famiglie giovani quelle ih cui non si può economizzare: <i figli crescono, costano. La casa vuole essere rinnovata, come si può mettere da parte dei soldi? ». Una donna molto anziana, che ha avuto cinque figli, dice le parole della saggezza: « l'importante è non aver debiti: finché si è giovani si lavora sodo; pazienza se non si risparmia. Per il resto c'è tempo. Ma il segreto della felicità è tutto qui: amministrare con parsimonia e comprendersi a vicenda. Dove non ce n'è, le oche si beccano. Guai agli sposi che litigano per i soldi. E' un buon cemento credetemi saltare un pasto insieme, stringendosi la mano in attesa di tempi migliori ». iiitiiitiiiiiiiiiiiii!iiiiiiiiiiitiiiiiii:iiiiiifiiiin i