Il conduttore dei vagoni letto riconosce in Ghiani il passeggero che partì con Fenaroli da Roma

Il conduttore dei vagoni letto riconosce in Ghiani il passeggero che partì con Fenaroli da Roma Ancora un importante elemento sai fatale viaggio del 7 settembre Il conduttore dei vagoni letto riconosce in Ghiani il passeggero che partì con Fenaroli da Roma "È lui certamente, lo ricordo per la sua statura,, - L'elettrotecnico milanese continua invece a negare - Drammatico confronto con il geometra che ha già ammesso la circostanza - Un funzionario di polizia nella capitale lombarda per interrogare il compagno di cabina del presunto sicario - Sarebbero stati trovati i gioielli della vittima i , a o e 1 l e . i l a d a o e (Nostro servizio particolare) Roma, 19 giugno. Da grave qual è sempre stata per mesi e mesi, nonostante talune apparenze eccessivamente ottimistiche, la situazione per Giovanni Fenaroli e Raoul Ghiani si è fatta gravissima. E a renderla più pesante, quasi disperata, si sono aggiunti in queste ultime ventiquattro ore due elementi precisi: la conferma che ormai esiste una frattura fra il geometra e il giovane elettrotecnico milanese che ora si trovano divisi da un contrasto profondo sulla presenza o meno a Roma di Raoul Ghiani la sera del 7 settembre scorso (contrasto che è affiorato con maggiore evidenza nel corso di un lungo e — secondo quanto si dice — drammatico confronto avvenuto fra i due a Regina Goeli la notte scorsa); la sicurezza con cui il conduttore dei vagoni letto Rodolfo Gori ha riconosciuto in Raoul Ghiani il viaggiatore che su invito di Giovanni Fenaroli la i o i n a ; o l u a sera del 7 settembre scorso viaggiò nella cabina N. 18 del treno da Roma a Milano. L'istruttoria, a questo punto, secondo taluni, potrebbe considerarsi conclusa. Tutto quello che potrà essere ancora acquisito sarà al massimo un di più che non avrebbe alcuna influenza diretta per un maggiore chiarimento della situazione. In ogni modo, seguendo un criterio di grande cautela al quale l'ufficio istruzione del Tribunale, la Procura della Repubblica e la Squadra Mobile della Questura di Roma si sono uniformati dal giorno in cui venne uccisa Maria Martirano nel suo appartamento di via Monaci, un funzionario di polizia è partito per Milano per interrogare il commerciante milanese che la notte del 7 settembre viaggiò nella medesima cabina-letto del treno con cui il Ghiani rientrò da Roma. Doveva, secondo le previsioni, essere quella di oggi la giornata più importante di tutta questa storia. Le previ- sionl sono risultate non eccessivamente azzardate. Non solo, infatti, si è avuto l'inasprimento della frattura già avvenuta l'altro giorno, quando Giovanni Fenaroli si decise ad ammettere quello che Raoul Ghiani .insisteva nel negare Che cioè l'elettrotecnico milanese era stato a .Roma durante la giornata del 7 settembre, sia pure per motivi che non avevano alcun legame con il delitto, e che era rientrato a Milano con la vettura-letto delle £3,35. Non solo Raoul Ghiani ha visto sfumare, attraverso il riconoscimento di Rodolfo Gori, qualsiasi eventuale superstite speranza di poter insistere in un atteggia mento negativo. Ma si sarebbe verificato qualcosa di più. Sa rebbero, cioè, stati rintracciati e recuperati i gioielli di Maria Martirano trafugati dall'ap partamento di via Monaci la notte in cui venne commesso^ il delitto. E se questa operazione fosse realmente giunta in porto (un'operazione alla quale polizia e magistratura hanno speso buona parte del loro tempo) il cerchio intorno a Giovanni Fenaroli e Raoul Ghiani, oltre che a Carlo In zolia, si potrebbe definire chiuso in maniera completa dopo nove mesi di lavoro, Rodolfo Gori, che pure alla vigilia aveva espresso qualche perplessità sulle proprie pos sibilità di riconoscere il viaggiatore che dormì la notte del 7 settembre nella cabina N. 18 del treno Roma-Milano (<: E' trascorso ormai tanto tempo, troppo tempo; avrò visto da allora centinaia di passeggeri perché io possa avere comunque una certezza-»), non appena si è trovato di fronte al giovanotto milanese non ha avuto più dubbi. « E' lui certamente — ha confermato dinanzi ai giudici indicando Raoul Ghiani —, lo riconosco per la sua statura, per il taglio delle spalle, per la sua conformazione atletica ». E Raoul Ghiani ha accettato impassibile questa ennesima accusa che si va ad aggiungere, sia pure per un altro episodio, a quelle precedenti di Reana Trentini, la domestica che sostiene di averlo veduto salire in casa di Maria Martirano la notte del 10 settembre, e di Bernardino Ferraresi che è certo di averlo incontrato sul treno Roma-Milano la notte del' delitto. Ha soltanto tentato di opporre una certa resistenza quando gli è stata contestata l'esistenza del suo nome e cognome, insieme al numero della sua patente automobilistica, sul registro dei vagons-lit che provano la sua presenza sul treno in partenza da Roma la notte del 7 settembre, t Si tratta di una sostituzione di persona — ha obiettato — perché io su quel treno non ci sono mai stato, così come non mi sono mai mosso da Milano nel settembre scorso ». Poco dopo Raoul Ghiani ha avuto la più clamorosa delle smentite proprio da colui che finora era stato il suo maggiore, e necessario alleato: Giovanni Fenaroli. E di fronte all'atteggiamento che il geometra milanese ha finito per assumere nel tentativo di salvare il salvabile (Giovanni Fenaroli, resosi conto dell'errore dell'insistere in una negativa, ha saputo adattarsi immediatamente alla situazio ,„„, \ne)> Ra?ul fhlani *° Verso \la. Propria calma e la propria >sicurezza. «Set un panno sembra che abbia urlato quando si è visto completamente isolato in una posizione difficile —, vuoi legarmi al tuo pasticcio nel quale non c'en- tro ». E inutilmente Giovanni Fenaroli da una. parte e i magistrati dall'altra, sia pure con intendimenti e scopi diversi, hanno insistito perché Ghiani ammettesse quello che gli è veramente difficile non ammettere. Raoul Ghiani è rimasto fermo sulla propria posizione: non l'hanno scosso né le esortazioni quasi paterne, né il richiamo alla logica di Giovanni Fenaroli, al quale questa ostinazione del giovanotto a negare una circostanza, su cui è difficile avere dei dubbi ormai di fronte alla conferma documentale, non giova davvero. Quale potrebbe essere, comunque, l'obiettivo che il geometra intenderebbe raggiungere con il nuovo atteggiamento t Si tratta di induzioni, perché cosa pensi Giovanni Fenaroli, naturalmente, in questo momento lo sa soltanto lui, tagliato fuori, come è, dal resto del mondo. Vi è una frase, però, piuttosto eloquente che egli avrebbe pronunciato l'altro giorno durante il confronto con Rodolfo Gori: « Ammettere questa circostanza, ammettere cioè che Ghiani ha viaggiato sullo stesso mio treno la sera del 7 settembre, non mi danneggia, ma rende più sicura la mia posizione ». Per quale motivo? Giovanni Fenaroli, infatti, potrebbe opporre con questo suo nuovo atteggiamento due argomenti all'incalzare della accusa: 1) che non ha mai parlato prima di questo viaggio sia perché nessuno glie lo ha mai chiesto, sia perché il timore di ammettere una circostanza così apparentemente compromettente fu più forte del desiderio di dire la veritd; SS) che se lui avesse organizzato il delitto compiuto poi la notte sdel 10 settembre, non sareb- be di certo stato tanto inge-' nuo da lasciare due giorni prima una traccia così evidente di colui che avrebbe dovuto essere il suo sicario. Sarebbe senza dubbio un ragionamento sottile e nello stesso tempo abile, la cui eventuale importanza però non è stata intuita da Raoul Ghiani che ostinatamente continua a negare una circostanza sulla cui attendibilità non vi sono davvero dubbi. «• *•