Sullo schermo

Sullo schermo Sullo schermo All'Ambrosio: La nipote Sabella Al Corso : // colosso di New York Si sentiva il bisogno d'una continuazione di « Nonna Sabella»? Francamente no. Ma anche in cinema, un errore tira l'altro. La nipote Sabella (soggetto di Alessandro Continenza, regìa di Giorgio Bianchi) ripresenta la rauca e farfugliante Tina Pica nella parte della terribile vecchia, terrore della sorella Dolores Palumbo e del cognato Peppino De Filippo, e inframettente tutelatrice della coppia di giovani sposi Renato Salvatori (suo nipote) e Sylva Koscina. Per infervorare, un'altra volta la macchietta si è immaginato che due americani abbiano scoperto un giacimento di petrolio in una piccola proprietà che le sorelle hanno ereditato in comune e che ricadrà per intero al primo discendente, di sesso femminile, dei due rami della famiglia; onde una gara per procurarsi l'erede, con imbrogli e dispetti da una parte e dall'altra. Ma la terribilità di Sabella è tutta d'apparenza e quando il petrolio zampillerà la ricchezza' sarà da lei ugualmente distribuita fra tutti i suoi, compreso una nipotina fasulla che il cognato si è surrettiziamente procurato in un orfanotrofio. Così, molto rumore per nulla, e anche molti metri di pellicola per risultati oltremodo modesti. La protagonista e i suoi compagni ripetono se stessi, e se ogni tanto fanno ridere, è un riso riscaldato, che non trova nel debole copione stimoli autentici. Speriamo che la turbolenta famiglia si metta tranquilla e che il nostro cinema comico si diriga verso altri filoni. Tutto torna buono nei film di fantascienza, anche i cervelli degli scienziati passati all'altra vita. Il colosso di New York (< The colossus of New York », di Eugene Lourie) porta alle più grottesche conseguenze il fenomeno moderno dell'automazione. Il cervello di un illustre morto, inserito in un corpo di plastica, dà luogo, a un uomo artificiale che grazie a complicatissimi quanto infallibili congegni può continuare gli studi per il bene della umanità. Ma col cervello è passato nell'automa anche il sentimento dell'uomo; sicché, vedendo che il fratello fa la corte alla sua vedova, la pazienza gli scappa, i congegni gli saltano, e si butta a far pazzie, entrando addirittura nel palazzo dell'Onu con l'intenzione di fulminare tutti. Per fortuna, in un momento di lucidità, indica egli stesso la leva, vicino al cuore, movendo la quale può essere distrutto. Film a bella posta insensato, ma che per difetto di invenzione manca di vero brivido. John Baragrey, Mala Powers, Otto Kruger. 1. p.

Luoghi citati: New York