Le possibilità di sviluppo dell'industrio privata italiana

Le possibilità di sviluppo dell'industrio privata italiana Le possibilità di sviluppo dell'industrio privata italiana Una relazione del dott. De Micheli - Nell'attimo quadriennio la nostra produzione industriale ha registrato un aumento annuo del 6,8% e investimenti di 784 miliardi all'anno - Gli investimenti possono essere portati a 1100 miliardi annui - "È necessario che lo Stato non operi oltre i settori in cui già oggi è presente,, (Nostro servizio particolare) limila, 18 giugno. Il presidente della Conflndustria, dott. Alighiero De Micheli, parlando stamani dinanzi alla commissione industria della Camera ha illustrato le possibilità dell'industria privata di partecipare efficacemente allo sforzo per un rilancio produttivo nella vita economica del paese. Il dott. De Micheli ha dato, Infatti, notizia di una indagine per campione effettuata su alcune imprese per stabilire le possibilità di espansione dell'industria privata nell'immediato futuro. <Si è visto — ha detto 11 dott. De Micheli — che, se si creeranno le idonee condizioni di sviluppo, le imprese private, che nell'ultimo quadriennio hanno investito In media 784 miliardi per anno, potranno portare 1 loro Investimenti complessivi sino a 1000-1100 miliardi l'anno, beninteso in lire di valore pari a quello del 1954». Le c condizioni idonee > a cui ha fatto cenno il presidente della Conftndustria sono espresse dalle esigenze di < un chiaro, inequivoco indirizzo di politica economica che segni il ritorno ad un ambiente economico di effettiva normalità: ciò significa la eliminazione degli ostacoli che, in relazione al vigente sistema legislativo, fiscale previdenziale, ancora limitano le possibilità di sviluppo delle iniziative ». < Debbono essere — ha proseguito De Micheli — definiti i limiti e le regole dell'intervento diretto dello Stato nella economia in generale e, più in particolare, nell'industria. Da troppi anni regna l'incertezza circa il regime giuridico riservato a determinate attività industriali, incertezza che I recenti appelli all'intensificazione dell'investimento e della produzione non sono sufficienti a fugare. « Occorre, infatti, determinare con fatti concreti la convinzione che lo Stato non estenderà il suo intervento al di là di quei settori, già sin troppo numerosi, in cui è oggi presente, ma anzi che si sforzerà affinché le aziende che operano direttamente o Indirettamente sotto il suo controllo siano considerate, a tutti gli effetti, su piede di parità con le imprese private operanti nello stesso settore ». Il dott. Do Micheli ha precisato anche che l'Industria Italiana ha attraversato nel decennio '48-'58 una fase di continua espansione che soltanto nell'ultimo anno ha subito un certo rallentamento. Nel dieci anni si è registrato nell'industria un incremento produttivo del 128 per cento. In tale espansione 11 nostro paese è preceduto soltanto dal Giappone, dalla Germania Occidentale e dall'Unione Sovietica e precede, a sua volta, gli Stati Uniti, il Canada, la Gran Bretagna o la Francia. Nell'ultimo quadriennio la nostra produzione industriale ha registrato un incremento medio annuo del 6,8 %. « L'industria ha assunto così — ha osservato 11 dott. De Micheli — una posizione preminente nella formazione del reddito nazionale, e quindi nell'assorbimento della mano d'opera». Secondo valutazioni ufficiali — ha osservato 11 Presidente della Conflndustria — nel periodo maggio 1955-ottobre 19S8 11 numero degli occupati nelle attività economiche è aumentato di 1.251.000 unità: il settore industriale ne ha assorbito 1.023.000 unità, le attività terziarie 865.000, mentre gli occupati del settore agricolo sono .diminuiti di 637 mila unità. Questi incrementi hanno permesso di occupare Interamente le nuove leve di lavoro e, in rilevante misura, i disoccupati ed i sottoccupati del settore agricolo. Passando poi a parlare della destinazione che hanno avuto gli investimenti, il Presidente della Conflndustria ha confutato la critica che l'iniziativa privata sì sarebbe disinteressata dell'industrializzazione del Mezzogiorno. Gli investimenti industriali nelle provinole meridionali nel triennio 1955-57 sono, infatti, ascesi a 440 miliardi, ripartiti tra 2500 iniziative industriali grandi, medie e piccole. Quattro quinti degli investimenti sono andati a nuovi impianti; oltre 11 40% è stato impiegato <n Sicilia. Attorno a queste attività si sono formate e moltiplicate numerose altre attività economiche, di natura terziaria. L'ampia relazione del Presidente della Conflndustria è stata seguita con interesse dai deputati componenti la commissione industrie. Dopo il dottor De Micheli, ha preso la parola anche il dott. Prudenza, presidente del Comitato per la piccola industria, mentre nella discussione che è seguita sono intervenuti gli on.U Dosi (de), De Cocci (de), Lama (pei), Rigamonti (de), De Marzio (msi) e Trombetta

Luoghi citati: Canada, Francia, Germania Occidentale, Giappone, Gran Bretagna, Sicilia, Stati Uniti, Unione Sovietica