"Riducete i farmaci agli ammalati noi aumenteremo i vostri guadagni,,

"Riducete i farmaci agli ammalati noi aumenteremo i vostri guadagni,, Un invito ue Ispettori dell'Inani al medici "Riducete i farmaci agli ammalati noi aumenteremo i vostri guadagni,, Naturalmente la proposta lesiva della dignità professionale è stata respinta - Episodi di fiscalismo nel controllo dei medicinali - Richiami a non superare i limiti fissati dall'Istituto nelle prescri zioni - Perché i sanitari sono costretti a lavorare male ed in fretta: Ano a quindici visite in un'ora Due ispettori dell'Inani, inviati da Roma a Torino per discutere con i medici mutualistici sulle ragioni del loro crescente malcontento, hanno rispolverato una vecchia proposta, formulandola press'a poco in questi termini: « Quello che conta di più all'Inani è l'assistenza farmaceutica. Sappiamo che i vostri compensi sono bassi e siamo pronti a Venirvi incontro. Ma a questo patto: noi vi pagheremo di più, ma voi prescriverete meno medicine ». Lia proposta, incompatibile con la dignità professionale, è stata respinta. E' un episodio, uno dei tanti, che provano come le mutue, nate da un concetto sociale ed umanitario, rivelino gravi difetti nella condotta e nella struttura organizzativa. Ogni giorno, tra le centinaia di lettere che giungono a « Specchio dei tempi », mólte sono firmate da mutuati e da medici. Le proteste sono infinite. Abbiamo voluto controllarne la consistenza, interrogando specialisti, primari, direttori di ospedale. ' La loro esperienza e la documentazione che abbiamo esaminato confermano quanto di recente scriveva Nicola Adelfl su «La Stampa»: Le mutue sono un'enorme macchina messa in moto contro decine di milioni di assicurati. I malati sono le vittime, insieme con la maggioranza dei medici mutualistici, della stortura sempre più grave subita da un lodevole indirizzo sociale. A Torino, città industriale la percentuale dei mutuati è più alta della media nazionale: l'assistenza è prestata a circa l'839fc della popolazione. Le mutue sono una dozzi na, ma l'Inam, da sola, assor be più del 50 % dei mutuati Contro di essa si appuntano le criticne più acute. Essa si vale della collaborazione di 1200 medici. Si è accertato in base a ricerche sindacali che tra questi uno solo guadagna circa un milione al mese, un centinaio da 100 a 250 mila lire al mese; gli altri da 50 a 70 mila. E' invalso l'uso di dìre, con una punta di scetticismo: « E', soltanto un medico della mutua-». Vediamo in che condizioni li tiene l'Inam. Un medico coscienzioso impiega un'ora per visitare 6 pazienti. All'ambulatorio un «generico» ne passa da 10 a 15. E ogni ,ora di ambulatorio al giorno frutta al'medico dà" 33 a 36 mila lire mensili, che corrispondono a una media di circa 100 lire per visita. Perché il medico « riceve » tanti pazienti? Le ragioni sono due, ci hanno spiegato: per non rimandare a casa i mutuati dopo estenuanti attese; e perché, più numerosi sono i pazienti, più aumenta la possibilità di essere chiamato per visite a domicilio. Ognuna di queste rende al medico 600 lire. In una casa popolare di Torino: il medico arriva con l'auto, in cortile. Due colpi di clacson. Si affaccia la portinaia e facendo schermo attorno alla bocca con le due mani, grida rivolta ai piani alti: «C'è il dottore dei bambini!». De madri scendono, con i loro figlioli. Il medico scrive le ricette sul tetto della macchina. Un'ora, 22 visite. L'episodio ci è stato riferito da un direttore sanitario. I medici di questo tipo sono pochi, per fortuna, ma ci sono. Fanno da contrappeso alle centinaia che non riescono a sbarcare il lu¬ (/IIIIIIIII1IIIIIIUI1IIIIIIIIIIIIII1I1IIIIIIIIIIIIIIIII11 nario, e allora cercano un'altra mutua, un altro impegno di lavoro. Ci sono anche del medici che ci rimettono di tasca propria. Esempio: un operaio, 40° di febbre, chiama il dottore. Diagnosi: stadio acuto di malattia venerea. L'indomani il malato torna a chiamare il medico, perché la febbre non scende. II medico ci va; torna la terza volta. L'Inam gli paga solo la prima visita: trattandosi di malattia venerea, bisogna andare al dispensario celtico. Ma se l'ammalato aveva la febbre alta, come poteva recarvisi? La seda di Torino dell'Inani è ritenuta una delle più generose nella concessione dei farmaci, anche costosi. Sono esclusi i « tranquillanti » e le « cloroprumazine » che vengono usati nella cura delle malattie depressive. I cortisonici, e certi tip) di antibiotici possono essere prescritti, con speciale autorizzazione, cioè dopo un controllo dell'ispettore. È' successo poco tempo fa: un bimbo colto da polmonite atipica è morente; il medico della mutua prescrive l'erltromicina, per cui è necessaria l'autorizzazione. La somministra senza attendere il controllo fornendola egli stesso, e salva amimiiiiMMiiiuiiuiiiiiiiiiiiiMHmiMiiiiiiiHi il piccolo. Il controllo arriva, ma dopo 48 ore: attendere, avrebbe significato morte certa. Per non aver voluto rinunciare ad alcuna delle possibilità offerte dai più recenti progressi della scienza, parecchi medici si sono visti addebitare, a fine anno, note di medicinali per 14-20 mila lire. Che fare? Hanno pagato. Quello che non possono sopportare è il tono delle lettere che arrivano due volte all'anno. Il testo dice: « Nello scorso semestre la sua attività è stc'a ta seguente: tante visite a domicilio, tante in ambulatorio, tante ricette, ecc. Il rapporto visita-prescrizione supera dell'x per cento la media provinciale. La richiamiamo, fiduciosi della sua collaborazione, ecc. ecc.». Oppure, quando il famoso indice visite-prestazioni è giudicato soddisfacente: <La ringraziamo per l'opera fattiva, ecc. eco. L'Inam ricorre a questi controlli perché in certi casi presume che il medico, sotto le pressioni del malati, sia portato ad eccedere nella concessione dei farmaci. I mutuati ci diceva uno specialista non possono immaginare l'umiliazione che costituisce per un medico l'inasprirsi del controlli sul suo operato. Lo ispettore dell'Inani va a casa miimimiiimiiMiinuiiiinimim del degente e gli chiede: «Il dottore, lo ha chiamato lei, o è venuto spontaneamente f Quante visite le ha fatto t ». Non sanno, i mutuati, che l'Inam, molto di recente, ha proibito ai medici di partecipare a congressi e convegni, con una circolare che li obbliga a calcolare in conto ferie i giorni di assenza per studio. Se ur ladro ruba il ricettario al medico, vengono pretese da lui le somme spese dall'ignoto in farmacia. Se il dottore arriva In ritardo all'ambulatorio perché chiamato urgentemente da un malato, riceve un solenne rimprovero. Il mutuato sa soltanto che il «dottore» deve riempire per ogni visita una gran quantità di moduli e stampati: 7 per una semplice febbrlcclattola post-influenzale. Ogni tanto l'Inam modifica le «zone» dei vari ambulatori; i mutuati, che già hanno dovuto accettare 11 medico imposto, si trovano all'improvviso di fronte a un altro, che non li conosce. « Siamo ridotti dall'Inam al rango di cerusici medievali — si lamentano i medici. — Ci ordinano: fa questo, fa quello, come se fossimo macchine e basta. Ne soffre la nostra dignità, e spesso il mutuato ne porta i danni».

Persone citate: Inam

Luoghi citati: Roma, Torino