Gli alleati sono giunti al limite delle concessioni di Vittorio Gorresio

Gli alleati sono giunti al limite delle concessioni Gli alleati sono giunti al limite delle concessioni (Dal nostro inviato speciale) Ginevra, 18 giugno. Gromyko ha chiesto altre ventiquattro ore di tempo pei rispondere alle proposte alleate, e a malincuore gli occidentali hanno concesso la nuova dilazione, sicché la seduta segreta, che era in programma per le tre e mezzo di oggi, è stata rinviata alle due del pomeriggio di domani. Tanta condiscendenza è veramente degna di nota, ma bisogna anche dire che, per conquistarsela più facilmente, Gromyko ha fatto ricorso ad una sottile astuzia. Egli era oggi invitato a colazione da Selwyn Lloyd e puntualmente è giunto al n. 10 di rue Senebier, accompagnato dagli altri tre grandi della delegazione sovietica, il vice-ministro Valerian Zorin, l'ambasciatore russo a londra, Jacob Malik, lo specialista sovietico di cose americane, Arcadij Soldatov. Accoglienze cordiali da parte degli ospiti inglesi, convenevoli, aperitivi. Si era sul punto di sedersi a tavola, quando Gromyko ha detto all'improvviso a Selwyn Lloyd che gli spiaceva molto di doverlo avvertire che nella seduta di oggi non sarebbe ancora stato in grado di dare una risposta precisa sul progetto occidentale per una soluzione provvisoria del problema di Berlino. « Jn queste condizioni, non credete sia meglio rinviare a domani la nostra riunione? >. " Dicono che Selwyn Lloyd sia leggermente impallidito, e simile reazione è pienamente credibile per quanti ricordano la sua sensibilità di politico. Ma, essendo in casa, propria, egli non poteva mancare ai suoi doveri di ospite, e ritardando la colazione, ua subito chiamato al telefono suoi colleghi Herter e Couve De Murville. Herter ha fatto qualche resistenza, pare. Irritato, ha risposto che si rinviasse pure, ma solamente lino a domattina. A Selwyn Lloyd, tornato nel salotto con la replica. Gromyko ha detto, meravigliandosi: « Ma perché di mattina? Solo una volta, fino ad ora, ci siamo riuniti prima di mezzogiorno. Insisteremmo per riunirci di pomeriggio: sarà più facile che io vi possa rispondere >. Herter, chiamato ancora per telefono, ha detto bruscamente: < Se pomeriggio deve essere che sia almeno primissimo pomeriggio: propongo non più tardi delle due ». Cosi è stato deciso, non senza che Gromyko mettesse an cohmMmrt cora a prova la pazienza degli ospiti o almeno il loro senso dì humour, col dichiararsi rammaricato per il fatto che, avendo invitato per domani a colazione il signor Couve De Murville, sarà costretto suo malgrado, a farlo mangiare molto alla svelta per essere puntuali alla seduta anticipata. Poi è passato a criticare il progetto occidentale. La sua maniera di comportarsi è apparsa equivoca agli americani: < Se fino a ieri potevamo ancora pensare che Gromyko fosse disposto a discutere, abbiamo avuto oggi la sensazione che non è più possibile avere molte speranze per la conferenza. In questo senso — ha detto un loro portavoce — la giornata di oggi ha segnato una svolta importante: questo nuovo rinvio non può giovare alla buona causa >. Gli inglesi sono invece meno propensi a rinunciare al loro ottimismo. Esso era ancora così forte stamattina che 10 stesso Selvyn Lloyd, interrogato da alcuni giornalisti, avrebbe deU~>: « Possiamo tranquillamente aspettare la risposta di Gromyko al quale abbiamo offerto una buona possibilità di trattative. La sua reazione non è stata negativa, e considero l'accordo come probabile. Noi siamo andati incontro alle richieste sovietiche, e da questo momento possiamo ancora negoziare sulle parole, non più sulla sostanza. I sovietici hanno fatto varie concessioni — posso dire in coscienza — perché 11 abbiamo aiutati a farle. Se vogliono altre spiegazioni, le daremo. Ho l'impressione che anche gli americani siano diventati più flessibili >. Ancora interrogato, il ministro inglese avrebbe precisato in questo modo i motivi di incontro e i possibili punti di restante dissenso: « Le nostre proposte sono utili perché garantiscono le comunicazioni e gli scambi, che erano dlven tati difficili, fra le due zone di Berlino. I tedeschi dell'Est possono rallegrarsi della fun zione loro riconosciuta per il controllo degli accessi a Berlino Ovest, e in cambio non dovrebbero pretendere una rappresentanza paritetica In seno al comitato pan-tedesco. Il punto più critico è quello relativo al termine del regime d'occupazione: noi non accettiamo di fissarne una scadenza, e possiamo concordare tutt'al più una data alla quale rivedere la situazione». Sul problema della conferenza alla vetta, l'opinione che si attribuisce a Selwyn Lloyd è affatto lineare: « Se qui le cose non andassero bene, sarebbe una ragione dì più per andare alla vetta, anche di qui, direttamente, trasformando le nostre conclusioni in tante raccomandazioni per capi, di governo. In mancanza di "accordi precisi, l'area di manovra alla vetta sarebbe certamente più limitata, ma si potrebbe discutere di argomenti diversi da quelli di Berlino ». L'ultima domanda fatta a Selwyn Lloyd è stata per sapere le sue previsioni sulla durata di questa conferenza: < Può continuare, anche se non troppo a lungo. Per intensificare il lavoro, penserei comunque a sedute da tenere sia di mattina sia di pomerig gio, andando avanti nella prossima settimana, anche in assenza di Couve De Murville ». Fra l'equivoco comportamen to dei russi, l'ottimismo degli inglesi e il pessimismo degli americani, la conferenza è quindi ancora in fase d'attesa e, per ingannare la noia, i ministri degli Esteri d'Occidente hanno trascorso oggi alcune ore sulla terrazza di Villa Greta, residenza di Herter, giocando a bridge. Vittorio Gorresio oiiimiiiiiiìinmiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiNiiiNiMiii Gromyko saluta Selwyn Lloyd dinanzi alla sede della delegazione inglese (Telefoto) i l

Luoghi citati: Berlino, Berlino Ovest, Ginevra