Condannata a quattro anni e mezzo perché sfruttava "ragazze-squillo,,

Condannata a quattro anni e mezzo perché sfruttava "ragazze-squillo,, II processo tre mesi dopo la sorpresa in via Pineili Condannata a quattro anni e mezzo perché sfruttava "ragazze-squillo,, La confessione della donna - Combinava per telefono gli appuntamenti, intascava metà della somma pattuita - Interrogate sei giovani: la maggior parte ex-ospiti di "case chiuse,, In applicazione dèlia legge Merlin, che colpisce con pene molto severe « lo sfruttamento della prostituzione altrui », ieri il Tribunale ha condannato Arigcla Ganglio in Cappelletti a 4 anni 6 mesi di reclusione e 250 mila lire di multa stabilendo che, uscita di carcere, dovrà essere assegnata per un certo tempo a una casa di lavoro. La donna aveva fatto del suo alloggio in via Plnelli 24 una centrale di « ragazze squillo » e la polizia il 19 marzo scorso era intervenuta a troncare la sua illecita attività. La sentenza acquista il suo giusto risalto se la si confronta con una precedente condanna inflitta alla stessa imputata nel 1952, in base alla vecchia legislazione. Per aver favorito la triste attività di una minorenne e per aver fatto del suo alloggio una « cosa d'appuntamenti » essa allora si ebbe 8 mesi 10 giorni e potè beneficiare della condizionale. E' una donna di 39 anni, blonda ossigenata, piccollna, gli occhiali da miope. Modesta nell'aspetto, per nulla sfacciata, di maniere gentili. I clienti si recavano nel suo alloggio e la Gariglio con una telefonata trovava loro la desiderata compagnia. Stabiliva il prezzo (dalle 8 alle 10 mila lire e si teneva la metà). Gii incontri avvenivano fuori della sua abitazione. Quando la polizia fece irruzione al terzo piano di via Pinelll 24 c'erano, in attesa che la donna combinasse per telefono i conve¬ mi iiiiniiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii gni, due giovani macellai, un industriale modenese ed il suo rappresentante a Torino. L'industriale modenese era venuto nella nostra città per una visita ai clienti: 11 suo rappresentante, de pò cena, si offerse di procurare uno piacevole serata. E lo condusse in via Pinelll. < Vengo — disse l'industriale un po' preoccupato — e ben volentieri, ma non voglio correre rischi ». Invece finirono in questura. Al processo di ieri non c'erano i due macellai, e neppure l'industriale ed il suo rappresentante. Erano stati citati come testi, ma avevano proferito rinunciare a farsi veder:. C'erano invece sei delle oito donne identificale che, secondo l'accusa, davano parte dei loro guadagni all'imputata. Gariglio: « Signor presidente. Prima dissi !' falso, ma ora dico la verità. Quella sera alla polizia raccontai che gli uomini si trovavano In casa mia perché dovevamo andare a fare una cena insieme. Non era vero. Io procuravo loro qualche ragazza. Avevo un elenco e telefonavo ». Pres. : « E vi tenevate parte dei guadagni. La metà». Gariglio: «E' vero anche questo. Però senza di me non avrebbero potuto lavorare. Quasi tutte erano ex ». Pres.: « E cioè? ». Imp. : « Venivano dalle case chiuse. Dovevano pur vivere. Se 10 presi dei soldi, però ho provveduto a restituire tutto ». Infatti, prima che si iniziasse 11 processo, un incaricato della donna aveva avvicinato le ragoz zc-squillo in attesa di deporre ed aveva consegnato loro somme di denaro secondo i dovuti calcoli. Le testimoni hanno confermato, con poche parole. Una sola si è detta maglierista di professione e ha dichiarato di essere fidanzata. E' una torinese di 23 anni « La signora mi telefonò tre volte. Si teneva metà del compenso ». La seconda testimone, pure torinese di 23 anni, «una ex», ha dichiarato di non aver dato nulla alla Gariglio: « Mi chiamò una volta: i denari però li volli io... », La terza testimone, 27 anni, molto scollata, con tono sostenuto: «Mi telefonò una sola volta e non accettai ». Presidente: < Oh E allora? — poi, dopo aver letto la sua deposizione davanti alla polizia: — Ah! Qui vedo che non accettò, perché riteneva troppo bassa la somma. E' cosi? vada vada ». Le testimoni potevano aggiun gerì poco in quanto già aveva confessato la imputata. In ogni caso è emerso che la Gariglio cambiava sovente i suoi indirizzi e telefonava poche volte ad una stessa ragazza-squillo. E' venuta una a dire: « Io le avevo dato il nome, ma non ricevetti nessuna chiamata », Qualcuno dal pubbli co osservò che bastava guardarla per capire il motivo. Il P. M. dott. Caccia ha chiesto 5 anni 6 mesi di reclusione e 200 mila lire di multa, più la casa di lavoro. Dopo l'arringa del.l'avv. De Marchi, che ha presentato anche una dotta memoria scritta, il collegio presieduto dal dott. Bruno ha fissato la pena: un anno in meno rispetto alle richieste della pubblica accusa. La Gariglio non ha fatto commenti. In aula non si è visto il marito, che fa l'autista ed è fuori casa quasi tutta la settimana. Il figlio della Gariglio, di sette anni, è ospite di una famiglia nell'Albese. Cancelliere di udienza Sacco. Angela Gariglio Cappelletti

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