Orrenda morte d'un bimbo di sette anni carbonizzato nel rogo di una baracca

Orrenda morte d'un bimbo di sette anni carbonizzato nel rogo di una baracca Un'altra tragedia: i giochi pericolosi dei nostri ragazzi Orrenda morte d'un bimbo di sette anni carbonizzato nel rogo di una baracca La sciagura al casello ferroviario presso Rosta sulla linea di Mollane - Il padre cantoniere dormiva, la madre era in cucina - Il ragazzino giocava in cortile nello stambugio dei conigli - Quando la donna vide il fumo era già tardi: né lei né il marito riuscirono a superare la barriera delle fiamme - I pompieri spengono il fuoco: il bambino era cadavere rannicchiato sulla cassa dei conigli presso l'unica finestrella sbarrata da una griglia A venliquattr'ore di distanza dall'impressionante episodio di via Balangero, un altro bambino è rimasto straziato dalle fiamme. Questa volta, purtroppo, il dramma ha avuto conseguenze mortali. Trecento metri prima della stazione di Rosta (per chi viene da Torino viaggiando sulla linea di Bardonecchia-Modane) c'è il casello n. 10. Vi abitano il cantoniere Giuseppe Vuano di 40 anni, friulano, dipendente delle Ferrovie dello Stato da quasi dicci anni, e sua móglie Salvatorlca Pinna di 36 anni, da Sassari. Avevano un figlio unico, Andrea di 7 anni, che adoravano e al quale dedicavano ogni loro sforzo per preparargli un sicuro avvenire. Da mercoledì il padre aveva ottenuto un turno di riposo ed era stato sostituito da un giovane cantoniere. Ieri pomeriggio, verso le 15, il Vuano dormiva nella stanzetta al primo plano, la moglie sfaccendava in cucina, al pianterreno, il sostituto stava compiendo una perlustrazione lungo la strada ferrata. Il casello, che 6 in mezzo ad un prato e circondato da un vasto orto, ha, nel retro, un minuscolo cortile di tre metri per tre: Il cortile è racchiuso tra il fabbricato d'abitazione e un piccolo magazzino rudimentale fatto di travi in cui il Vuano teneva un po' di paglia, fieno, la legna per l'Inverno, arnesi da lavorò e una gabbia di conigli. L'angusto locale aveva una sola finestruola protetta da una robusta griglia: era stato il cantoniere a sistemarla per evitare furti notturni. Ieri alle 15, mentre il padre dormiva e la madre riordinava la cucina, Andrea giocava nel cortiletto. Due o tre volte la Vuano.gli dava un'occhiata: il bambino era tranquillo, si trastullava con pezzi di ferro e una bacchetta. Alle 15,45, improvvisamente, la donna avvertiva un gran puzzo di bruciato. S'affacciava alla finestra che dà in cortile : Andrea non c'era più, dalla parte del magazzino si sprigionava un fitto fumo nero. La Vuano, urlando, si precipitava fuori, correva a spalancare l'uscio della baracca : ne uscivano di colpo, fiamme violente. Tutto l'Interno del magazzino bruciava: bruciavano i mucchi di paglia e di fieno, bruciavano le pareti tappezzate di canne e di assicelle. La donna provava ad entrare gridando: «Andrea! Andrea!», ma doveva arrestarsi: Il fuoco le si appendeva alle vesti minacciando di trasformarla in una torcia umana. Intanto interveniva il marito che a sua volta s'introduceva nella baracca; ma ne usciva quasi su bito, semi-asfissiato. Alle urla di sperate: «Andrea! Andrea! Dove sei?» non rispondeva che il ere pitio sinistro del legname. Il fu mo non permetteva di vedere più in là di un metro. Il calore era insostenibile. Sul posto, attratto dalle invocazioni e dal fumo, arrivava il pensionato Luigi Nove ra, che vive in una casetta a due cento metri di distanza. Il Novera, che per lunghi anni ha appar tenuto al corpo dei vigili del fuo co di Torino, era l'unico a non per dere la <esta: e alutato da un al tro vicino. Celestino Chlanale, or iganizzava lopera di spegnimento con il primitivo ma sempre efficace sistema della « catena ». Contemporaneamente dalla stazione di Rosta si telefonava alla caserma del pompieri di borgo San Paolo : di qui partiva immediatamente, a tutta velocità, un distaccamento al comando del maresciallo Francia. Sotto potentissimi getti l'incendio era in breve domato, '1 fumo infine si diradava, E veniva fatta l'orrenda scoperta. Sopra 'a gabbia di conigli, contro la finestruola munita di griglia che evidentemente aveva cercato di rimuovere per sfuggire alle fiamme, giaceva, rannicchiato e contorto, il cadavere di Andrea, bruciato e pressoché irriconoscibile. Il bambino non era riuscito, una volta scoppiato l'incendio, a riguadagnare l'uscio (presso cui apdmgdPtcspcdsdtanvdnvsc ardevano furiosamente I mucchi più alti di paglia) e aveva tentato di uscire dalla finestruola: ed era morto, si presume, scuotendo la griglia. Giungevano i carabinieri di Rivoli, il medico condotto, il Pretore. Mentre si cercava di interrogare il padre, inebetito, il corpicino straziato veniva rimosso, avvolto in un lenzuolo e trasportato in casa. La madre non c'era, era stata accompagnata, dieci minuti prima, di forza, alla stazione di Rosta, e qui accolta dalla famiglia dell'assuntore. Più tardi il padre le dava la tremenda notizia. Avvenivano scene sconvolgenti: la donna, stravolta dal dolore, voleva uscire dalla stazione e buttarsi sotto un treno: invano gli amici, il parroco di Rosta, lo stesso marito cercavano di calmarla e di confortarla. i o a a i l l n Ignote completamente, per or», le cause dell'incendio. Si può supporre che il povero ragazzo avesse In tasca dei fiammiferi e li abbia accesi mentre giocava nel magazzino : in un attimo la piccola fiammata s'è tramutata in rogo terrorizzante. Sono in corso le indagini dei carabinieri * che hanno compiuto tra I resti del magazzino un minuzioso sopraluogo. Andrea Vuano aveva destra: il tragico cortile con la baracca dei conigli dove bimbo è morto straziato dalle fiamme

Persone citate: Andrea Vuano, Celestino Chlanale