I torinesi per tentare la fortuna hanno speso 5 miliardi in un anno

I torinesi per tentare la fortuna hanno speso 5 miliardi in un anno Una tassa volontaria di 3300 lire a testa I torinesi per tentare la fortuna hanno speso 5 miliardi in un anno Al Lotto: 2 miliardi 850 milioni - Al Totocalcio: 2 miliardi - Il resto all'Enalotto e al Totip Quanto ha reso nei vari giochi una puntata di 100 lire - Perché nel Sud si vince di meno La fiducia e la speranza sono doti dei giovani. E giovani si dimostrano gli italiani arrischiando ogni settimana un po' del loro denaro per tentare la sorte. Nel '57 la spesa nazionale per Lotto, Totocalcio, Totip, è stata di 83 miliardi 700 milioni Nel '58 si è aggiunto un nuovo gioco, l'Enalotto. La cifra spesa nelle giocate è salita a un totale di 87 miliardi 200 milioni. Un record mai raggiunto finora, con un aumento del 4,3%. L'aumento dei consumi tra il '57 e il '58 è stato soltanto del 3%. Netta la prevalenza del gioco del Lotto: 43 miliardi e mezzo (4 in più del '57); segue il Totocalcio con 36 miliardi 700 milioni (la lenta discesa di questo gioco nel favore del pubblico è incominciata tre anni fa); a distanza il Totip con 3 miliardi 748 milioni (382 milioni meno del '57). Ultimo l'Enalotto con 3 miliardi 260 milioni: un inizio promettente. Nella ripartizione territoriale il 66 per cento delle somme giocate spetta al Nord.Italia. Ma, se si guarda la spesa prò capite delle giocate, la differenza fra Nord e Sud non è sensibile. Anzi, nel Meridione la spesa a testa per il Lotto (in media 1100 lire) è maggioro che da noi (725 lire). Nel Sud innumerevoli, piccole giocate; nel Nord puntate più alte, sistemi, metodi matematici. Come si comportano 1 torinesi e 1 piemontesi di fronte alla sorte? Cominciamo dal Lotto, che è l'esempio più evidente. Lo scorso anno i torinesi hanno speso 2 miliardi 850 milioni per giocare 20 milioni di bollette; ci sono state 400 mila vincite per un miliardo e 200 milioni. Ogni 100 lire i torinesi ne hanno ricuperate 42,10. I napoletani hanno giocato 8 miliardi 160 milioni, ne hanno vinti 3 miliardi 129 milioni. Ogni 100 lire ne hanno recuperate 38,50. Il resto è andato a' finire nelle casse dello Stato. Perché questa differenza? Si dice: il Lotto è il gioco delle donnette, che tirano i numeri buoni dai sogni o dai fatti sensazionali. Verissimo: la cabala ha tradizioni nobili che risalgono nella notte dei tempi. Ma il Lotto non è tutto qui: è anche matematica, calcolo dello probabilità. Ecco la differenza tra Nord e Sud, tra Torino e Napoli. Qui ci sono 1 matematici, là gli ispirati. I sistemisti, quelli che conoscono i segreti dei « gemelli », delle « cadenze », dei « vertutili»; o quelli che fondano sul calcolo delle probabilità la speranza di diventare milionari, a Torino e a Milano sono molto più numerosi che a Napoli. Essi sanno ad esempio che la frequenza media di ogni numero è di 18 settimane, ma che può arrivare anche a 180. Sanno che un numero diventa « maturo » dopo 120 settimane di assenza. E lo attendono aumentando via via la posta. Attualmente questi esperti hanno gli occhi puntati sul 55, ruota di Bari, che è già in ritardo di 157 settimane. Punta- re su quel numero vuol dire circoscrivere le probabilità di vittoria a un periodo relativamente breve. In vista della vincita si possono anche sopportare sacrifici finanziari. Ma è un gioco a cui non bastano certo le risorse dell'uomo comune del Sud, che risparmia sul vitto per giocare l numeri buoni. Il Lotto, all'apparenza gioco innocente, è più rischioso e immorale della roulette. Novanta numeri: per l'estratto semplice, una probabilità di gz4dqv vincere bu 18, ma lo Stato paga soltanto 10 volte e mezzo la posta, il 58,33% di quanto dovrebbe. Per l'ambo, invece, le probabilità Bono una su 405, la posta viene pagata 250 volte e mezzo, cioè il 62,42%. Ma il giocatore delle altre combinazioni ci perde di più. C'è una probabilità su 11.748 di vincere un terno, lo Stato paga solo 4250 volte la posta, il 35,17% di quanto dovrebbe. Per la quaterna le probabilità sono una su 511.038; al vincitore viene pagata 80 mila volte la iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiniiiitiiiiiiii posta, pari al 15,65%. Per la cinquina la percentuale del dovuto-scende al 2,27%: rquivole a un milione di volte la posta, ma le probabilità di vincere sono una contro 44 milioni. Questa è la bisca dello Stato. Al tappeto verde il gioco appare persino più onesto. Per l'cn plein il banco paga 35 volte la posta, circa il 97% del dovuto, mentre le probabilità di vincere sono una contro 37. E passiamo agli altri giochi. I piemontesi hanno giocato nel '58, 63 milioni di colonnine al Totocalcio, che a 50 lire l'una formano una spesa di 3 miliardi 402 milioni, con una diminuzione di circa l'8% rispetto all'anno precedente. Le giocate della provincia di Torino rappresentano il 59,63%: circa 2 miliardi. Le vincite sono state per la regione di un miliardo 448 milioni; per la provincia di Torino circa 725 milioni. Ogni 100 lire giocate ne sono state recuperate 45,50. Quanto al Totip, i piemontesi hanno giocato in uh anno 250 milioni di lire; i torinesi hanno speso 175 milioni. Meno popolare, il Totip resta il gioco che rende di più. Le vincite sono state 150 milioni, di cui 100 a Torino. Ogni 100 lire giocate, ne sono state recuperate 60. Enalotto: In un anno, in Piemonte sono state giocate 10 milioni e mezzo di colonnine (di cui 6 milioni e 600 mila in Torino). La spesa è stata di mezzo miliardo in Piemonte, di 315 milioni a Torino. Sono stati pagati premi per 200 milioni. In totale i torinesi, l'anno scorso, hanno speso 3300 lire a testa per tentare la fortuna. La media nazionale è di circa 1700 lire.

Persone citate: Lotto