La folla irritata dal verdetto della giuria invade il palcoscenico e fracassa tutto

La folla irritata dal verdetto della giuria invade il palcoscenico e fracassa tutto Pauroso pandemonio Sài Festival di Napoli La folla irritata dal verdetto della giuria invade il palcoscenico e fracassa tutto All'annuncio che ha vinto la canzone < Cerasella», un maestro escluso grida "Truffatori!,, e schiaffeggia un altro autore - Il pubblico eccitato e urlante costringe alla fuga gli organizzatori - La Radio ha sospeso la trasmissione (Dal nostro corrispondente) Napoli. 11 giugno. Il VII Festival della canzone napoletana ieri notte stava per perdere una delle sue artiste che certo per grazia- fisica meriterebbe il titolo di glamour girl fra le "dive" in para al « Mediterraneo ». Non si è trattato di una delle solite proteste dei festival, ma della denuncia di un marito. La querela è stata trasmessa dalla Procura della Repubblica di Milano a un ufficio giudiziario di Napoli, città ove, in occasione del Festival, gli amanti erano venuti, alloggiando allo stesso albergo. Sorprenderli in un appartamento del lussuoso hotel, a due passi dalla Questura, è stato un gioco, poiché le prove erano incontestabili la polizia avrebbe potuto anche operare un arresto. Ala l'eventualità di cantare fra le recluse di Poggiorealc, anziché al Festival, è stata evitata da un articolo del Codice, che lascia l'autorità giudiziaria arbitra di decidere. Ma altri incidenti hanno turbato la serata al momento delle votazioni: urla di protesta tra il pubblico e schiaffi a un autore. Alle 2B, in un teatro gremitissimo, il Festival iìiizia con le * sigle » musicali delle due orchestre, quella <'. napoletana » del maestro Carlo Esposito, e l'altra, « all'italiana !■, diretta dal più giovane Marcello De Martino. Lo spettacolo, con commenti e sceneggiature di Bruno Corbucci e Giovanni Grimaldi, è presentato da Lauretta Masiero. L'attrice dai capelli color rame, indossa un modello di Dior in faille marrone e tulle bianco a pois, con gonna a palloncino e una vistosa scollatura. Dopo aver presentato le prime dicci canzoni, per le altre dicci la sostituiranno, nel commento introduttivo, le due «vallette* Lila Rocco, — die viene dalle leve delle misses — e Lucia Folli, la soubrettina di Macario. Stella furastiera, di Oliviero e Marotta, parla di una serenata fatta nella capitale lombarda ad una «Maria» che, dimentica dei gai, lontani idillU partenopei, adesso è « una signora milanese ». La pioggia batte sulla chitarra del tenace menestrello, ma Maria non apre la finestra. Primmavera. di Pugliese e Cqlosinio, come dice la Masiero, è «la visione di un amore vestito di rose e ricamato di sole e mare e fatto anche di piccole bugie »/ la canta Luciano Rondinella, fratello di Giacomo. Segue Ammore celeste (Fiore e Vian) con Arturo Testa, una delle migliori fra le voci nuove. Vilma De Angelis, in una toilette di organza bianca, a tralci di rose con collo a cappuccio e gonna a campana, si affaccia ad un balconcino 'ove sono appesi due meloni e un grappolo di pomodori e ricama in modo delizioso Cerasella di Danpa e Sciorini. Si tu (versi e musica di Enzo Di Gianni) riirresenta il problema della voce semibaritonale di Luciano Virgili, la cui valenza può essere controllata, ma non repressa fino al punto di non far udire un velato brontolìo di tuono, come temporale che si avvicini. Dopo Passiuncella, grazioso motivo di Ricciardi e Cesareo, che vede prodigarsi Mario Abbate, viene 'Mbraccio 'a tte, di Marotta e Buonafede, dal bellissimo "refrain': ,la canta in modo eccellente Jula de Palma che veste un chemisière bianco e lilla, Scurdammece 'e ccose d' 'o munno (Cesareo e Martelli), interpretato da Teddy Reno, precede le due composizioni più discusse. Una è Solitudine, di De Crescenzo e Rendine, la cui malinconica bellezza è portata all'apice dalla massima firma del Festival: Nunzio Gallo. Chiude la prima parte della serata Maria Paris, la più napoletana delle artiste, dalla chioma nerissima come il carbone. La maliziosa e ardente scugnizzo ribolle c\ freme nel pizzo verde che la fa- \ scia mentre fa vedere la pettegolissima Miss 'nciucio, di Galdieii e De Angelis. Le stesse canzoni sono poi interpretate da Elio Mauro, Germana Caroli con un abito che la rende somigliante a 101 giallo tulipano, Dana Ghia in un incredibile moire celeste, Gloria Christian, la cui toilette rossa a palloncino la rende identica alla Cerasella che lei canta. Vera Nepy in « gran sera» bianco e itero, ancora Elio] Mauro, Sergio Bruni — melodioso usignuolo del genere sentimentale —, Fausto Cigliano, Miranda Martino in un blu colore della notte, e il brillante Aurelio Ficrro, orgogliosissimo del suo smoking dai riflessi dorati. In attesa della votartene gli aficionados divisi in partiti — che hanno già acclamato i cantanti preferiti durante le interpretazioni — rinnovano le espressioni d'entusiasmo. L'unico rimasto impassibile è stato Lucky Luciano, venuto al «Mediterraneo* per applaudire la sua «fiamma» — in senso artistico, ben inteso — Maria Paris, cui egli ha inviato una grande corbeille di rose scarlatte. Le votazioni delle giurie dava¬ .I \ \ no i seguenti risultati: 1" posto a Cerasella con voti S~; al 2° Miss 'nciucio con voti SO; al.S° posto Primmavera con voti 26; al li" Passiuncella con voti SS; e al 5° Scurdammece "e ccose d' 'o munno con voti 18. Nell'udire la votazione un furibondo tumulto si è scatenato nella sala del « Mediterraneo ». Un coro di urla, fischi e parolacce si è levato. Il maestro Enzo Di Gianni, che avera composto i versi e la musica di «SI tu » (composizione esclusa), rivolto ad un gruppo di organizzatori sul palcoscenico, ha gridato: « Truffatori! Voi siete solo dei volgari truffatori! ». Quindi, avvicinatosi all'anziano pubblicista Augusto Cesareo, compilatore di una rubrica mondana, che ha avuto due sue canzoni nelle cinque prescelte (« Passiuncella» e «Scurdammece 'e cose d'u munno >) gli affibbiava alcuni violenti schiaffi clic gli facevano saltare di bocca la dentiera. H commissario di P. S. Salvatore Farragine, dirigente il servizio d'ordine, invitava il musicista Dì Gianni a seguirlo in un ufficio del teatro per chiedergli spiegazioni. Intanto la folla, eccitata, dopo una calorosa manifestazione di simpatia al maestro Furio Rendine autore della composizione Solitudine — anch'essa non inclusa nelle cinque prescelte pei- la finalissima — invadeva il palcoscenico rovesciando e frantumando tavoli e sedie e costringendo alla fuga molti dei componenti la commissione di scrutinio e degli organizzatori. La Rai, visto il pauroso pandemonio, con il pretesto di « sopravvenute esigenze tecniche » interrompeva il collegamento perché gli ascoltatori non udissero l'inferno che accadeva nel teatro. Il pubblicista Cesareo si è re.cato al « pronto soccorso » per I/arsi medicare le escoriazioni e le contusioni al viso. La questuper prevenire altri possibili disordi,,. Ha attuato particolari, misure di vigilanza. | c g I

Luoghi citati: Milano, Napoli