Tre condizioni deiia Francia per accettare basi di missiii di Sandro Volta

Tre condizioni deiia Francia per accettare basi di missiii Il contrasto tra De Gaulle e il erale Norstad Tre condizioni deiia Francia per accettare basi di missiii Secondo "Paris Presse,, sono: 1) una parte più importante nella Nato; 2) segreti atomici americani; 3) solidarietà atlantica per l'Algeria - Nessun risultato nelle trattative (Dal nostro corrispondente) Parigi, 9 giugno. « L'aggravamento del malessere atlantico potrebbe appesantirsi ancora» scrive stasera Le Monde a commento della polemica che si svolge in questo momento fra 11 Comando Supremo alleato In Europa e il governo francese. Da una parte e dall'altra sono stati pubblicati comunicati piuttosto ambigiii, ma non tanto" da non lasciar trasparire l'esistenza d'un dissidio profondo. Più che 1 Paesi della Nato, questo dissidio sembra riguardare il governo francese e quello degli Stati Uniti, alla cui polìtica si ispira il Comando delle forze atlantiche. All'origine della polemica è infatti la decisione di ritirare dalla Francia, per installarli in altri Paesi dell'Europa Occidentale, i 200 bombardieri americani che'attualmente vi si trovano, ma questo sembra soltanto un pretesto, o, per essere più chiari, una misura di ritorsione, perché, anche se la reale efficienza bellica di quegli apparecchi non fosse diminuita dagli sviluppi delle nuove armi, non avrebbe molta importanza che essi si trovino in un Paese piuttosto che in un altro. Più importante è che per la prima volta il governo della V Repubblica ha manife stato ufficialmente la sua intenzione di «non prendere nuovi impegni verso la Nato ». Ciò significa che la Francia rifiuta l'impianto d,! piattaforme per il lancio di missili a media gittata e rifiuta pure che vi vengano installati depositi di armi atomiche e che le sue forze aeree tattiche vengano integrate con quelle dell'alleanza. Nei comunicati del Comando atlantico e del governo francese è detto che le trattative che ài sono svolte a questo proposito non hanno portato nessun risultato. Da una parte come dall'altra non si esclude che ciò possa ancora, avvenire, ma un esame più attento dei testi fa pensare che un accordo sia ormai estremamente difficile perché nella messa a punto ufficiale francese manca questa volta la frase che era contenuta nel memorandum del generale De Gaulle del 24 settembre, ossia: « finché non saranno prese in considerazione le rivendicazioni francesi ». Quali sono queste rivendicazioni? Lo ha ricordato un giornale che riflette spesso il punto di vista dell'Eliseo, Paris Presse, in una nota che aveva tutta l'aria di essere ispirata, pubblicata ieri In grandissimo rilievo con un titolo che occupava tutta la prima pagina. Le rivendicazioni sono: accresciuta partecipazione della Francia alla direzione dell'alleanza, comunicazione dei segreti atomici agli scienziati francesi, miglior comprensione degli inte ressi africani della Francia. Su queste rivendicazioni il giornale affermava che la posizione della Francia « è diventata irreversibile da quan do il generale De Gaulle è tornato al potere ». L'intransigenza francese è incoraggiata dal fatto che, per la prima volta dopo molto tempo, Parigi non ha più bisogno di prestiti- americani per equilibrare la sua bilancia commerciale con l'estero. Il ministro delle Finanze, Antoin Pinay, l'ha fatto sapere agli americani durante il suo recente viaggio a Washington e il generale De Gaulle intende valersi di questa circostanza per consolidare la sua. politica di prandeur. Nella polemica, che si sta ormai estendendo tanto a Londra quanto a Washington, interviene' ora anche Jacques Soustelle, con una presa di posizione che dimostra la fermezza delle decisioni francesi. In un'intervista accordata alla televisione britannica, il ministro ha infatti dtchiara- to: «Non è la Francia che ha inventato l'Idea o l'obbligo di pagare un diritto d'ingresso, che si chiama potenza nucleare, per essere ammessi ntll'esclusivissimo club dei grandi». '! Soustelle ha poi detto che la Francia procederà certamente ai suoi esperimenti atomici, a meno che le informazioni scientifiche che attende non le vengano comunicate dagli alleati. «Questi esperimenti — ha concluso — sono necessari soltanto per'una ragione: perché la Francia deve rifare tutto il cammino già percorso dalle potenze atomiche. Potrebbe non essercene bisogno se un accordo venisse realizzato ». Sandro Volta

Persone citate: De Gaulle, Jacques Soustelle, Pinay, Soustelle