Creare nuovi posti di lavoro per ridurre la disoccupazione

Creare nuovi posti di lavoro per ridurre la disoccupazione Un problema che esige un energico sforzo Creare nuovi posti di lavoro per ridurre la disoccupazione Nel 1958 i senza lavoro sono aumentati di 7500 in città e 2100 nel resto della provincia - Punta massima in febbraio: 57.500 - Ora la si' tuazione è migliorata: 27.500 disoccupati a Torino, 25.600 in provincia L'economia torinese è in fase di risveglio. I sintomi positivi, già manifestati in marzo, al sono consolidati nei mesi successivi. Sinora la ripresa non Ila però determinato un sensibile assorbimento dei disoccupati. Anche se vi è stata una lievissima flessione il numero del senza lavoro rimane sempre molto elevato. Esaminiamo I andamento del fenomeno negli ultimi anni. Nel 1957 la disoccupazione si è mantenuta costante rispetto al periodi precedenti. Alla fine di dicembre del 1957 vi erano in tutta la provincia 48 mila disoccupati di cui 19.600 nella città di Torino. I segni di aggravamento hanno cominciato a manifestarsi nella prima metà dell'anno scorso. Mentre in provincia la disoccupazione si manteneva sui livelli precedenti, in città tendeva al rapido aumento. Al 30 giugno 1958 I disoccupati torinesi risultavano 22.500 (con un incremento di 2900 unità rispetto al dicembre 1957). Nella seconda metà del '58 vi è stato un nuovo aggravamento. Alla fine del '68 le cifre erano: Torinocittà 27.100 disoccupati (aumento di 7500 unità rispetto al dicembre 1957); tutta la provincia, compresa Torino, 57.600 (aumento di 9600 unità in confronto al dicembre 1957). In altre parole l'anno scorso la disoccupazione è cresciuta di 7500 unità a Torino e di 2100 nei centri della provincia. Nei primi due mesi di quest'anno il fenomeno si è modificato: I disoccupati hanno continuato a crescere in città e sono cominciati a diminuire in provin¬ ce(cpnvgèfiT(tpcpmlsnmdptscpnptsaiiftIptruiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii cia. Alla fine di febbraio le cifre erano:-28.200 disoccupati In città (aumento di 1100 rispetto al dicembre del '58) e 57.500 in totale per tutta la provincia (diminuzione di 1200 unità nella sola provincia). In marzo ed in aprile è proseguita la flessione in provincia ed è cominciata anche in città. Alla fine di aprile la situazione era: Torino-città 27.500 disoccupati (700 unità in meno di febbraio); tutta la provincia 53.100 disoccupati (4400 in meno di febbraio di cui 3700 diminuiti nei centri della provincia). Il fatto che 1 disoccupati comincino a diminuire rispetto alla punta massima del. febbraio scorso conferma la ripresa economica ma non toglie drammaticità alla situazione in cui si trovano I senza lavoro. Oggi abbiamo in tutta la provincia 53.100 disoccupati di cui 27.600 nella sola Torino. Sono cifre preoccupanti. Per avere un quadro esatto bisogna ancora fare una osservazione: il numero dei disoccupati non è aumentato tanto per i licenziamenti effettuati (785 nel 1957 contro 1126 nel 1958) ma perché le Industrie hanno rallentato il ritmo delle assunzioni (per sostituire il personale collocato a riposo o per lo sviluppo degli impianti) mentre è continuata la immigrazione. Torino, che alla fine del 1967 aveva 889 mila abitanti, ne ha ora 924 mila con un Incremento di 35 mila unità in poco più di un anno. Fino al 1957 il disoccupato poteva risolvere, almeno provvisoriamente, la sua situazione ripie¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiitiiitiiii a i a ¬ gando su mestieri molto modesti e malamente retribuiti. Oggi c'è la ressa anche davanti a queste porte. La cronaca deve purtroppo registrare con dolorosa frequenza casi di disoccupati vinti dallo sconforto. Domenica . sera un disegnatore edile senza lavoro si è gettato nel Po dal ponte di piazza Vittorio ed è stato salvato da un coraggioso; poche ore prima un operaio disoccupato ili 36 anni si era tolta la vita lasciandosi cadere nella Dora dal ponte di Alpignano. Ogni giorno giungono a « Specchio del tempi » molti appelli di disoccupati. Anche in una città prospera come Torino è diventato molto difficile trovare lavoro. La situazione si fa drammatica, angosciosa per gli uomini di 40-50 anni che non hanno un mestiere o una specializzazione II problema non riguarda soltanto I manovali. Ci sono anche Impiegati, contabili, rappresentanti di commercio, donne non più giovani ecc. Quando perdono li lavoro non riescono più ad occuparsi. In tutti I settori si tende alla qualificazione: per gli Impiegati generici I posti diventano sempre più scarsi. E' questo un altro aspetto non marginale del doloroso problema della disoccupazione. Superata la crisi economica dell'anno scorso, appare ora necessario compiere un energico sforzo per cercare di lenire la crisi della disoccupazione. Non è degno d'una città civile che vi siano uomini e donne costretti a cercare lavoro con lo stesso animo di chi deve mendicare. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiKiiiiiiiiiiin

Luoghi citati: Alpignano, Torino