Dai villaggi di montagna scenderanno a dorso di mulo di Francesco Rosso

Dai villaggi di montagna scenderanno a dorso di mulo Dai villaggi di montagna scenderanno a dorso di mulo Potranno cosi votare, per la prima volta, anebe gli abitanti di S. Lucia di Gutò, il paese ebe non ha né medico né scuola né cimitero (Dal nostro inviato speciale) Palermo, 6 giugno Domani circa tre milioni di siciliani voteranno per eleggere i deputati della IV Assemblea regionale. Nelle passate elezioni l'affluenza si è sempre aggirata intorno all'86 per cento, ma l'asprezza della campagna elettorale, le passioni e i risentimenti scatenati dalla secessione di Silvio Milazzo lasciano prevedere che questa volta sarà molto più elevata. Molti siciliani che abitano in altre regioni d'Italia, tornano a casa per votare, i treni in arrivo da Milano, Torino, Genova, Roma trasportano ogni giorno molte centinaia di elettori, soprattutto militari che hanno ottenuto una speciale licenza Quest'anno, per la prima volta, voteranno anche gli abitanti di S. Lucia di Curò, il villaggio montano in provincia di Messina che non ha medico né scuola né cimitero, scoperto durante la campagnu elettorale dall'ex-democristiano ed ora milazziano avv. Ludovico Corrao, assessore ai Lavori Pubblici. I trecento elettori scenderanno a votare a Cesarò, il paese più vicino su una carovana di muli mes sa a loro disposizione Dalle tante iéolette sperdute attorno alla Sicilia, da Lipari a Favignana, a Pantelleria, a Lampedusa, dove nessun grosso calibro si è recato a fare comizi ai quarantamila isolani, i risultati saranno trasmessi a Palermo via ponte radio e forse saranno i primi ad essere noti dopo la chiusura delle urne, che avverrà alle dieci di domenica sera. A poche ore dall'apertura delle urne, il panorama elettorale si presenta quanto miti confuso, incerti i risultati. Fino all'anno scorso i partiti politici apparivano sufficientemente classificati, ma la defezione dei milazziani ha pericolosamente incrinato quell'equilibrio e a tutto favore delle sinistre.. Silvio Milazzo ed . suoi amici dell'Unione siciliana cristiano-sociale non hanno un preciso programma, mn generiche e male impostate rivendicazioni contro Roma c le grandi industrie del Settentrione, arbitrariamente acca sate di voler smantellare l'àu tonomia regionale e ridurre !a Sicilia al rango di colonia. La posizione dei milazziani è forte soprattutto nel Catanese « nel Trapanese e ha vasti consensi a Palermo, ma ha fatto scarsa presa a Ragusa, Agrigento, Messina, Caltanissetta e Siracusa. Secondo l'opinione, di molti, la loro affermazione non do. vrebbe provocare grosse sorprese, ma non bisogna dimenticare che questo movimento ipolitico si presenta per la pri¬ mMpmsgpza ma volta alle elezioni e che Milazzo è oggi l'uomo più popolare della Sicilia. Se il suo movimento conquistasse sei seggi all'Assemblea, sarebbe già un successo rilevante; egli\potrebbe influire sulla forma-lzione della Giunta, sia che rientri nella de, come molti pensano, sia che ritorni alla alleanza con socialcomunisti e neofascisti. Di fronte all'attacco dei milazziani e di tutti gli altri partiti, la de si è messa su posizioni di difesa, ma, nonostante tutto, se non si verificherà un cataclisma, dovrebbe uscire da queste elezioni meno malconcia di quanto si pensa. Dal 1947 ad oggi la sua forza di espansione è cresciuta ad ogni consultazione. Nelle regionali del 1951 ottenne 30 seggi e in quelle del 1955 arrivò a 37: nelle elezioni regionali del 1955 ebbe il 38,58 dei voti totali ed ■il &,S per cento in quelle na- zionali dell'anno scorso. [La secessione di Milazzo l'ha\!"?"-.»-!?«!!Lf ™Sll™JlS''\i personalismi che hanno prò vocato quel distacco non sono totalmente scomparsi, le polemiche interne prò o contro Fanfani sono ancora vive, ma il pericolo che corre la de siciliana apparirà più o meno consistente dopo le elezioni, quando si tratterà di formare la Giunta di governo. Oggi, di fronte all'elettorato, il partito si schiera sufficientemente compatto e con un programma di ragionevole amministrazione. Insidioso appare l'atteggiamento dei comunisti, i quali, non possedendo più forza di penetrazione fra contadini, operai e disoccupati, tentano di frazionare le forze di centro-destra rivolgendosi soprattutto al ceto medio. Il loro programma, che potrebbe essere sottoscritto dai liberali, ha ignorato abilmente i principi marxistici adattandosi ad un ingannevole riformismo. Essi promettono aiuti a tutte le iniziative, all'industria piecol', e media, all'agricoltura e nello stesso tempo invitano i partiti di destra a superare i loro pregiudizi programmatici per formare un fronte unico contro la d.c In sostanza essi ripropongono a monarchici e neofascisti In ripetizione della formula del governo Milazzo, un pasticcio politico che non dovrebbe piacere nemmeno ai siciliani Non è, tuttavia, escluso che l'abile camuffamento possa consentire ai comunisti di portare da venti a ventidue i loro seggi. Più cauta ed Incerta appare la posizione dei loclalisti, i quali sperano di aumentare a dodici gli attuali dieci seggi. Essi, però, si dibattono su questioni di principio e non solo pongono pregiudiziali nei confronti dei monarchici e neofascisti, con i quali affer- \sismo. Milazzo lgrosso agrario mano di non volere più ritornare al governo, ma anche verso Milazzo assumono atteggiamenti critici, essendo poco convinti del suo progresin fatti, è un che politica¬ mente starebbe bene all'estrema destra, costretto dall'ambizione di essere rieletto a predicare principi socialisti assai lontani dalla sua menta lità e preparazione. La sua ri volta alla d.c fu determinata, infatti, dall'opposizione alla li nea dell'nn Fanfani. Il partito liberale ha con dotto una battaglia elettorale intensa ed efficace con programmi chiari e realizzabili ma la sua consistenza non è tale da poter pesare decisamente sulla formazione della Giunta. Nella passata assemblea aveva tre deputati, ma è possibile che aumenti il nu- «tmacp■mero dei suoi seggi. Social democratici e repubblicani si [presentano con lista unica nel \collio d Trapanit divisi al_ \trove< c°" la Prospettiva di riportare all'assemblea ancora due deputati Più incerto appare la situa- e i zione di monarchici e neofascisti, che nelle ultime consultazioni hanno visto franare il loro elettorato attratto dalla d.c e. davvero strano, dai comunisti. E' difficile dire fino " che punto la frana si sia arrestata Se i calcoli si dovessero fare sulle elezioni politiche dell'anno scorso, si dovrebbe concludere che essi non riusciranno a riportare nemmeno la metà dei nove deputati che ciascun partito aveva all'assemblea appena chiusa Essi hanno perduto, infatti, la metà dei voti rispetto alle regionali del 1955. 'eri notte, terminata la campagna elettorale, gruppi di giovani correvano per le vie di Palermo cantando « Giovinezza » e gridando * Alala » al duce, ma erano appelli grotteschi che non destavano echi, nemmeno-di fastidio. Francesco Rosso

Persone citate: Fanfani, Ludovico Corrao, Silvio Milazzo