Tre milioni di siciliani alle urne per il rinnovo dell'Assemblea Regionale

Tre milioni di siciliani alle urne per il rinnovo dell'Assemblea Regionale Incertezza, sui risultato dopo un'accesa, campagna elettorale Tre milioni di siciliani alle urne per il rinnovo dell'Assemblea Regionale E' prevista una percentuale di votanti superiore alle precedenti - Largo afflusso di isolani che abitano al Nord -1 4604 seggi elettorali resteranno aperti dalle ore 8 del mattino alle 22; i risultati saranno noti lunedì sera - Le probabilità dei diversi partiti Oggi e domani Malgrado l'indifferenza che l'opinione pubblica dimostra di consueto per gli avvenimenti politici, il paese attende con interesse i risultati delle elezioni regionali siciliane, Gli antecedenti sono noti. Nello scorso autunno ad una rivolta degli autonomisti contro il governo Fanfani, promossa da una pattuglia democristiana sotto la guida dell'on. Milazzo, si associò la maggioranza dei partiti; così, sotto l'azzurro cielo di Sicilia, si sono visti coalizzati cattolici e comunisti, fascisti e monarchici: un compromesso insensato, che non continuerà dopo il voto di oggi. Nelle odierne elezioni, per la prima volta la democrazia cristiana, finora (almeno esteriormente) blocco compatto, è ih lotta con un gruppo dissidente cristianosociale. A questi secessionisti non si oppongono soltanto le forze del partito, ma il clero, con alla testa il cardinal Ruffini, appoggiandosi al decreto del Sant'Offizio. C'è anche attesa per conoscere se il partito comunista, che nelle « politiche » dello scorso anno ottenne il 22 per cento dei voti, migliorerà ancora le sue posizioni. Nella campagna elettorale 'Fon. Togliatti ha dato il suo appoggio a tutte le forze autonomiste, offrendo la sua collaborazione ai monarchici ed ai fascisti: pur di andare al potere, i comunisti sono pronti ad allearsi con Dio e col diavolo. Più prudenti i socialisti di Nenni; la loro mèta finale resta un accordo con i sindacalisti e con l'ala sinistra della democrazia cristiana. Gli elettori siciliani sono 2.900.000; nelle elezioni politiche del '58 i suffragi fu rono così divisi: de, 1 milione 79.000; pei, 550.000; psi, 272.000; monarchici, 190.000; msi, 173.000; pli, 142.000; psdi, 71.000. Dopo il voto di oggi, è probabile che si costituisca a Paler mo un governo imperniato sulla democrazia cristiana, con l'appoggio dei liberali e delle destre: all'incirca lo stesso schieramento governativo di Roma. * * La lotta politica non deve far dimenticare gli aspetti economici e sociali della situazione. La Sicilia, grande come il Piemonte, ha un milione di abitanti in più: quasi 5 milioni, con la densità altissima di 185 per kmq. La natalità non ha ormai le proporzioni del passato, ma supera il 22 per mille e l'incremento demografico resta più alto di quello nazionale (il 13 contro 1*8 per mille). Nel censimento del '51 gli analfabeti risultavano ufficialmente 960.000, di cui 78.000 ragazzi in età scolastica. La mancanza di scuole non è più grave che in altre regioni, ma più irregolare è la frequenza alle stesse classi elementari. Soprattutto i mezzi di istruzione non appaiono adeguati alle necessità del progresso economico: la Sicilia presenta la massima proporzione di ginnasi e licei classici, difetta di istituti tecnici e professionali, e naturalmente la facoltà di legge è quella più frequentata. Per valutare la disoccupazione, i dati statistici non bastano. In teoria la popolazione attiva si aggira su 1.600.000 unità, di cui solo 300.000 donne; l'agricoltura ne assorbe il 40 e l'industria il 29 per cento. I disoccupati sarebbero 180.000. una cifra non lontana dalla media nazionale; ma quanti operai sono pagati sotto .'e tariffe contrattuali, quanti braccianti con salari mini mi hanno possibilità d'impiego solo per 80 o 100 giorni all'anno ? Durante l'esercizio finanziario 19561957 lo Stato italiano ha incassato nella Regione 60 miliardi e ne ha spesi 120; nelle denunce totali dei redditi per il 1957, utili ai fini fiscali, la Sicilia era presente con 197 miliardi, il Piemonte con 425. Nel primo decennio della autonomia (proclamata nel mtoaligpslodttdanpn(mplm maggio '46), l'isola ha avuto un periodo di rapida ascesa: per le ragguardevoli sovvenzioni statali, per gli importanti investimenti privati, ed anche per lo slancio delle classi dirigenti locali. I latifondisti hanno dovuto vendere 400.000 ettari, sui 2 milioni che costituiscono la terra coltivabile della regione, e la riforma agraria ha creato 16.000 nuove piccole proprietà; purtroppo la meccanizzazione è ancora insufficiente (3500 trattori contro i 15 mila del Piemonte) e la produzione agricola specializzata non è cresciuta ini misura proporzionale agli in-! vestimenti. Nel settore delle I materie prime, è sorta dal [i derà il posto dell'ibrida eoa! lizione creata dall'on. Mi- nulla la grande industria del petrolio, con i giacimenti più importanti d'Italia. La produzione totale siciliana in dieci anni è raddoppiata, i consumi privati sono cresciuti del 65 per cento; sono stati spesi 280 milioni per l'industria ed altre imprese sono in corso d'attuazione, sia pure attraverso le difficoltà che oppongono le province agricole, ancora agli albori del regime capitalistico. * * Dopo quel periodo di espansione, negli ultimi anni si sono notati segni di stanchezza e di immobili smo. Il governo che pren- lazzo, dovrà affrontare compiti imponenti. Forse i pro¬ blemi più vitali non consi stono nel trovare vasti fi nanziamenti, oggi possibili, né nell'applicare all'economia i nuovi metodi tecnologici, ma nel diffondere una istruzione professionale moderna, nel distruggere gli ostacoli più gravi ad un effettivo progresso: lo spreco del pubblico denaro, la mafia, il clientelismo e la superstizione. Se tutta l'Italia continentale deve aiutare il ■processo di trasformazione in corso, l'onere e l'onore di questo compito spettano soprattutto alle classi diri genti dell'isola : all'amore così esclusivo per la loro terra, dovrebbero aggiungere un maggior senso della responsabilità e del dovere.

Persone citate: Fanfani, Nenni, Ruffini, Togliatti