Fra dieci anni la "radioattività,, comincerà ad essere un pericolo

Fra dieci anni la "radioattività,, comincerà ad essere un pericolo L'aumentata concentrazione in Italia dei prodotti di fissione Fra dieci anni la "radioattività,, comincerà ad essere un pericolo Fra il 1957 e il 1958 si sono avute almeno 35 esplosioni nucleari, ciascuna di potenza eguale a un milione di tonnellate di tritolo - In conseguenza della circolazione atmosferica, il danno maggiore al nostro Paese è arrecato dagli esperimenti in Siberia (Nostro servizio particolare) Roma, 5 giugno. Facendo seguito ai dati riferiti ieri sulle precipitazioni radioattive, risulta che la radioattività che maggiormence influisce sul nostro Paese è quella proveniente dalle espio sioni a'^niiclio avvenute nell'eniist irò settentrionale. Ciò significa che il fall-out (vale a dire, la precipitazione di materiale radioattivo) che più ci preoccupa è quello determinato dalle esplosioni sovietiche Infatti, contrariamente a quanto si riteneva sino ad alcuni mesi or sono, e cioè che il < fungo » atomico una volta raggiunta la stratosfera tendesse a distribuire i prodotti radioattivi in tutto il globo, gli accertamenti effettuati recentemente hanno consentito di stabilire, inequivocabilmente, che la circolazione del fallout è quasi circoscritta, per cause meteorologiche, nell'emisfero in cui avviene l'esplosione nucleare sperimentale. Dato che ì sovietici sono gli unici ad aver effettuato esplosioni di grande potenza, soprattutto con bombe H, nella regione artica (gli esperimenti inglesi sono stati fatti in Australia e quelli statunitensi risultano per la quasi totalità compiuti al disotto dell'Equatore, ad eccezione per le esplosioni di modesta potenza che hanno avuto luogo nel Nevada), le piogge radioattive sul nostro territorio sono da addebitarsi per una altissima percentuale agli esperimenti atomici siberiani. Infatti nel novembre 1956 e nonostante esplosioni di grande potenza realizzate nei mari del Paoiflco dagli Stati Uniti, il livello della concentrazione dì materiali radioattivi nel nostro territorio era di due-tre unità di misura superiore a quello ambiente. E' bastato però che i sovietici, nel '57-'58 « sparassero » a titolo di esperimento teste atomiche ad alto potenziale perché le piogge radioattive sull'Italia aumentassero di colpo. Comunque la caduta di pulviscolo radioattivo sul nostro Paese rimarrà tale ancora per alcuni anni anche se i sovietici, gli inglesi ed americani decideranno di sospendere gli esperimenti nucleari a scOj..d bellico. Ogni volta, infatti, che si verifica una esplosione atomica, si hanno tre tipi di precipitazioni radioattive: quelle «locali » che risultano insignificanti; quelle « troposferiche > che hanno un periodo di ricaduta variante da due settimane ad un mese e interessano regioni vicine al luogo d'esplosione; quelle « stratosferiche » per le quali trascorre un periodo valutato a circa 10 anni prima che il fall-out radioattivo risulti completamente depositato sul terreno. Le prime esplosioni atomiche da un megaton — secondo fonti ufficiali di Washington — ebbero luogo per gli Stati Uniti e per l'Inghilterra tra il 1952-54, allorché l'am montare complessivo dell'esplosivo atomico sali d'un tratto da 500 kilotons a 37.000 kilotons, delle quali eirca 36.000 kilotons di esplosivo era rappresentato da bombe « H » o comunque da bombe atomiche da un megaton (ricordiamo che il megaton è l'esplosivo corrispondente a un milione di tonnellate di tritolo). La concentrazione dei materiali radioattivi in Italia superò scarsamente la radioattività ambiente. Tra il 1955-56 i so vietici fecero esplodere bombe da un megaton per l'equivalente di 4 miliardi di chilo grammi di trinitrotoluene: la polvere radioattiva che cadde sul nostro territorio aumentò da 2,8 a 16 unità di misura in pochi mesi. Tra il 1957 e il 1958, si pos sono contare — secondo le predette fonti di Washington — non meno di 21 esplosioni di bombe atomiche equìvalen ti ad un milione di tonnellate di trinitrotoluene ciascuna da parte sovietica e 14 bombe di eguale potenza ciascuna da parte occidentale. Nella stratosfera dell'emisfe ro settentrionale dunque esistono ancora ingenti quanti tativi di materiale radioattivi che lentamente, ma continua' mente ricadono sulla terrà. E veniamo ora al « margine di sicurezza » di cui disponiamo. In base agli studi effet tuati a cura della Commissio nei per l'energia atomica ame ricana, risulterebbe che se gli esperimenti nucleari dovessero ancora continuare con lo stesso ritmo degli ultimi anni o venir addirittura intensificati, comincerebbe a determinarsi un certo pericolo entro dieci o dodici anni. Le esplosioni che venissero effettuate, supponiamo, nel 1970, verrebbero segui te da una precipitazione radioattiva continuata sino al 1980; e in quest'anno la < con centrazione » dei prodotti d fissione potrebbe forse già ri sultare dannosa, almeno in certe condizioni, pe- l'organi smo umano. Dieci-dodici anni sono pochi e molti: pochi e anzi pochissi mi se il mondo non dovesse avere la speranza che le varia potenze atomiche non vorranno far correre all'umanità il zihchsepmpteprisavrmmdushnbrtrdtussatvsaacznspsnpdndpgiohlmscnrddtgfntpcnnpmttstnt il rischio di una contaminazione della quale oggi non si hanno ancora i sintomi ma che diventerebbe incombente se non si sospendessero tempestivamente le esplosioni; molti o comunque sufficienti per dare agli uomini la certezza di una vita tranquilla e priva di pericoli atomici se i rischi di esperimenti futuri saranno tempestivamente pre visti ed eliminati. Oggi il pericolo non esiste e non ci sono motivi che g ustiflchino aliar mismi interessati e propagan distici: oggi, anzi, si sa che un certo numero di anni ci separa da quel pericolo. 11 problema, evidentemente, ha dimensioni che trascendo no il nostro Paese e le possi bilità che esso ha di modificare la situazione attuale. Si tratta di problema mondiale, del quale — certamente — tutte le grandi potenze conoscono le dimensioni. Per que sto, uno dei principali punti all'ordine del giorno delle trattative internazionali di Gine vra è quello che riguarda la sospensione delle esperienze atomiche militari. Ciò che è auspicabile da parte nostra è che vengano potenziati i mezzi di protezione di cui dispo niamo affinché almeno in questo settore di difosp. passiva si possa disporre di ciò che la scienza ha messo a disposizio ne dell'uomo. f. c.