Tupini che fu sindaco di Roma: "È una data da non dimenticare mai"

Tupini che fu sindaco di Roma: "È una data da non dimenticare mai" Il Parlamento celebra la liberazione della Capitale dai nazifascisti Tupini che fu sindaco di Roma: "È una data da non dimenticare mai" "Essa è il punto di partenza per la costruzione della nuova Italia; il ricordo dei Cadati c'impone di ditendere la libertà allora conquistata,, - Vibranti interventi di' Leone e Merzagora - L'estrema destra era assente (Nostro servizio particolare) Roma, 4 giugno. In una gran giornata di sole l'anniversario della liberazione di Roma è stato celebrato con sia*- .o e commozione più Intensi di quelli registrati negli ultimi anni. La prima commemorazione è stata tenuta fuori di Roma, al sedicesimo chilometro della Cassia, dove il comandante d'un drappello tedesco in fuga da Roma volle liberarsi degli ostaggi prelevati a « Regina Coeli> e nel carcere di via Tasso facendoli barbaramente trucidare in una piccola radura non lontana dalla strada. C'era Bruno Buozzi fra quegli ostaggi, e con lui quattro alti ufficiali, due ingegneri, un avvocato, un operaio, un tipografo, un ragioniere, due professori. Le vedove ed i figli dei martiri hanno deposto fiori intorno alla lapide marmorea posta sulla via Cassia; ed altre corone di fiori sono state portate dall'assessore comunale Agostini e da numerose autorità. Più tardi un cappellano militare ha celebrato la Messa sul luogo dell'eccidio, dove sorge un secondo cippo marmoreo. E più tardi ancora il presidente della Provincia, Giuseppe Bruno, ha deposto una corona d'alloro sulla lapide di Porta San Paolo e s'è recato a visitare il Museo della Liberazione in via Tasso. Ma è stato nelle aule parlamentari, a Montecitorio e a Palazzo Madama, che s'è svolta la manifestazione' più impegnativa. Alla Camera erano vuoti, all'inizio della seduta pomeridiana, i banchi dei deputati dell'estrema destra, che avevano partecipato alla seduta antimeridiana, c Questa è una data che non può essere dimenticata, né ora né mai — ha detto il ministro Tupi¬ li 111111 111111111111111111 ! 1111M ■ I 11 11111111111111111 i e , e a i a a a , , d e i a a e l , o è a o a e a i ¬ ni, che fu sindaco di Roma prima di Cioccetti. — Non può essere dimenticata perché segna l'inizio del secondo risorgimento italiano, il punto di partenza per la costruzione della nuova Italia. Se allora tutto demmo per il ristabilimento delle libertà di tutti, nella fratellanza di tutti, ristabilendo anche per ognuno di noi il diritto all'esistenza contro il crimine e l'assassinio politico, il ricordo dei Caduti ci impone di difendere quella libertà, perché divenga sempre di più strumento di pace, di indipendenza, di lavoro, di de mocrazia nella giustizia suprema ». <I1 miglior modo per celebrare l'evento — ha poi detto il presidente Leone — è quello di richiamare a raccolta intorno al valore sacro di Roma tutti gli italiani, nel com mosse e riconoscente rimpianto di quanti sacrificarono la vita per la libertà e l'indipendenza della Patria, nell'impegno di saperci rendere sempre più degni di una tale immensa eredità ideale ». Per i socialdemocratici, per i socialisti, per i liberali, per i comunisti, per i de, per i repubblicani hanno rispettivamente parlato gli on. Orlandi, Comandini, Bozzi, Nannuzzi, Villa e La Malfa. Il primo ha avuto parole aspre per la Giunta capitolina e s'è lamentato per il mancato imbandieramento degli edifici pubblici. < Oggi, come quindici^ anni fa — egli ha detto — if Campidoglio è deserto ». < La portata storica della data — ha detto Comandini — sarebbe immiserita se la Resistenza accettasse la polemica con il sindaco di Roma». Importante è non dimenticare le' stragi delle Fosse Ardeatlne, della Storta, il sacrificio di tanti eroici sacerdoti. « Quegli eventi appartengono alla 111111111111111 i I ) 11 II I II 1111111111111111111111 ! 111111111 ■ 111 storia del Risorgimento italiano ». Il de Villa, che fu testimone dell'esecuzione di un giovanetto, ha detto: «267 furono i militari caduti per la difesa di Roma, 241 i Civili, 335 le persone massacrate alle Fosse Ardeatine, 182 1 patrioti uccisi intorno a Roma, tremila 1 deportati che non fecero ritorno. In questa ricorrenza il pensiero della nazione vada anche riverente alla figura di un grande scomparso: Pio XII». Al ricordo di quei giorni — ha detto La Malfa — sono legate ore di speranza e d'angoscia, di paure e di eccezionali coraggi, c Misurando gli eventi della Resistenza alla squallida attuale realtà, agli opportunismi, ai trasformismi, ai maneggi politici, mi vien fatto di chiedermi se tanto sacrificio di vit/e umane non sia avvenuto inutilmente ». • Al Senato l'anniversario è stato ricordato dal de Cingolani, con brevi parole alle quali si sono associati Parri per i socialisti, Donini per i comunisti e Venditti. per, i liberali. < Il sindaco della capitale — ha detto Parri — non può, senza assumersi una grave responsabilità, disconoscere 1 titoli di legittimità storica in nome dei iiiiiiiniiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiniiiiiiiiii a a quali governa Roma. Pertanto, come non potrebbe rinnegare il 20 settembre, cosi non può né deve rinnegare' 11 i giugno». Ha- poi preso la parola il ministro Bo dicendo- che < tutti gli italiani possono unirsi in questa rievocazione e nessuno può ravvisarvi una remora od un ostacolo all'unità e alla solidarietà dei cittadini. Il più bel modo di onorare un evento sul quale la storia si è già pronunciata in modo da dissipare ogni ombra, sta nel non dimenticare il male che deriva dall'oppressione e dall'ingiustizia, dalia guerra e dalla dittatura ». Il presidente Merzagora ha infine parlato dicendo che « la assemblea leva il pensiero ai Caduti, ai martiri, agli eroi e accomunatici rimpianto anche coloro che caddero dall'altra parte della barricata; giacché, se le ragioni della democrazia ammettono fra l vivi barriere ideologiche, tali barriere scompaiono davanti ai morti ». . L'assemblea in piedi ha applaudito. I due senatori monarchici si sono astenuti dall'applauso, ma si sono alzati in piedi per deferenza. Il senatore missino Nencloni è rimasto seduto al suo scanno. e. a.