Un milionario analfabeta vive solo in un pagliaio

Un milionario analfabeta vive solo in un pagliaio Un milionario analfabeta vive solo in un pagliaio Per Ire anni si è nutrito di pane, acqua e cipolle crude • Costretto finalmente a fare un bagno, ha denuncialo d'aver subito sevizie (Dal nostro corrispondente) Napoli, 2 giugno. Una singolare denuncia è giunta alla Questura da parte di un ricco agricoltore di 72 anni, Antonio Pollastro, proprietario, di terreni valutati molte decine di milioni. Egli, che da oltre tre anni ha abbandonato la famiglia, la casa e gl'interessi, affidati ai figlioli, per ritirarsi a vivere completamente solo in un pagliaio, senza più lavarsi e tagliarsi barba e capelli, nutrendosi di pane e cipolle crude, affermava d'essere stato rapito da sei « banditi mascherati ». Dopo averlo legato e condotto su un calesse — informava la missiva — i « masnadieri », trascinatolo in una stanza e fattolo spogliare completamente nudo, lo avevano costretto ad entrare fino al collo in una botte, naturalmente priva di coperchio e colma d'acqua quasi bollente. Incuranti delle sue acutissime proteste i rapitori 10 avevano « torturato » strofinandolo a lungo «come fosse un quadrupede », con lunghe mazze alle cui estremità avevano fermato delle spugne. Poi, asciugatolo e fattolo sedere, mentre a'cuni lo tenevano fermo, gli avevano tagliato barba e capelli, passandogli il rasoio oltre che sul viso anche sul capo, dove gli avevano fatto il contropelo. Quindi, rivestitolo con biancheria personale e abiti nuovi, lo avevano accompagnato nel « fondo ». La lettera al Questore, redatta con velata malizia da uno scrivano pubblico cui l'agricoltore si era rivolto, così concludeva: «Innanzi a tanto scempio io, messo in acqua e spennato come un volatile, chiedo giustizia 11 vostro devotissimo Pollastm Antonio ». Per veder chiaro nella vicenda, il Questore Arturo Musco trasmetteva la denuncia al commissario capo Eugenio Testa, dirigente la < divisione » della polizia giudiziaria, e questi a sua volta inviava sul posto il maresciallo Antonio Paparo e i brigadieri Gaetano Migliaccio e Salvatore Vanacore. I tre sottuflìciali, recatisi a Giugliano (il comune nella cui giurisdizione è accaduto l'episodio) si facevano indicare dove era la contrada Pellegrino. E' un posto assai lontano dall'abitato e vi si trova la fattoria dell'Abbondanza, di proprietà dell'agricoltore. Dopo aver camminato parecchio giungevano in un podere dove, avvolto da un fitto fogliame, vi era un capanno. Udendo lo scalpiccio dall'interno s'è levata una voce: «Chi è?». E subito dopo è apparso lo « spennato » Pollastro. Vestiva con pantaloni e camicia di grosso fustagno e calzava sandali di legno. I tre, vistolo intimorito, gli spiegavano il motivo della loro visita. Rincuorato nell'apprendere che non si trattava di persone venute per fargli un altro bagno con relativa rasatura, Antonio Pollastro riconfermava la denuncia, spiegan¬ do che dòpo l'accaduto aveva interrotto 11 romitaggio recandosi a Napoli a Porta Capuana. Ciò perché, essendo analfabeta, si era fatto scrivere l'esposto poi inviato alla Pubblica Sicurezza. Quindi aggiungeva d'aver donato i suoi terreni ai figli, eccetto una parte della proprietà che alla sua morte dovrà essere venduta per far sorgere un santuario nel punto dove ha il capanno, nel luogo, cioè, in cui vide tre anni fa la Madonna che gli disse di ritirarsi lontano dal mondo a meditare e a pregare. I sottufficiali, avendo visto che si trovavano innanzi a un tipo non nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, continuavano le loro ricerche e, recatisi dai due figlioli dell'agricoltore, dei quali uno si chiama anch'egli Antonio e l'altro Pasquale, avevano la semplice spiegazione dell'enigma. I giovani chiarivano che non potendo resistere oltre al pensiero che loro padre, da oltre tre anni, non si fosso mal lavato, avevano organizzato la messinscena del finto rapimento per sottoporlo a una radicale pulizia. La Procura della Repubblica, interessata del caso, ha ordinato una perizia per vag^are se non sia il caso di internare l'agricoltore in un ospedale psichiatrico, c. g.

Persone citate: Antonio Paparo, Antonio Pollastro, Arturo Musco, Capuana, Gaetano Migliaccio, Giugliano, Pollastro, Salvatore Vanacore

Luoghi citati: Napoli