L'incremento del turismo unica risorsa per l'Ossola di Giovanni Giovannini

L'incremento del turismo unica risorsa per l'Ossola Bisogna migliorare le vie di comunicazione con la Svizzera L'incremento del turismo unica risorsa per l'Ossola Al valico di Ponte Ribellaseli si giunge per una strada in terra battuta Grandi sforzi della Val Vigezzo per sviluppare le attrezzature alberghiere ed attirare i forestieri - L'anno scorso, su seimila abitanti, 240 mila «presenze» (Dal nostro inviato speciale) S. Malia Maggiore, 29 maggio. C'è un valico di frontiera, tra l'Italia e la Svizzera, attraverso ii quale passano ogni anno centinaia di migliaia di persone, ma dove chi si reca oltre confine in gita o per affari deve calcolare bene il suo tempo; perché alla mezzanotte d'estate e alle dieci d'inverno il nostro personale tira giù le sbarre e se ne va a letto: fino alle sei del mattino dopo nessuno può più entrare o uscire salvo casi di estrema necessità. E' Ponte Ribellasca, fra l'-Ossola e il Canton Ticino, la Val Vigezzo e le Centovalli, Domodossola e Locarno: un vàlico che è meno noto ma che come movimento col suo doppio transito sia ferroviario che stradale è pari a circa un quarto di quello del Sempione. Di qui nel 1957 sono entrati in Italia 81.812 stranieri in macchina e 66.000 in treno: altrettanti presumibilmente — non abbiamo le cifre precise ~ ne sono usciti; con duecentomila italiani circa passati nelle due direzioni, siamo sul mezzo milione di persone. Basterà un'occhiata alla carta geografica per notare come ad un abitante del Ticino sia più comodo passare da Ribellasca-S. Maria Maggiore-Domodossola e di lì dal Sempione per raggiungere la valle sviz zera del Rodano e il lago di Ginevra, che compiere il lungo giro a nord per il Gottardo. Da un punto di vista turistico, numerose sono le comitive che da Locarno affrontano lo splendido — panoramicamente — circuito per la Val Vigezzo e del Toce fino a Stre?a e Verbania con ritorno lungo il Lago Maggiore. Il passo di Ribellasca — che, si noti, resta aperto in ogni periodo dell'anno — consente quindi un prezioso afflusso di viaggiatori e turisti stranieri e al tempo stesso costituisce l'unico permanente collegamento stradale dell'isolata Ossola con la Svizzera. Sarebbe quindi logico pensare a molte e assidue cure da parte italiana per rendere il più agevole possibile sia per strada che per ferrovia que sto transito: la realtà invece è diversa, e sarà sufficiente rifarsi al citato esempio della chiusura serale, con l'aggiunta del particolare quasi comico della corrispondente anche se inutile veglia notturna da parte degli svizzeri per i quali il valico è aperto ventiquattro ore su ventiquattro. Siamo nell'incredibile o nel ridicolo: possibile che non si possa aumen tare di qualche unità il nostro personale di controllo favorendo, invece di ostacolare, il mo vimento di frontiera? Questo non è un provvedimento che richieda una laboriosa attuazione, e non possiamo non fare nostro l'appello della gente dèlia Val Vigezzo perché nel giro di qualche settimana si metta fine ad uno stato di co se assurdo. Del servizio ferroviario Domodossola-Locarno, gli utenti si dichiarano invece soddisfatti, e ci fanno anzi notare che dal 31 maggio migliorerà ut teriormente con l'entrata in funzione di due nuovi elèttrotreni articolati. Pessime inve ce — e ci spiace la monoto nia del leit motiv di tutti questi nostri servizi dal VerbanoCusio-Ossola — le condizioni della strada da Santa Maria Maggiore alla frontiera: dal Santuario Re in poi, e cioè per sette chilometri, non è nemmeno asfaltata e in molti tratti non è più' larga di quattro metri. L'amministrazione provinciale di Novara ha de ciso di effettuare lavori per migliorarla spendendo trenta cinque milioni, e non si può pretendere di più per una strada destinata a passare statale: è lo stesso caso del Lago d'Orta o di Macugnaga. E nella solita attesa di una sistemazione amministrativa, 10 stato delle comunicazioni resta cattivo o peggiora. Utile da un punto di vista generale, una moderna strada verso la Svizzera costituirei) be, e come tale è invocata, il toccasana per tutta l'Ossola e in particolare per la Val Vigezzo dove l'unica risorsa è 11 turismo. In questa Valle che ha poco più di seimila abitan ti si sono registrate circa duecentoquarantamila <presenze> e le prospettive per l'estate che comincia sono buone, con la maggior parte degli alber ghi o degli appagamenti già prenotata. Nella località più nota, Santa Maria Maggiore: il comune ha fatto sorgere un centro nella. ^InsUi con campi di tennis, pattinaggio a rotelle, minigolf, bar ristorante l'azienda di soggiorno ha ottenuto che quest'estate funzioni per la prima volta una scuola d'equitazione. Siamo al massimo dello sforzo possibile per i bilanci dei piccoli enti locali: per iniziati ve di maggior onere, come funivie o sp^giovie (che mancano, ed oggi sembrano ormai indispensabili al turismo) sta lavorando il Consiglio Valle costituito di recente con l'ade sione dei comuni interessati M» tutti questi propositi co mi» quelli da parte di privati che mostrano il massimo interesse allo sviluppo della zona, sono condizionati alla sistemazione di quei pochi chilometri di strada verso Ribellasca dove l'afflusso dalla Svizzera potrebbe moltiplicarsi. Qui, ripetiamo, il turismo è tutto: dove non vengono villeggianti, la depressione economica è tale da non temere confronti con le peggiori d'Italia. E' il caso della stupenda e selvaggia Val Cannobina, dalla Val Vigezzo al Lago Maggiore, dove ricordiamo con pena un'inchiesta fra ragazzi delle elementari: alla domanda c cosa avete mangiato ieri », la risposta era stata uguale per tutti: polenta e fagioli, polenta e insalata, polenta e formaggio, polenta sola Mai carne (consumo medio della popolazione, cinque grammi a testa al giorno) e, mancando le bestie, mal latte. Festa grande nelle scuole per la refezione resa possibile dai doni dell'Amministrazione Aiuti Internazionali. Qui in Piemonte, ad un passo dalla Svizzera, vici no allo splendido specchio del Lago Maggiore. Giovanni Giovannini

Persone citate: Cannobina, Centovalli, Locarno, Toce