Un aereo militare precipita in un campo presso una fattoria
Un aereo militare precipita in un campo presso una fattoria Un aereo militare precipita in un campo presso una fattoria Il pilota resta ucciso; l'altro aviatore, lanciatosi col paracadute, riporta gravi trattare - Dae reattori si toccano volando in formazione: ano si schianta al suolo (Dal nostro corrispondente) Padova, 18 maggio. Una mortale sciagura aviatoria è avvenuta verso mezzogiorno nel cielo di Stroppare di Pozzonovo. Un aereo militare biposto « Macchi 416 » in forza all'aeroporto « Gino Alegri » di Padova, presumibilmente a causa di un guasto al motore, è precipitato: il pilota, maresciallo Attanasio Zanella, di 42 anni, padovano, è morto; il capitano Bruno Braccini, del servizio telecomunicazioni, romano, si è gettato col paracadute riportando nel violento contatto col suolo la frattura della gamba destra e la sospetta frattura della colonna vertebrale. L'aereo era decollato dall'aeroporto verso le ore 9, per effettuare un giro di controllo degli impianti radio dell'aero nautica. Dopo aver sorvolato il Vicentino si era portato, nel ritorno alla base sul Polesinei mettendosi in contatto radio col posto di osservazione dell'aeronautica militare sul Monte Venda. Quando l'elica s'inceppò, l'aereo si trovava diretto a Padova, sulla verticale di Stroppare, una frazioncina di Pozzonovo costellata di fattorie. Cinque contadini erano intenti al lavoro dei campi intorno alla fattoria Capuzzo. Uno di costoro, avvertito uno strano sibilo, alzò il capo e scorse che l'aereo, con l'elica ferma, ondeggiava; dopo pochi secondi il « Macchi », puntato il muso verso terra, iniziò la caduta. L'agricoltore, visto l'aeroplano che gli precipitava addosso, urlò ai compagni di fuggire: fu un attimo. Dall'abitacolo di guida dell'aereo balzò fuori un corpo (era il capitano Braccini) e su di lui un istante dopo si apri ;a candida cupola del paracadute. Poi, mentre il velivolo piombava verso terra, un secondo corpo si staccò e cadde assieme all'aereo, avvolto nel paracadute che si era parzialmente aperto. Con un pauroso boato il velivolo andò a schiantarsi a una ventina di metri dalla fattoria del Capuzzo, dove l'agricoltore stava per mettersi a tavola con moglie e figli. Il capitano Braccini fu trovato svenuto a circa 150 metri dalla fattoria. Purtroppo per il maresciallo Zanella non c'era più nulla da fare: il corpo del pilota, avvolto nel paracadute semiaperto, era sprofondato letteralmente nella terra in un campo di granoturco. Una commissione d'inchiesta dell'aeronautica militare ha iniziato le indagini per accertare le cause del sinistro. L'ipotesi più plausibile è quella di un guasto improvviso al moto¬ re: quando lo Zanella si accorse che l'aereo non rispondeva più ai comandi avrebbe gridato al capitano Braccini di gettarsi col paracadute. L'ufficiale esegui immediatamente la. manovra. Non così tempestivamente purtroppo lo.Zanella, che usci dall'abitacolo quando l'aereo era a soli duecento metri da terra. Il maresciallo Zanella era sposato e padre di quattro figli. La moglie insegna a Olmo di Tribanó, a poche centinaia di metri dal luogo della sciagura. Un altro incidente, per fortuna senza conseguenze mortali, è avvenuto stamane nel Padovano. Due reattori della base di Istrana, mentre compivano evoluzioni sul cielo di Gazzo Padovano, si sono urtati: uno è precipitato al suolo e il pilota è riuscito a porsi in salvo col paracadute, l'altro, sebbene danneggiato, ha potuto continuare il volo ed atterrare a Istrana. L'incidente è avvenuto alle 10,15. Dall'aeroporto di Istrana era decollata una formazione di reattori tipo « F 86 K » per compiere un normale volo di addestramento. Alle 10 la squadriglia era in volo sul cielo di Padova. Compiendo un'evoluzione a circa 700 metri ai quota, due reattori si urtavano: le conseguenze di incidenti del genere, alle velocità elevatissime che i reattori mantengono abitualmente, sono fra le più temute dai piloti, in quanto il minimo urto provoca prò fonde e spesso incontrollabili ripercussioni sulla stabilità di volo dell'aereo. E c.osì è avvenuto per uno dei due reattori coinvolti: il velivolo del tenente Attilio Pecile, di 24 anni della provincia di Udine, sfuggiva al controllo, ma il pilota con tempestività si salvava col paracadute. L'altro « F 86 », pi lotato dal sottotenente Livio Pasini di Treviso, nonostante qualche danno riusciva ad atterrare felicemente. p. v.
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