Il progresso nucleare italiano riconosciuto al congresso di Stresa

Il progresso nucleare italiano riconosciuto al congresso di Stresa Il progresso nucleare italiano riconosciuto al congresso di Stresa Oltre i centri atomici di Ispra e Frascati, sono in costruzione centrali a Saluggia, a Latina e sul Garigliano - Terminata la conferenza alla quale hanno partecipato cinquecento industriali europei e americani ila^ro» «. Grechimi. *. jS0'B»lmp"""1 (Dal nostro inviato speciale) Stresa, 14 maggio. La conferenza di Stresa su < Le prospettive industriali dell'energia nucleare » è terminata oggi senza mozioni conclusive, rapporti Anali o nedute plenarie: scopo della riunione, alla quale l'Oece aveva Invitato cinquecento industriali del diciassette paesi ad essa aderenti, degli Stati Uniti e del Canada, era infatti quello di fare seriamente e criticamente il punto della situazione sotto l'aspetto economico produttivo. Passati i clamorosi applausi e gli entusiasmi degli anni scorsi per 11 miracoloso avvento dell'era nucleare, tecnici, economisti, industriali, giuristi, medici sono di giorno in giorno sempre più alle prese con problemi concreti che devono essere risolti nel modo più opportuno affinché le conquiste scientifiche si traducano In progressi produttivi nel generale nterésse. Il primo problema appare quello del costo dell'energia nucleare. Tutti sono d'accordo nel riconoscere che esso è incora superiore a quello della energia consueta idrica o termica (con l'unica eccezione di un congressista canadese, secondo 11 quale l'energia prodotta dagli impianti nucleari dell'Ontario è già a costi competitivi); variano invece le valutazioni di questa differenza. Il più pessimista è stato :unedl l'ing. Valerlo della Selni (alla quale pure si dovrà '1 terzo impianto nucleare di produzione in Italia): le sue indicazioni però sono state ritenute eccessivamente negative da tutti i congressisti intervenuti nel dibattito degli ultimi tre giorni. E* stato Invece unanime il giudizio sulla possibilità di una progressiva riduzione dei co stt sia nella costruzione degli impianti, sia, soprattutto, nell'utilizzazione del combustibile nucleare. Citeremo in questo • senso l'intervento odierno dell'ing. Cesoni, direttore della Sorin (la Società Ricerche Impianti Nucleari che sta costruendo il centro di Saluggia presso Chivasso), il quale ha dimostrato con precisi particolari come si possano in Europa, partendo dalla esperienza americana, realizzare sensibili economie sia nella costruzione che nel funzionamento degli Impianti. L'onere della produzione di energia nucleare resta, in ogni caso, talmente elevato da rendere necessario non solo un coordinamento delle diverse Iniziative nei singoli paesi ma uno sforzo concorde degli Stati europei associati. Abbiamo già detto, nella cronaca della prima giornata, dell'atti ;ione in Norvegia e quelli recentemente annunciati in Gran Bretagna); ieri il: dott. Consolo ha ricordato còhie l'accor do fra l'Euratom e gli Stati Uniti permetterà la costruzlo ne in Europa di sei od otto centrali nucleari da parte di imprese sia pubbliche che pri¬ vlmscdslolniodnc3saadnfqtlpisAlllllllilllltliliuilllll 111111111 il 111111111111111 n i vate. Il costo totale del programma di costruzioni dell'Euratom si aggira sui 350 milioni di dollari, circa 220 miliardi di lire. Di particolare interesse, fù sono sembrati le relazioni e i giudizi sulle disponibilità ài combustibile nucleare. L'ossido di uranio — il cui prezzo si a stabilizzato sulle undicimila lire al chilo — è abbondante oggi sul mercato internazionale, tanto che molte miniere non lavorano al massimo. Per il 1D61 è prevista nel mondo occidentale la seguente produzione: Stati Uniti 19.800 tonnellate, Canada 15 mila, Africa del Sud 6200, altri paesi 3500. Totale 44.600 tonnellate sufficienti a fare fronte alla richiesta. Passando dalla produzione alle riserve, 1 tecnici valutano a 400 mila tonnellate di ossido di urani" ! giacimenti del Canada, a 350 mila quelli dell'Africa del Sud, e a 220 mila quelli degli Stati Uniti. Seguono la Franciai con 50-100 mila tonnellate, l'India con 45 mila, l'Australia con 15 mila e, alla pari — cosa che ignoravamo — il Congo Belga e l'Italia con settemila tonnellate ciascuno. Aggiungendo Argentina, Portogallo, Giappone e Svezia (paesi per 1 quali non sono state indicate cifre), un rapporto presentato dall'apposita agenzia dell'Oece alla conferenza, indica In due milioni di tonnellate le riserve totali del mondo occidentale, avanzando Inoltre la previsione della probabile scoperta In nuove zone di altri due milioni di tonnellate di ossido di uranio. CI sembra Infine da notare, a conclusione di queste giornate di Stresa, il diverso ruolo assunto in campo nucleare dall'Italia con lo sforzo notevole di questi ultimi anni per riguadagnare il molto tempo perduto: 1 nomi di Frascati, Ispra e Saluggia, del Garigliano e di Latina, sono ormai noti sull'atlante atomico mondiale, e 1 congressisti stranieri (che da domani visiteranno Ispra, Saluggia e il Cise di Milano) hanno ripetutamente avuto espressioni dì sincera ammirazione. A tanto sforzo e capacità dì enti pubblici e privati, corrisponde disgraziatamente ancora oggi una carenza legislativa che non può non costituire un duro freno ed alla quale dovrebbe essere posto fine il più presto possibile.