I calciatori italiani capovolgono ogni pronostico e pareggiano a Londra contro l'Inghilterra: 2 a 2

I calciatori italiani capovolgono ogni pronostico e pareggiano a Londra contro l'Inghilterra: 2 a 2 Emozionante partita della Nazionale azzurra alla presenza di novantamila spettatori I calciatori italiani capovolgono ogni pronostico e pareggiano a Londra contro l'Inghilterra: 2 a 2 La rete inglese salvata per due volte, a portiere battuto, dalle respinte dei terzini Howe e Shaw - Charlton e Bradley seguano nel primo tempo ■ Decisa reazione degli azzurri nella ripresa ■ Brighenti e Mariani ottengono il pareggio - Un incidente a Flowers - Delusione dei londinesi -66 milioni d'incasso (Dal nostro inviato speciale) Londra, 6 maggio. Anche questo incontro è terminato con un risultato di parità. Come se stesse scritto nei libri del destino per le partite che la nostra squadra nazionale gioca in questa stagione. -Col fatto da sottolineare che questo è stato senza alcun dubbio il migliore dei quattro incontri disputati da parte nostra nella annata. Delle due squadre, quella che ha maggior dovere di dichiararsi dolente, anzi malcontenta della prova fatta, è la inglese. Che se gli azzurri sono stati nel complesso superiori all'attesa, i britannici possono' parlare ■ dell'incontrò pome di una delusione. Una delusione autentica, in più di un senso: in quello della difesa che si è dimostrata sconnessa e perforabile, ed in quello dell'attacco, che non ha saputo mettere a profitto le virtù tecniche indubbie di qualcuno dei suoi uomini. Gli italiani possono considerare come favorevole questa loro giornata di Wembley. In due periodi dell'incontro essi hanno potuto imporsi nettamente all'avversario. I primi trenti minuti sono stati a loro favore in tutto, meno che in qualità realizzatrice. La superiore velocità ed intraprendenza ha portato gli azzurri a travolgere più e più volte una difesa che sbandava da più parti. Ben sette sono state le occasioni di segnare che si sono presentate ai nostri in tale periodo di tempo. E tutte quante furono mancate per incapacità tecnica e per mancanza di esperienza internazionale, più che altro. In due occasioni, poi, il terzino destro Howe dapprima, e poi il suo ' compagno di sinistra, Show, , hanno respinto la palla sulla j Unta della porta quando già , iì portiere Hopkinson era sta, to tagliato fuori causa dalla i azione. Poi i nostri Hanno cei duto, ed al confronto è parso j per molto che quello degli itaI Uani fosse stato un lungo i brillante ma inutile fuoco di , paglia. - Doveva venire invece all'inizno della ripresa l'altro periodo, quello utile. Ed in quello la sorte ha compensato le cosc dando agli italiani quanto non aveva loro concesso nel •primo. Flowers, il mediano sinistro, si era ferito nei primi minuti della ripresa e dopo di essere rimasto a terra per qualche poco, egli veniva portato negli spogliatoi in barella. Il mediano sinistro rimase assente per una diecina di minuti o poco più dal campo, e nel frattempo gli azzurri prima diminuirono la distati za, e poi pareggiarono. In am- ' bi i casi la difesa britannica si portò in modo incomprensibile. Ma la sortr. era pure in dovere di livellare le prestazioni, col dono dei suoi favori, nella ripresa. Cosi il risultato va considerato come equo e la Nazionale italiana, date anche le condizioni in cui era scesa in campò, ha ogni diritto di ritenersi contenta dell'esito raggiunto. Vi erano più di 90 mila persone nel vasto e grandioso recinto di Wembley e gli italiani presenti ammontavano, a giudicare dal sostegno vocale dato alla squadra durante tut- I to l'incontro, ad alcune mi- I gliaia. L'incasso superò le 38 mila sterline, circa 66 mi/ioni 1 di lire italiane, cioè. L'emozione iniziale gli ita- ■ Moni la ebbero prima che la ; partita incominciasse. Faceva . servizio sul campo una ban'. da militare della Guardia reale, e tra la sorpresa di tutti, ■ all'esecuzione degli inni, quando le squadre entrarono sul . terreno e si allinearono al : centro del medesimo, la banda . stessa attaccò la c Marcia Reale », invece dell'Inno di Mameli Pareva di essere tor• nati indietro di tre lustri quasi. Se proteste vi saranno, es$e avranno puramente carattere ufficiale. La cosa va considerata come un umoristico qui prò quo. Come già accennato, la pri¬ ma parte dell'incontro — venti minuti abbondanti — ebbe svolgimento favorevole agli italiani. Di Zaglio fu il primo tiro della giornata, eseguito da lontano e ben parato da Hopkinson, e di Gratton il secondo; precisamente come a Brighenti si presentò la prima buona occasione da rete. La difesa inglese diceva chiaramente col suo contegno di trovarsi a disagio di fronte alla vivacità degli azzurri. Wright stesso, il capitano, pareva scosso e incerto. E pri¬ ma ancora che i padroni di casa potessero entrare in azione e impegnare il portiere nostro, per due volte consecutive la rete britannica veniva salvata in extremis dalla capitolazione, a portiere già nettamente battuto. Nella prima occasione era Mariani che terminava una rapida incursione sferrando un tiro basso trasversale. Hopkinson era uscito e, proprio sulla linea della porta, doveva essere il terzino destro a fermare la palla e a rimandarla lontano. Passarono pochi istanti e la scena si ripeteva, nell'angolo opposto della porta inglese, su tiro partito dal piede di Galli questa volta: era l'altro terzino, il sinistro, Shaw, a bloccare accanto al palo e a respingere. Dovevano passare più di 20' prima che Buffon venisse disturbato da un tiro degli inglesi, e, come nel caso degli italiani, esso partì dal piede di un mediano, Flowers. Poco per volta l'undici locale si riprendeva e il loro attaccante più pericoloso^ Charlton, cominciava a far sentire la sua presenza con tentativi diversi. Finché in un momento in cui l'Inghilterra gettava sulla bilancia la sua superiorità in tecnica pura, la quale era tutt'altro che disprezzabile, il portiere nostro Veniva battuto per la prima volta. L'azione partiva dal mediano Floivers e si sviluppava attraverso alla mezz'ala destra Broadbent, con Bernasconi che veniva nettamente scavalcato; finché Charlton troncava gli indugi e con un forte e preciso tiro basso di sinistro spediva irresistibilmente in rete, a breve distanza dal montante sulla sinistra di Buffon. Uno a zero. In un sussulto di energia, Brighenti ritornava a farsi minaccioso, ma spediva alto. Ma era quello il momento migliore della squadra inglese, e Charlton chiamava ancora all'opera Buffon che si lasciava sfuggire di mano il pallone tirato dal giovane attaccante di Manchester. E tredici minuti dopo il primo, giungeva il secondo punto dei nostri avversari. Sv un lungo centro di Haynes, proveniente dalla destra, Buffon non riusciva ad allontanare la minaccia e Bradley, che si era portato in posizione di mezz'ala sinistra, sparava senza esitazione mettendo in rete. Loro, gl'inglesi, segnavano le reti, e noi non si faceva che andare vicino a segnarle. Petris, negli ultimi minuti prima che echeggiasse il segnale del riposo, sbagliava per pura inesperienza un paio di occasioni fra le migliori, Il solo incidente d'importanza di tutta la partita, doveva verificarsi tre mintiti e mezzo dopo la ripresa del gioco. Era il mediano laterale Flowers, che a seguito di un duro ma j {•astiate incontro con un italiano, rimaneva a terra. Per, tre minuti il gioco restava fermo, finché, su richiesta del-' l'arbitro — che, detto fra parentesi, si era portato e doveva portarsi ottimamente — entrava in campo una barella che caricava il giocatore contuso (o ferito) e lo portava negli spogliatoi. G'inglesi con-', titillavano con dicci uomini soli, e fra la sorpresa di mot-] ti, non procedevano a nessuna notevole riorganizzazione della difesa della loro squadra. Al massimo era la mezz'ala destra Broadbent che nei momenti di pericolo tornava indietro a dare una mano ai difensori. Un fatto questo, sul quale ci riserviamo di fare le nostre osservazioni in seguito. Della situazione così creatasi; l'undici italiano, invece, approfittava senza indugio. Era Sbriglienti che, ben servito da Petris, dava il segnale della riscossa con1 un tiro alto. Cinque minuti dopo l'uscita dal campo di Flowers, i nostri già erano riusciti a diminuire la. distanza. Su passaggio di Zaglio Brighenti avanzava con impeto, e mentre la manovra difensiva inglese si ingarbugliava tutta, egli spediva irresisti-' bilmente in rete. La reazione- dei padroni di' casa era piuttosto forte, e subito dal piede di Charlton partiva un tiro violento che finiva a lato. Era allora che avvenivano l'uno dopo l'altro i due incidenti che dovevano tracciare in modo definitivo il risultato dell'incontro. Il quarto d'ora di gioco era appena scoccato che, su un lungo centro proveniente dalla loro sinistra, tre attaccanti inglesi venivano a trovarsi in ottima posizióne, quasi senza difensori italiani, nella nostra area di rigore. Buffon usciva, e pareva allora un gioco da bambini il sospingere la palla nella rete. I tre attaccanti inglesi si trovavano però cosi stretti uno a ridosso dell'altro che — tiri tu, tiro iot — si ostacolavano a vicenda, e perdevano l'attimo favorevole per deviare in porta. Un difensore azzurro, accorso alla disperata, spediva la palla lontano. Se ne impadroniva Galli, il quale serviva con immediatezza Mariani, tutto solo, libero da ogni marcatura. La nostra ala destra puntava decisa in direzione della porta inglese: il terzino sinistro Shaio la rincorreva ma non riusciva a raggiungerla. Giunto in area di rigore, Mariani, senza fer-n marsi, sferrava il suo tiro e la palla entrava in rete, sfiorando le mani del portiere, accanto al montante Non appena questo era av- venuto, rientrava in campo il mediano laterale inglese Flowers. Si era ai 18' di gioco. E da quel momento, con le due squadre di nuovo a parità come numero di uomini, il risultato più non doveva cambiare. Sull'avvenimento ci riservia¬ mo di ritornare in sede più comoda, ma va senz'altro detto che l'esperimento di far giocare puramente giocatóri italiani va considerato come riuscito, anche se non tutta la intera compagine ha dato soddisfazione. Vittorio Pozzo Formazioni a Wembley ITALIA : Buffon; Roboni, Castelletti; Zaglio, Bernasconi, Segato; Mariani, Gratton, Brighenti, Galli, Petris. INGHILTERRA : Hopk i nson ; Howe, Shaw; Clayton. Wright, Flowers ; Bradley, Broadbent, Charlton, Haynes, Holden. Arbitro; Dusch (Germania). ' ' Brighenti (al centro) allarga le braccia in segno di gioia dopo il suo goal (Teiefoto) L'occasione mancata da Petris (a destra) nelle fasi Iniziali dell'incontro (Telefoto)

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