Il funzionario imputato a Yerbania si difende accusando il brigadiere

Il funzionario imputato a Yerbania si difende accusando il brigadiere Il funzionario imputato a Yerbania si difende accusando il brigadiere In una perquisizione compiuta nella sua casa furono però trovati documenti che lo compromettono • Il sottufficiale, padre di quattro bambini, non trasse alcun lucro e si addossò spontaneamente le proprie responsabilità (Dal nostro corrispondente) Verbanla, 5 maggio. E' iniziato questa mattina in tribunale, alla presenza di un pubblico foltissimo che gremisce l'angusta aula delle udienze, il processo a carico del dott. Antonino De Felice, procuratore assunto all'Ufficio del Registro di Pallanza, e del sottobrigadiere della Finanza, Enrico Pisano. Il De Felice detenuto nelle locali carceri dal 1" novembre, viene tradotto in aula scortato da due carabinieri, mentre il Pisano, che a suo tempo ottenne la libertà provvisoria, compare a piede libero. Secondo l'accusa il Pisano, con il consenso e su istigazione del De Felice avrebbe compilato e firmato lettere false relative a informazioni fornite dalla Guardia di Finanza di Verbania e di Cannobio all'Ufficio del Registro di Pallanza, sulle capacità economiche degli esercenti Angelo Brusa di Ornavasso, Giuseppe Aletto di Cannobio, Ercole Grlgnaschi di Pallanza e Margherita De Tommasi di Vogogna. Sempre secondo l'accusa i due imputati avrebbero inoltre occultato e soppresso, sottraendolo all'Ufficio del Registro e al comando della Guardia di Finanza di Pallanza, le informazioni vere e originali fornite sul conto dei contribuenti Brusa e De Tommasi. Il dott. De Felice e il sottobrigadiere Pisano devono rispondere di concorso in falso in atti pubblici, sottrazione di atti pubblici e abuso di atti di ufficio. Sempre al dott. De Felice si formula l'accusa di millantato credito per essersi fatto consegnare una somma, asserendo che l'avrebbe versata a un funzionario dell'Ufficio delle Imposte per comprarne il favore, e facendosi consegnare dallo stesso Albertini altra somma a titolo di prestito non più restituito, minacciandolo, in caso contrario, di rappresaglie di natura fiscale. I fatti cui fanno riferimento le imputazioni furono scoperti casualmente nell'autunno scorso. Parecchie cambiali a firma del De Felice erano andate in protesto, varie persone vantavano crediti verso di lui e gli erano stati sequestrati 1 mobili. L'Ispettorato delle Tasse e Imposte dì Torino mandò per un controllo un suo funzionario, il dott. Vitale, o in una perquisizione effettuata nel domicilio del De Felice dal tenente della Guardia di Finanza Pastorino, e dal sottobrigadlere Pisano, « attuale imputato » alla presenza del dottor Vitale, furono rinvenuti vari documenti comprovanti l'illecita attività del pe Felice. Due giorni dopo il Pisano si pre» sentava spontaneamente al suol superiori, svelando quanto era stato indotto a compiere. All'apertura dell'udienza il presidente dott. Luridiana procede all'interrogatorio del De Felice, il quale in una lunga esposizione durata circa due ore respinge le accuse proclamando la sua innocenza e scaricando tutta la responsabilità sul Pisano. Particolarmente aggressivo si dimostra nei confronti del tenente della Finanza Pastorino, accusandolo di averlo invitato, in occasione del suo interrogatorio, ad assumersi tutta la responsabilità, in considerazione della situazione di famiglia del Pisano, padre di quattro figli. L'altro imputato, il Pisano, invece ammette di avere sottratto informazioni dal Comando, sostituendole con altre da lui stilate, cerca però di scagionarsi dicendo che le informative gli venivano richieste dal De Felice, al quale egli le forniva ritenendolo un suo superiore. Sostiene in modo reciso di non avere tratto alcun lucro e di non avere mai ricevuto compensi di sorta. Durante la deposizione del Pisano il De Felice interviene di frequente per smentirlo, tanto da essere richiamato dal presidente e minacciato di allontanamento dall'aula. L'udienza termina alle 14 e viene ripresa alle 15,30 con la escussione dei testi. Il dottor Vitale, dell'Ispettorato delle Imposte e Tasse di Torino, dichiara che diverse persone si recavano da lui per chiedere notizie sul conto del De Felice, in quanto gli avevano prestato denaro. Egli, a conoscenza che su istanza di un creditore di Crusinallo gli era stato posto il sequestro sui mobili, chiese l'autorizzazione, a perquisire lo appartamento del De Felice. Durante le perquisizioni furono scoperti i documenti comprovanti la illecita attività del funzionario del registro. Il tenente Pastorino, della Guardia di Finanza, conferma quanto ebbe a dire in istruttoria, affermando che il Pisano si presentò spontaneamente a lui, dichiarandosi colpevole, perché non accusassero altri suol colleghi. Afferma inoltre che il De Felice in un primo tempo avrebbe detto che si sarebbe assunto .lui tutte le responsabilità; '• 1 L'udienza è terminata alle 21,45 con il rinvio del processo al 16 maggio. a. f. Il dott. Antonino De Felice

Luoghi citati: Cannobio, Ornavasso, Pallanza, Torino, Verbania, Vogogna