Telefonista elettronica

Telefonista elettronica Telefonista elettronica Inserendo con rapidità vertiginosa le comunicazioni nei canali liberi, sfrutta anche le pause delle nostre conversazioni Una riprova della versatilità dei cervelli elettronici, di quanto essi si lascino indietro per agilità e prontezza le facoltà umane, viene data da un perfezionamento a impianti telefonici, idonei per comunicazioni a grande distanza, che è allo studio presso i Laboratori Bell. Come è noto, quando due persone conversano al telefono, l'una parla e l'altra ascolta, e poi si invertono le parti: la prima tace e l'altra discorre, e così via. Potrebbero anche parlare tutt'e due insieme; ma allora (e ciò accade non soltanto al ttlefono) la conversazione diventa inutile, perché, così facendo, ciascuna ascolta soltanto se stessa. Al telefono, la conversazione alterna ha per effetto che, dei due circuiti separati (quali si usano per le conversazioni lontane: l'uno che porta le parole in un senso e l'altro che le porta nel senso opposto), uno solo alla volta è occupato: l'altro resta inattivo: ciascheduno dei due insomma è in funzione soltanto per il cinquanta per cento del tempo. Ad una attenta analisi, si è trovato poi che, in realtà, ciascuno di essi è usato per meno della metà del tempo; solo per il 30 o 40 per cento della durata della comunicazione. E difatti ciascheduno di noi, nel parlare, fa delle pause: brevi tra parola e parola, più lunghe al termine delle proposizioni e- dei perìodi; qualche volta uno si arresta per cercare il vocabolo, la locuzione che ci vuole; per richiamare un nome o un dato che sfugge in causa d'una breve vacanza della memoria; per un vero o finto imbarazzo; per dar tempo a se stesso di prendere una. decisione; per aspettare una risposta altrui che non viene; o anche per marcare con un po' dì silenzio il peso di ciò che s'è detto (accorgimento oratorio di uomini politici, ma anche di conversatori d'importanza, tipo Conte zio). Con queste pause, l'attività, nel tempo, dei nostri organi vocali, e perciò anche di ciascuno dei due canali su cui è avviata la conversazione telefonica, discende al 40 o al 30 per cento. Orbene, dal momento che le pause oziose dei circuiti telefonici occupano dal 60 al 70 per cento del tempo della comunicazione, si potrebbe pensare di avviare su un gruppo di iinee predisposto per un certo numero di convers6zioni contemporanee, un numero maggiore, anche doppio ai esse. Ma bisognerebbe dare alle signorine dei centralini istruzioni di questo genere: «Voi siete preposte al collegamento telefonico fra le due città A e B. Esso dovrebbe consentire tante e non più conversazioni contemporanee. Orbene, se si presenta un nuovo chiamante, quando tutte le linee sono occupate, non respingetelo, ma collegate il suo apparecchio con uno dei circuiti che in quel momento è ozioso. Ne troverete sempre uno, dal momento che ciascuno di essi lavora soltanto per il 30 o il 40 per cento del tempo. Quando questo circuito ritornerà attivo, passale la nuova conversazione su un altro. Ne troverete ancora qualcheduno disponibile. Anzi, approfittando di questo margine di disponibilità, voi dovete accettare altre chiamate contemporanee, fino a raddoppiare il numero delle conversazioni >. Naturalmente nessuna telefonista sarebbe capace di un tale servizio: il suo cervello e le sue mani dovrebbero muoversi con una velocità frenetica; ma un apparecchio elettronico riesce a una tale impresa. Quando un utente comincia a parlare, egli viene immesso in un canale disponibile. Se ci sono meno utenti che canali, non ci sono difficoltà. Ma se ci sono più utenti che canali, l'apparecchiatura di estremità introduce automaticamente gli utenti che diventano attivi togliendo la comunicazione a quelli che in quel momento tacciono. Naturalmente, c'è sempre la possibilità con un tal sistema che — a un certo momento — le linee siano ingombre di troppi discorsi. Quando questo succede, i discorsi in soprannumero vengono tagliati o < congelati », per il brevissimo tempo necessario al disincaglio. Negli esperimenti fatti con un cavo sottomarino a 36 canali sì è facilmente raddoppiato il numero delle conversazioni, portandole a 72. Il tempo di congelamento è risultato assai piccolo, e cioè •soltanto per il mezzo per cento del tempo totale delle 72 conversazioni contemporanee: minime interruzioni dunque, appena percettibili anche a un orecchio sofistico. L'importanza del sistema si manifesta appunto in quegli impianti dove le conversazioni sono costose; j..rché allora la aumentata potenzialità compensa la spesa del complicato automatismo. Più che in sé peraltro, questo dispositivo è interessante perché dà la misura delle possibilità che l'automatismo, accoppiato con la prontezza delle risposte elettroniche, ha aperto alla tecnic*- Didimo