Sei bimbi muoiono ad Arezzo dopo una trasfusione di plasma

Sei bimbi muoiono ad Arezzo dopo una trasfusione di plasma Improvvisa tragedia tra i ricoverati dell'ospedale civile Sei bimbi muoiono ad Arezzo dopo una trasfusione di plasma / piccoli, di età fra un mese ed un anno, si trovavano nel reparto pediatrico per disturbi distrofici - Sono decedati fra venerdì e ieri sabito dopo l'intervento - Un altro piccino è malato • Sequestrate tutte le rimanenti dosi di "plasma sanguigno universale,, - Si attende l'arrivo di un ispettore del Ministero della Sanità <■>> (Nostro servizio particolare) Arezzo, 25 aprile. Tra il pomeriggio di ieri e questa sera sono morti sei bambini che erano ricoverati al reparto pediatrico dell'ospedale civico Santa Maria sopra i Monti. Un settimo bambino si trova in condizioni disperate e tuttora non è possibile prevedere se potrà scampare. La causa della tragedia dovrebbe ricercarsi in una trasfusione di plasma sanguigno che era stata fatta nella giornata di venerdì. I medici dell'ospedale non hanno ritenuto di fare alcuna dichiarazione, e la Procura della Repubblica ha disposto una immediata inchiesta. Si conoscono i nomi dei sei bambini deceduti: Sandro Banchi, di 5 mesi; Santino Artini, di i mesi; Rita Giacinto, di un mese; Mauro Nocentini, di 11 mesi; Valerio Tarducci, di un mese; Giuseppe Sanarelli, di due mesi. TI triste elenco segue l'ordine cronologico del decesso. Tutti bimbi sotto l'anno, nati prematuri con caratteri distrofici. Poiché si trattava per lo più dl insufficienze muscolari i medici li curavano con ripetute trasfusioni di plasma umano universale. Plasma che arrivava direttamente da un istituto sieroterapico di importanza nazionale, del quale non è stato ancora fatto il t;o«e. / primi sintomi di malessere che hanno messo in allarme il personale dell'ospedale si ebbero due ore dopo le trasfusioni. Il piccolo Sandro Bonchi si fece pallido in volto, il respiro divenne rantolante. La suora del reparto se ne accorse, lo prese tra le braccia, gli sollevò le palpebre. Gli diede due buffetti alle guance. Il piccolo Sandro non reagiva. La suora mandò a chiamare il medico di turno. « Questo bambino sta morendo ». < Lo vedo anch'io » Si tentò di rianimarlo. Fu sottoposto al trattamento che la miiiiiiiiMi^^ ac'enza e l'espt*rienza suggeriva. Ala nate fu vano. Pochi miranti e morì. Decesso improvviso senza apparente spiegazione che lasciò turbati suora, medico e gU infermieri. Si guardarono gli altri bambini: due apparivano già cianotici. Nell'ospedale fu dato l'allarme. Nel corridoio era in attesa una madre. Vide quel movimento, afferrò qualche voce, smarrita insistette per sapere quel che stava succedendo. Poi entrò nel reparto. Uno dei bambini morenti era il suo. Si gettò sul lettino disperata, chiamandolo per nome, urlando che glielo salvassero. Due infermiere la convinsero ad allontanarsi. Nel reparto erano otto bambini, parte dei quali provenienti dai paesi vicini. Furono avvertiti i genitori. Con l'arrivo delle madri e dei padri si ebbero scene strazianti. Alla sera di uenerdi i medici riconobbero che non c'erano più speranze per gli altri cinque ed acconsentirono che i genitori se li portassero a casa in agonia. Un settimo lo trattennero e non è possibile per ora alcuna prognosi. Uno solo non ha dato segno di malessere. Poiché il malessere mortale è sopraggiunto poco dopo la iniezióne di plasma si propende a cercare nel plasma la causa. Ad ogni bimbo era stata iniettata una dose variante tra i quindici ed i trenta centimetri cubici, a seconda dell'età. Il quantitativo è tutt'altro che pericoloso. Se ne possono iniettare, senza timore di conseguenze, sino a SO cmc. Dal 1953 l'ospedale di Arezzo seguiva questa terapia per i piccoli distrofici, usando il prodotto del medesimo istituto, e mai s\ era avuto il minimo incidente. Le dosi di plasma per le iniezioni erano state prelevate da un flacone di 300 ce. L'autorità giudiziaria ha ordinato il sequestro del flacone con il resi¬ duo ed ha avvertito il Ministero della Sanità perché disponga che sia impedito l'uso di questo siero sino a quando non sarà chiarita la eausa della morte. La preparazione del plasma avviene di solito sotto un duplice controllo, tuttavia non è possibile escludere matematicamente l'errore per <cause umane ». Ci potrebbe essere uno sbaglio di tecnico o anche uno sbaglio di etichetta, ossia che sia dichiarato plasma "universale" il plasma di un tipo determinato. L'inchiesta della magistratura accerterà se nella preparazione del plasma ci fu un errore, e contemporaneamente vedrà se non vi sia colpa o concorso di colpa nel personale dell'ospedale. Le trasfusioni dovrebbero sempre essere fatte da medici e per di più specializzati. Di solito, allorché ai introduce nel paziente sangue di tipo diverso dal suo, la rea¬ in ii 11 ni ii i ii i ■ i : li li i iiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiii i n a a è e e e a o n e o i i e ¬ zione « quasi immediata ed un attento controllo di chi opera permette di avvertire l'inconveniente e troncare l'immissione. Secondo quanto è stato comunicato all'ultima ora, causa del decesso sarebbe uno « choc smoclavico >, ossia il plasma iniettato non è stato assimilato dai bimbi ed ha provocato un collasso cardiocircolatorio. Si dovrebbe ritenere che fosse plasma non di tipo universa/le, ma di tipo determinato: e l'ottavo bambino non ha riportato alcuna conseguenza dall'iniezione perché il suo sangue, casualmente, era del medesimo tipo del plasma. Sono congetture che si prospettano in attesa che, la perizia dica una parola sicura. E' augurabile che l'errore sia dovuto a sbaglio di etichetta sul flacone: in caso diverso ci si potrebbe attendere da altre parti d'Italia altri casi mortali. g# c> iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiii

Persone citate: Giuseppe Sanarelli, Mauro Nocentini, Rita Giacinto, Sandro Banchi, Santino Artini, Valerio Tarducci

Luoghi citati: Arezzo, Italia