Un perito medico legale cade colpito da epilessia

Un perito medico legale cade colpito da epilessia Emozione nell'udienza di ieri al processo contro Gaetano Orlando e Pupetta Maresca Un perito medico legale cade colpito da epilessia La Maresca è uscita dall'aula per un malore - Confronti all'americana davanti alla Corte - Gennaro Abbatemaggio chiede di essere interrogato (Dal nostro corrispondente) Napoli, 21 aprile. L'episodio più drammatico dell'udienza al processo Orlando-Ma'resca si è avuto nei tardo pomeriggio, quando il prof. Francesco Tarsitano. un perito medico-legale assai noto, è stato colpito in aula da un violento attacco epilettico. Il clinico, elio stava per iniziare la sua deposizione, è sci volato per terra con il corpo rigido, poi mentre carabinieri, avvocati e giornalisti lo soccorrevano, ha cominciato a contorcersi. Adagiato lungo disteso su di un tavolo, la crisi del male è andata crescendo. Infine il professore è stato portato via su di una barella e ricoverato a « I Pellegrini >. Fra le multe persone passate innanz. alla Corte, vi è stata una donna, Virginia Botta, moglie di colui che fu il braccio destro di Pascalone, cioè quel Ciro Santaniello che, attualmente in carcere a Salerno, venne a riferire giorni fa un fatto di grande interesse. La sera prima dell'assassinio di Pascalone — cioè il 15 luglio del '55 — tre persone, Michele Ferrara detto < Sansone >, Alfonso Jervolino, l'autista di Pascalone, sopran nominato « Mantaleone » e Vincenzo Rega, sarebbero an dati nella sua casa di Siano per avvertirlo che l'indomani non si recasse a Napoli in quanto « vi era pericolo >. Lui non era in casa e lasciarono la commissione alla moglie. La donna — che ha depo sto tenendo in braccio un bimbo intento a succhiare il latte — riconferma quanto disse suo marito. Quindi il Presidente ricorre a quello che si chiama un « confronto all'americana >. La fa entrare nel suo ufficio. Poi fa venire Michele Ferrara e lo pone insieme ad altri due, il brigadiere di P. S. Roberto Russo e il carabiniere Andrea Coppola, entrambi in abiti borghesi. Quando la donna esce e viene posta innanzi ai tre, il Presidente le chiede se riconosce fra essi una delle persone che vennero a Siano per farle 11 grave avvertimento. Virginia Santaniello 'esita uii poco e poi indica il Ferrara: il confronto è stato positivo. Il testimone però sostiene che la donna lo ha riconosciuto perché veramente egli fu a casa dei Santaniello, ma non il giorno prima della morte di Pascalone, bensì in epoca anteriore durante le feste del Natale: egli vi si recò per prendere un agnello che Ciro Santaniello offriva in dono a Pascalone. Il confronto viene ripetuto con Vincenzo Rega posto fra il maresciallo di P. S. Mario De Luca e il brigadiere — pure della polizia — Giuseppe Pesante. Ma la donna non riconosce nessuno. Il terzo confronto, con Alfonso Jervolino, non è possibile poiché questo testimone è assente. Chiude l'udienza uno zio di Pascalone, Amato Bene Santaniello, detto < Amatuccio », da Quindici, un paese presso Nola tristemente noto negli annali giudiziari per avere in Italia il poco invidiabile primato del f>5 per cento di pregiudicati fra la popolazione maschile. Il Santaniello, esibendo un certificato penale su cui vi è scritto < nulla > tenta di far credere di essere incensurato. Ma su richiesta degli avvocati avversi è .costretto a riconoscere che quando da giovane stava negli Stati Uniti fu condannato a 20 anni di carcere, trascorsi a Sing-Sing. Amatuccio narra che, recatosi al capezzale del nipote morente, seppe da lui < sotto il vincolo di giuramento dell'omertà », che a colpirlo era stato Gaetano Orlando. Questi — gli disse Pascalone — aveva o^'to su mandato di Antonio. Esposito e Antonio Tuccillo. Poi spiega di essersi dccl=o a rivelarlo alla Corte, ma »olo dopo che, — secondo l'U3p — una sorella di Pascanone, Anna, lo aveva sciolto tìall'obbligo del segreto. Mentre Amatuccio depone, Pupetta si sente male e viene autorizzata, a lasciare l'aula. Gennaro Abbatemaggio, l'ultimo superstite del processo Cuocolo, ha inviato al presidente e al Pubblico Ministero una lettera. In essa Abbatemaggio, dopo aver precisato che quando era in carcere a Poggioreale nel padiglione Italia conobbe Antonio Esposito (l'esportatore poi ucciso da Pupetta, allora incriminato per un omicidio, ma poi assolto) ha chiesto di deporre come testimone, conoscendo parecchi fatti di notevole Interesse processuale. In una dichiarazione ai giornalisti, il famoso < cucchieriello» ha detto: <La delinquenza che oggi viene giudicata a San Domenico Maggiore, non ha alcun diritto di chiamarsi camorra. La vera camorra, quella di un tempo, del mio tempo, agiva cor. metodi ben diversi dall'uso fulmineo dei mitra. Dire che questa all'esame del giudici di San Domenico Maggiore è camorra, significa darle un onora che quella delinquenza non merita. Perciò la camorra vie¬ nttsmesttd ne diffamata e avrebbe il diritto di costituirsi parte civile ». L'importante testimone Antonio Tuccillo, nonostante fosse regolarmente giunto da Palma Campania, non ha potuto essere interrogato per oggi. Lo sarà quasi certamente domani. Crescenzo Guarino Gennaro Abbatemaggio, ultimo superstite del processo Cuocolo, ohe ha chiesto ieri di deporre (Telefoto)

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