Un nuovo vocabolario
Un nuovo vocabolario LA LINGUA PURA E IMPURA -==- Un nuovo vocabolario Quel che di più ardito hanno coniato scienza sport cinema televisione ed altre fonti del parlare d'oggi trova posto nel volume, poco ingombrante e di modesto prezzo Con sole mille lire si può avere un nuovo < Vocabolario della lingua italiana» (edito dalla Capitol di Bologna, con tavole a colori) che senza mancare a nessuno dei principali uffici di un vocabolario, non prende più posto di un libro ordinario e quasi realizza l'antico sogno degli studenti e studiosi, di portare la lingua italiana in tasca. Con una pazienza da scultore di nòccioli, il compilatore, Paolo Colombo, ha costretto più di trentatré mila voci in poco più di 850 pagine d'un volume in diciottesimo, senza peraltro asfissiarle nelle definizioni, peraltro parche ed essenziali La lettera e particella A, che nel Tommaseo occupa trentadue colonne, tre nel Petrocchi e una e mezzo nel Palazzi, qui non prende più di undici righe; dimostrazione di quanto siasi sveltito ai giorni nostri lo studio delle parole. L'opera che vuole avere e ha carattere pratico, cioè di aiuto e semplificazione, esclude da sé ogni preziosismo, ogni controversia erudita; lascia, com'è giusto, che le cose vadano per la china dell'Uso. Ma dentro a questa tolleranza è poi puntuale nel soddibt.i re tutte le richieste; tratta con ampiezza la parte grammaticale e fonetica; oltre al significato, dichiara la grafia, l'accentazione, la flessione della parola. La questione della pronunzia, che tanto divide e invelenisce (e e o aperte e chiuse, sex aspre e dolci), trova qui un pronto ed efficace soccorso mediante piccoli accorgimenti tipografici: chi trova Disegno, scritto cosi senz'altro, impara a pronunziarlo aspro, e chi trova Presuntuoso con un baffo sotto la « impara a dirlo dolce. L'autore è stato larghissimo nell'aecogliere parole nuove; anche quelle che scomunicate dai puristi sono tuttavia entrate nel linguaggio comune. Quel che di più ardito hanno coniato scienza sport cinema televisione e altre fonti del parlare d'oggi trova qui posto senz'alcun contrassegno infamante; mentre si sono sacrificate non poche di quelle voci belle ma disusate che possono appena interessare gli antiquari della lingua; quelle parole che a capirle ci vuole appunto il vocabolario. Questo è realistico e non illumina i parlanti che furono ma I parlanti che sono. Né vi si troverebbero Squasimodeo Mellone e siffatti termini da noi scherzosamente ricordati in una precedente nota; i quali hanno indignato un nostro lettore modernissimo. Di più il compilatore ha dato in fondo una ricca appendice di voci straniere e latine più comuni, di abbreviazioni e sigle d'uso (automobilistiche industriali ecc.), che compie 11 prospetto della lingua mista e intarsiata che si parla oggi. Qui il nicevò russo (espressione fatalistica, equivalente a: non importa) e il nihil sub sole novum, l'okay e l'o tempora o moresl, quiz e qui prò quo, E.N.P.A.S. e S.P.Q.R. si tengono onestamente compagnia. Fra i libri nuovi un vocabolario è il solo che non susciti curiosità circa il modo come finisce. Con tutte le sue lodevoli ammodernature e quel senso di destrezza che lo anima, neppur questo ha potuto rimuovere quel termine fatale di tutti i lessici italiani che è Zuzzurullone (con le z tutte dolci), definito bene «ragazzo grande e grosso e già di una certa età che si trastulla ancora come un bambino». Dopo questo sostantivo non c'è più niente. Tengono dello zuzzurullone, anche se vecchi, quelli che nei dizionari cercano una lettura fine a sé stessa, aprendosi la via all'amore della parola per la parola e braccando poi nei discorsi e negli scritti l'occasione di cacciarvela. Così praticamente ordinato e contesto, questo di cui trattiamo ci ricorda che la lettura del vocabolario ha da essere attenta e profonda, ma sempre occasionale. Prende forza nella vita pubblica, come sanno i lettori di giornali e i telespettatori, la parola Simposio, che nella sua accezione scientifica vale Convegno di studiosi a scopo di reciproche informazioni e differisce da Congresso per la minor solennità e per il numero dei convenuti. Ma uomini adunati pacificamente per qualunque ragione, si sa dove prima o poi vanno a parare. E il nostro autore, da noi detto meritamente realistico, tace quell'accezione e dà soltanto l'altra come comprensiva delle due: «banchetto, pranzo in lieta compagnia». Così 11 vocabolario, guar dando le parole In faccia, educandoci alla proprietà, insegna anche a vivere, a sceverare il vero dal falso. Molte bellezze di lingua, oggi come ieri, sono slmili a quelle gemme calde ricordate nel Novellino; di cui il Savio si accorse subito che v'era il verme dentro. Nella sua semplicità questo nuovo vocabolario, dedicato specialmente ai giovani, adempie benissimo anche tale ufficio edu«tore. PeatelIi
Persone citate: Mellone, Novellino, Palazzi, Paolo Colombo, Petrocchi, Tommaseo
Luoghi citati: Bologna
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