Sono seicento le opere d'arte non ancora ricuperate in Germania
Sono seicento le opere d'arte non ancora ricuperate in Germania Sono seicento le opere d'arte non ancora ricuperate in Germania II ministro Siviero incaricato dall'on. Fella di riorganizzare la delegazione italiana che dovrà trattare con i tedeschi • (Nostro servizio particolare) Roma, 13 aprile. Il ministro degli Esteri onorevole Pella ha dato oggi disposizioni al ministro Siviero di riorganizzare la delegazione italiana per il ricupero delle opere d'arte trafugate dai nazisti nell'ultima guerra. La iniziativa dell'on. Pella si richiama all'accordo di Treviri del dicembre '57 tra i governi italiano e tedesco (che reca le firme dello stesso Siviero e del segretario della cancelleria Janz) per la nomina di una commissione mista la quale avrebbe dovuto mettersi subito all'opera. Mentre però il governo di Bonn provvide immediatamente a nominare i suoi membri, da parte italiana si rinviò più volte ogni decisione. Tra le 600 opere d'arte non ancora rintracciate figurano due tavole del Pollaiolo c Ercole che soffoca Anteo > e « Ercole che combatte l'idra di Lerna>; autoritratto di Lorenzo di Credi; una Madonna di Giacomo da Conegliano; i) ritratto dell'Ariosto del Tizia no; un « ritratto di donna > di Gerolamo Marchesi; un bassorilievo « la Madonna col Bambino Gesù » di Pierino da Vinci; un « ritratto d'uomo » del Memling; un «ritratto di donna> e il «Cristo deposto» del Bronzino. . Il lungo e gravoso lavoro di ricerca delle nostre opere d'arte ebbe inizio subito dopo la sconfitta tedesca. Una delegazione italiana riuscì a ricostruire l'itinerario compiuto da talune opere, gran parte delle quali fu ritrovata nei primi anni. Più tardi però quando la repubblica federale assunse piena sovranità le ricerche procedettero più a ri lento nonostante l'assicurazione data da Adenauer a De Gasperi nel febbraio del '53 in un accordo che porta i nomi dei due statisti. Dopo alcuni anni di alterne vicende si fece sempre più evidente la riluttanza dei tedeschi a continuare queste indagini. Roberto Longhi che aveva collaborato alle trattative come esperto, si dimise nel novembre 1957 perché ritenne che ogni sforzo fosse inutile per le ostilità che si incontravano Anche in questo secondo periodo comunque, si ottenne il rimpatrio di diverse altre -nere d'arte. Le dimissioni di Longhi ebbero senza dubbio il loro effetto Solo due mesi dopo veniva fl. niato l'accordo di Treviri che rimaneva però lettera morta. A smuover; nuovamente le acque probabilmente, cova essere stata una richiesta tedesca, avanzata nelle scorse settimane, in cui si invitano '.e autorità italiane a firmare una dichiarazione comune in cui si pone fine alle ricerche. Un comunicato, in sostanza, in cui l'Italia, riconoscendo che le ultime opere trafugate non si possono più ritrovare, dovrebbe implicitamente rinunciare a ogni rivendicazione. - r. 8.
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