Tenta un ricatto per salvare l'azienda che è in dissesto
Tenta un ricatto per salvare l'azienda che è in dissesto ULTIME DI CRONACA Tenta un ricatto per salvare l'azienda che è in dissesto cobdlacevermLTripmI carabinieri del Nucleo di polizia giudiziaria hanno concluso una delicata inchiesta sul tentativo di ricatto del quale è stato oggetto, alcuni mesi addietro, un noto commercialista torinese. Responsabili del losco intrigo sono risultati 11 commerciante Aldo Leospo, di 39 anni, e la sua collaboratrice, Ada Gabellone, di 36 anni, entrambi domiciliati in via Riberi 2. Essi sono stati deforiti a piede libero alla Procura della Repubblica per tentata estorsione. Al principio del '57, il Leospo, titolare di una piccola fabbrica di prolumi con sede in via Valeggio 24, invitò il commercialista a riordinare l'amministrazione dell'azienda, che versava in condizioni piuttosto precarie. Il professionista esplicò la sua opera di consulente per oltre otto mesi. Infine trasferì l'incarico ad un altro specialista, designato dal Leospo. Quando passò le < consegne », il commercialista vantava un credito di 600 mila lire e il Leospo gli consegnò cambiali per uguale importo. Gli effetti, però, non furono pagati perché l'azienda fu poi dichiarati, fallita. Come se ciò non bastasse, un giorno il commercialista si senti dire -he doveva versare lui un milione, al Leospo e alla sua collaboratrice, la Gabellone. La singolare richiesta gli pervenne tramite il collega che aveva assunto dopo di lui l'incarico di consulente. La donna aveva fatto sapere che, se non avesse pagato a lei e al Leospo la somma, avrebbe rivelato alla moglie del professionista vicende intime del tutto inesistenti. Il commercialista sporse dì conseguenza denuncia all'autorità. Dalle indagini e risultato che la donna ha agito su istigazione del Leospo, il quale più non £" peva come porre rimedio all'incipiente dissesto. Entrambi hanro negato ogni addebito. Il coni mercialista, per mezzo del quale. venne fatta la richiesta ricattato-{sria, ha invece confermato le accuse. mnfiAcondpzgleBterpgntl■lrMi
Persone citate: Ada Gabellone, Aldo Leospo, Gabellone, Leospo
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