I monarchici si sono unificati fondando il "Partito democratico italiano" di Vittorio Gorresio

I monarchici si sono unificati fondando il "Partito democratico italiano" Quattro anni dopo la scissione tra Lauro e Covelli I monarchici si sono unificati fondando il "Partito democratico italiano" Il nuovo schieramento avrà 24 deputati e 7 senatori - Un messaggio ad Umberto: " La nostra azione sarà diretta alla difesa ed al potenziamento dei valori nazionali,, - Il Pdi si presenterà alle prossime elezioni siciliane (Dal nostro corrispondente) Roma, 11 aprile. I due partiti monarchici si sono riuniflcati per dare vita ad una nuova formazione politica, che prenderà nome di partito democratico italiano. L'annuncio ufficiale ne è stato dato questa mattina a Montecitorio, al termine di un'ultima adunanza tenuta nella sede del gruppo parlamentare del pnm dalla commissione speciale che nello scorse settimane aveva affrontato e risolto ad uno ad Uno i problemi della rluniflcazione. Restava, come ultimo, quello della scelta del nome per il nuovo partito, e la decisione è stata presa nel corso della seduta di stamane. Ad essa hanno partecipato, oltre a Lauro ed a Covelli, tre commissari per il pnm, on.li Cuttìtta, Patrissi e Lenza, e tre per il pmp, on.li Caflero, Fiorentino e Sansanelli. La riunione era fissata per le 10, ma Covelli è arrivato con ritardo, alle 10,45, avendo atteso Lauro alla stazione, in arrivo da Napoli. Confuso tra la folla, il comandante è uscito da Termini senza essere veduto da Covelli, e si è quindi recato a Montecitorio ad aspettarlo a propria volta. Chiarito il piccolo equivoco, in un'atmosfera di perfetta cordialità, sono cominciati i lavori. Sull'emblema del nuovo partito, l'accordo era stato già raggiunto: sarà quello di «stella e coronai tradizionale dei monarchici nazionali. Quanto ai nomi, si doveva scegliere tra partito democratico italiano, partito monarchico italiano, partito nazionale popolare. La scelta è caduta sul primo, che già appartenne all'unica formazione politica dichiaratamente monarchica, che subito dopo la Liberazione e fino all'epoca della campagna per il referendum si batté a favore della conservazione del regno sabaudo. Le ragioni della scelta del nome non sono soltanto nel desiderio di richiamarsi alla recente tradizione. Altre difatti sono spiegate in un messaggio che Lauro e Covelli hanno Indirizzato all'ex re Umberto per dargli notizia dell'avvenuta conciliazione. Vi si legge difattl: «Il partito unificato assumerà il nome di partito democratico italiano — con la sigla pdi — là cui azione sarà diretta alla costante difesa ed ol potenziamento dei valori nazionali e morali, con una politica intenta al maggiore progresso sociale concretamente realizzabile, restando aderente ad una prassi strettamente democratica. Saranno così definitivamente smentite le accuse rivolte al pmp e al pnm di essere solo dei partiti legittimisti, in contrasto con l'attuale Costituzione; accuse tendenziose, ma che nel passato sono valse a mettere tali partiti ai margini della cerchia di quelli considerati ufficialmente democratici >. Se anche la prosa di questo messaggio al sovrano "non è letterariamente molto elegante, Usuo significato politico è chiarissimo. Messa da parte la vecchia etichetta che condizionava in modo rigido le ideologie dei due movimenti di destra, il nuovo pdi pone la sua candidatura ad una partecipazione al governo, alla prima' occasio¬ ne che possa presentarsi. Lau- ro e Covelli hanno dato in que- ste modo prova di molta spre- giudicatezza. Sulla decisione deve avere grandemente influito il comandante Lauro, che già da molto tempo aveva mostrato Insofferenza per la targa monarchica che qualificava troppo apertamente 11 suo partito, e gli Impediva di partecipare al governo in un regimo repubblicano. Qualche malumore 6 stato già manifestato, tanto da. parte dei monarchici più Intransigenti, quanto da parte dei liberali, che ora temono una più stretta concorrenza. L'on. Bardanzellu, del pnm, si è lamentato: «Non è l'etichetta che fa il buon vino, ma se si toglie 11 termine monarchico, finiamo per diventare un doppione del partito liberale. Monarchico è una parola che ci qualifica, ed In un certo senso costituisce la nostra ragion d'essere >. I! pli, come si è detto, teme particolarmente per le proprie posizioni nell'Italia meridionale, ed anche i missini ostentano un certo malumore. Tra l'altro, infatti, è venuto automaticamente a decadere il patto di unità d'azione ohe legava il pnm al mai, Ponendosi in atteggiamento di partito di governo, il pdi potrà offrire alla democrazia cristiana un compatto blocco di 24 deputati (13 del pmp e 11 del pnm) e di sette senatori (rispettivamente, cinque e due). Il nuovo gruppo risulta quindi più forte di quello liberale (18 deputati) ed è in feriore di una sola unità a quello dei missini. Entro l'an no, il pdi terrà il proprio congresso, e nell'attesa sarà governato da una direzione collegiale, composta di Lauro e Covelli per la parte politica, Sansanelli e Cuttitta per l'organizzativa, Fiorentino e Lenza per l'amministrativa, Covelli e Patrissi per la parlamentare. Lauro ha annunciato che il partito farà le sue prime prove in occasione delle elezioni siciliane, alle quali si ^presenterà con 11 nuovo simbolo e la nuova denominazione. Gli è stato domandato:.* VI recherete a Cascais? ». « Subito, no — ha risposto — mà certamente sì nel prosieguo di tempo >. Secondo un comunicato della direzione del partito, Umberto già avrebbe manifestato il proprio compi icimento. Vi si legge difatti che quando Lauro e Covelli si sono recati in Francia ad ossequiarlo, « S. M. il re ha gradito l'omaggio ed ha espresso la sua soddisfazione ed il suo cordiale augurio, sicuro che il partito democratico italiano saprà agire con la più concreta apertura sociale nella scia delle migliori tradizioni ideali e risorgimentali, nell'interesse costante della patria». Non si conosce ancora, tuttavia, un messaggio ufficiale dell'ex-monarca, per quanto i dirigenti del partito abbiano dato assicurazioni sulla sua esistenza. Alla richiesta di renderlo noto, hanno risposto che esso è in corso di trasmissione, e che il ritardo è dovuto al fatto che Umberto sta at- tualmente visitando minatori ed operar italiani che lavora no in Francia. La scissione monarchica è così durata quasi quattro anni, avendo Lauro fondato il suo partito il 2 giugno '54. Ricorrendo quel giorno la festa della Repubblica, Covelli aveva telegrafato ad Umberto accusando Lauro di vergognosa collusione con i nemici della monarchia, ma non aveva ricevuto, a quel che è noto, risposta alcuna. L'aspro dissenso si era trascinato in questi anni, non soltanto per i motivi eli personalismo che pure sembravano i più evidenti: nella sostanza, Lauro sempre aspirava a partecipare al potere, mentre Covelli si teneva rìgidamente all'opposizione. La svolta recentemente avutasi nella vita politica italiana ha fatto cadere le ragioni dell'intransigenza di Covelli, che non può avere più difficoltà a collaborare, ed eventualmente a partecipare, a un governo di centro-destra. Vittorio Gorresio GiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiniiiimiiiiiiiiMHiiimMiimi o L'abbraccio fra Lauro e Covelli, ohe ha segnato la nascita della nuova formazione politica monarchica (Tel.) llllllllllllllIIIIIIIIIIIlllllllllMIlUlllllilllllllllllillillilllllllllllllMllItlllll

Luoghi citati: Francia, Italia, Lauro, Napoli, Roma