Trovata la salma del padre si cerca quella della bimba

Trovata la salma del padre si cerca quella della bimba L'atroce sciagura nella Dora presso Pont St. Martin Trovata la salma del padre si cerca quella della bimba L'uomo stringeva ancora in pugno la bambola della figlia (Nostro servizio particolare) Ivrea, 10 aprile. (g. n.) La salma di un uomo, con i lineamenti ancora intatti e con gli abiti a brandelli, è stata tirata fuori dalle acque di un canale che alimenta una centrale elettrica vicino a Carema. L'uomo stringeva in una mano una piccola bambola c" stoppa: la bambola della sua figlioletta che era annegata insieme con lui il giorno di San Giuseppe, mentre tutt'e due rincasavano in bicicletta. La morte del padre e della bimba - l'operaio Adolfo Cheraz di 44 anni e Rosellina di 5 anni — aveva destato una profonda pietà a Donnaz, dove essi abitavano. L'unico testimonio della loro fine raccapricciante e fulminea era stato il figlio primogenito del Cheraz, Giorgio di 6 anni. A quasi un mese dallo spaventoso episodio, Giorgio non si è rimesso ancora dalla prostrazione e dallo cfcoc. La famiglia Cheraz aveva festeggiato San Giuseppe nella sua casa con amici venuti da Pont Saint Martin. I bimbi avevano giocato nel cortile fino al tramonto. Verso sera gli amici si avviarono verso il loro paese. Adolfo Cheraz aveva voluto accompagnarli, s'era messo Rosellina sulla canna della bicicletta ed aveva acconsentito a Giorgio di seguirlo con la sua biciclettina nuova. Il gruppetto arrivò fino alle porte di Pont, poi si separò. Il babbo con 1 figlioli tornò indietro costeggiando il canale. Giorgio pedalava rapidamente e precedeva il genitore di qualche metro. Ad un tratto senti un urlo. Si volse e scorse il padre e la sorella che annaspando rotolavano dal breve pendio verso il canale. Il fanciullo tento di raggiungerli, ma li vide già nell'acqua: si dibattevano nella corrente, venivano travolti da un gorgo e scomparivano. Inebetito, il piccolo restò a singhiozzare sulla riva fino a quando — un'ora dopo — arrivò preoccupata la madre, Wilma Ramiottin. Egli non riusciva a parlare, additava il canale e piangeva. La donna intuì la sciagura. Corse in paese a chiamar gente. Ma era impresa impossibile cerca re i due scomparsi: la roggia è larga quindici metri, profonda tre, e l'acqua corre via veloce fra i vortici. Anche i vi¬ gili del fuoco giunti da Ivrea frugarono il canale con gli scandagli, al lume dei riflettori, fino all'alba, inutilmente. Il giorno successivo il livello dell'acqua era disceso di un metro, ma i pompieri non riuscivano a ripescare che la bicicletta del Cheraz, a cento metri dal punto dove era annegato con Rosellina. Il cadavere di Adolfo Cheraz è venuto alla superficie per caso, molti chilometri più a valle, soltanto l'altra sera. Si era infilato in un altro canale che si stacca dalla Dora. La corrente lo aveva sbattuto nella griglia di protezione di una centrale. Gli urti contro le paratoie gli avevano strappato di dosso i vestiti e gli avevano martoriato il corpo, salvando il volto. Gli uomini che lo hanno tratto a riva hanno notato che una mano serrava la bambola della sua bimba. Dopo il sopraluogo for male del Procuratore della Repubblica, la salma è stata rinchiusa in una cassa insieme con la bambola, e riconsegnata alla disperata vedova. Rosellina, trasportata chissà dove dalla corrente, è ancora nel fiume. I vigili riprenderan no a scandagliarlo.

Persone citate: Adolfo Cheraz, Cheraz, Pont, Wilma Ramiottin

Luoghi citati: Carema, Ivrea, Pont Saint Martin, Pont St