Obbligato a sposare una minorenne ed a vivere dodici anni separato da lei

Obbligato a sposare una minorenne ed a vivere dodici anni separato da lei In Tribunale una vertenza matrimoniale ira calabresi Obbligato a sposare una minorenne ed a vivere dodici anni separato da lei Questa fu la "sentenza,, dei parenti della ragazza contro il giovane che l'aveva accompagnata per strada Le nozze a Cosenza nel '52 sotto minaccia di morte-Stanco di aspettare,lo sposo chiede l'annullamento Un giovane aggiustatore meccanico residente a Cosenza ha chiesto al nostro Tribunale di dichiarare nullo il matrimonio da lui contratto il 29 maggio 1952 con una sua concittadina, ora abitante con la famiglia a Torino. Egli ha detto che il matrimonio deve essere considerato nullo In quanto fu costretto a sposarsi per sfuggire a continue minacce di morte, non solo, ma dovette accettare la condizione di dover vivere separato dalla moglie per 12 anni dal giorno delle nozze. Nel 1962 il giovane aggiustatore aveva 22 anni, la ragazza era diciassettenne. Lei faceva la sarta in un laboratorio e lui periodicamente si recava a verificare le macchine per cucire. Incominciarono con un sorriso, qualche frase scherzosa, un complimento. Una sera andò ad attenderla all'uscita dal lavoro e le chiese se poteva accompagnarla. Percorsero un tratto di strada, poi la ragazza lo pregò di lasciarla perché erano giunti vicino a casa e non voleva che i suol la vedessero insieme con un giovane. S'incontrarono poi molte altre volte. Ha detto il marito nella citazione di essersi comportato sempre con correttezza. Qualche bacio e nulla più. Ha aggiunto ancora s r 11111 [ miiiiiiimimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii che era una amicizia sorta da una improvvisa simpatia, ma senza che nell'uno e nell'altra ci fosse la convinzione di una cosa seria. Non durò molto tempo. Il giovano riteneva che tutto fosse concluso con un addio ed un po' di malinconia Invece la madre della ragazza già si era accorta della relazione e stava all'erta. «Io so tutto — disse alla figlia —. Parla: voglio sapere che cosa c'è stato ». La ragazza rispose che ormai tutto era finito. «Come? — replicò la madre —. Adesso che cosa dirà la gente?». Pare che la ragazza piangendo le abbia detto che l'amicizia col giovane era diventata abbastanza intima. Il padre dell'innamorata e i cinque fratelli si recarono in casa del meccanico a chiedere spiegazioni. «Ma se non abbiamo mai parlato di matrimonio, quali spiegazioni vi debbo dare?». «Voi la avete svergognata di fronte alla gente. Avete offeso lei e tutti noi». «Per un bacio?». «Bacio o più di un bacio. Tutti sanno della relazione. L'avete disonorata, dovete riparare ». Il primo Incontro fu un avvertimento. Intervennero comuni amici nel tentativo di conciliare le due parti. Il giovanotto resisteva: non ave- llllllllllllllllllllHIllimillllllllilllllllllllliiil va mal promesso di sposarla, si era trattato di tuia semplice amicizia, non c'era stato nulla di serio. DI fronte al suo rifiuto, tornarono ad affrontarlo 11 padre della ragazza ed 1 cinque fratelli. La conclusione del secondo incontro fu: «Se non la sposate, sistemeremo diversamente la cosa ». Le minacce divennero sempre più pressanti e più gravi. Il giovane temeva per la propria vita. Gli stessi amici gli fecero capire che si era messo in un grosso guaio. Cominciò ad avere paura. Ed accettò il matrimonio, ma solo civilmente. La cerimonia si svolse in un ambiento di freddezza, come è facile immaginare. I due sposi, i genitori ed i cinque fratelli della ragazza, i testimoni. In pochi minuti tutto fu concluso. All'uscita dal municipio, la sorpresa. La madre si prese per un braccio la figlia e se la portò a casa. I cinque fratelli circondarono lo sposo stupito e gli dissero che non s'era comportato da galantuomo, perché aveva tardato troppo lo nozze dando motivo alla gente di sparlare. « Tu l'hai sposata perché costretto. Ma non volevi fare il tuo dovere. E noi ti puniamo: dovranno passare dodici anni prima che tu possa portarti la sposa in casa ». E gli intimarono di non tentare neanche di avvicinarla. Pochi giorni dopo la sposa, i genitori, i fratelli lasciarono la città e si trasferirono a Torino, dove tuttora abitano. Sono trascorsi quasi sette anni. Ne mancano ancora cinque, prima che il giovane possa essere ammesso, secondo la sentenza del parentado, a far valere i suoi diritti coniugali. Ma lo sposo si è stancato di attendere ed ha preferito iniziare causa di annullamento. Suoi legali cono gli aw. Prcstipino del nostro Foro e Lospmoso-Sevcrini di Cosenza. Legali della sposa sono gli avv. Accatino e Noya.

Persone citate: Accatino, Noya

Luoghi citati: Cosenza, Torino