I torinesi hanno comperato in un anno 300 mila dischi

I torinesi hanno comperato in un anno 300 mila dischi Canzoni e musica, eJbe passione S I torinesi hanno comperato in un anno 300 mila dischi / «microsolco» sono entrati in tutte le case - Li vendono 600 negozi - Di cento dischi 70 sono di canzoni americane - Un cantante guadagna da 25 a 50 lire per disco: una sola incisione può rendergli 20 milioni I dischi, musica leggera e musica classica, canzoni e ballabili, stanno invadendo le case dei torinesi. E' un fenomeno che in qtiesti ultimi tempi ha assunto proporzioni sempre più ampie. I microsolco si trovano anche nei negozi di elettrodomestici, presso librai, nelle cartolerie e persino nei grandi magazzini. Ora è stato escogitato il sistema di includere dischi musicali nei periodici, di offrire un disco agli acquirenti di una determinata cera per pavimenti, di un certo formaggino, di un particolare tipo di panettone. Questi ultimi sono dischi in plastica, sènza troppe pretese di « fedeltà x> o di pregio artistico: tuttavia il mercato del « microsolco » si espande. Segno che incontra i gusti del pubblico. I negozi che trattano prevalentemente dischi sono a Torino una cinquantina, ma quelli che — pur avendo la licenza di vendita di radio, elettrodomestici, e generi affini — sono autorizzati anche a vendere dischi superano i 600. Se nel settore commerciale la lotta imperniata sui dischi è, logicamente, serrata, ancor più inesorabile è nel campo industriale la battaglia tra le fabbriche produttrici. Le Case che « stampano » dischi in Italia sono una trentina, ma in pratica il mercato del disco è nelle mani di una mezza dozzina di «trust». L'anno scorso, in tutta Italia sono stati venduti circa 14 milioni di dischi « microsolco >. Quanti a Torino? Le statistiche sulla riscossione del dazio parlano di circa 130 mila dischi, ma i competenti ritengono che tale cifra sia molto lontana dalla realtà perché l'imposta viene riscossa dal Comune in abbonamento. Un grossista ha riconosciuto di avere importato da solo più di 100 mila dischi: egli ritiene che non è esagerato pensare che gli esemplari comperati dai torinesi nel '58 siano circa 300 mila. II primo negozio di dischi è stato aperto a Torino nel 1923, in piazza Castello. A quel tempo, i dischi per « macchine parlanti > costavano molto cari: dalle 10 alle 12 lire. Poi il prezzo si mantenne sulle 14 lira fino all'inizio dell'ultimo conflitto. Gli appassionati avevano per idoli, trent'anni fa, Caruso e Tamagno, Pertile e Lauri-Volpi. Oggi la situazione è radicalmente mutata. E1 l'era delia canzone. Ogni cento dischi che si vendono, almeno 70 sono di canzoni americane. IJ successo o l'insuccesso di una canzone non si misurano in base alla musicalità del « motivo » o alla bravura dell'interprete: si misurano con 11 metro della vendita del relativo disco. Da tre settimane, ad esempio, l'ultima canzone lanciata dai Platters, « Smoke gets in your eyers » (Fumo negli occhi) conserva il primato. «Piove» di Modugno è sceso invece al nono posto, dopo essere rimasto per circa un mese nelle primissime posizioni. Quasi impossibile, nel campo dei dischi, ottenere cifre attendibili sulle vendite, sui costi di produzione, sulle percentuali dei profitti. In Italia, su ogni disco venduto spetta al cantante il 10 per cento (sul prezzo al rivenditore): che si traduce in 25 o 50 lire, a seconda se lo stesso cantante ha inciso una facciata del disco, o entrambe. Per incidere un disco, un buon cantante impiega — tra prove e controlli — un paio d'ore. La vendita di quel disco può raggiungere ci« teè pacaunqusvlecetechddsizosiseo dmco(tcplefochs« FCsdrseuOpdpdmèdddcln 111 ! i il 11 [ 111111111111 i 1111111111 c 1111 » 111111 ! 111111 Ldcifre altissime (300-400 mila « pezzi ») e fruttare al cantante fino a 20 milioni. Ma non è raro li caso che un disco passi subito di moda, o un cantante venga soppiantato da uno nuovo. La musica lirica e quella sinfonica sono in netto svantaggio rispetto a quella leggera. Però conservano una cerchia di appassionati che tende ad aumentare piuttosto che a diminuire. Non bisogna dimenticare che la diffusione del «microsolco» di musica sinfonica è ostacolata dal prezzo dei dischi: se con 750 lire si può acquistare il « 45 girl » semplice (e con 1250, o 1400, o 1600 quello « extended »), i dischi a 33 giri — dedicati alla musica classica e operistica — costano da 4600 a 4950 lire (trascurando gli «stereofonici», che hanno prezzi ancora più alti: 4600 lire se di musica leggera, 5550 se di musica sinfonica). Radio, televisione e rotocalchi, hanno contribuito moltissimo alla diffusione dei dischi « letterari ». Gassman, Arnoldo Foà, Giorgio Albertazzi, Paolo Carlini, sono entrati nelle nostre case anche sotto forma di disco, con le loro dizioni di liriche, sonetti, novelle celebri. Sempre successo hanno i dischi che insegnano le lingue estere; ma è ormai giudicato un mezzo piuttosto vecchiotto. Originale, se non ancora troppo convincente, la trovata dei dischi incisi apposta per preparare le gestanti al parto indolore. Ma le risorse del commercio sono inesauribili: ora è in progetto anche una serie di dischi per insegnare a guidare l'automobile. A quando il disco che suggerirà al pedone come salvarsi dagli automobilisti? LpdnstrnNèeainitnimiiiiiiiiiiiMimiiiiiimniinmniiiiiniii

Persone citate: Arnoldo Foà, Gassman, Giorgio Albertazzi, Lauri-volpi, Paolo Carlini, Pertile, Smoke, Tamagno

Luoghi citati: Italia, Modugno, Torino