Violento ma inutile il confronto fra Pupetta Maresca e il maggiore

Violento ma inutile il confronto fra Pupetta Maresca e il maggiore La vendicatrice del marito continua ad accusare la camorra Violento ma inutile il confronto fra Pupetta Maresca e il maggiore La giovane donna è stata messa di fronte anche ai fratelli dell'uomo che lei uccise Ha lanciato insulti contro uno di essi ed il Presidente ha minacciato di incriminarla per oltraggio - Si è ammansita mormorando: "Le parole mi sfuggono dal cuore,, Napoli, 8 aprile. Lunga, movimentata e faticosa udienza quella di Oggi per Pupetta Maresca, che ha dovuto battagliare con i fratelli Giovanni e Francesco Esposito, costituitisi parta civile per il fratello Antonio, e soprattutto col maggiore Nello Ricolo e il padre Pasquale in una serie di animati confronti. Come quasi sempre avviene, essi hanno lasciato ancorati i contendenti alle rispettive versioni. Arduo compito per là Corte sarà stabilire in quale delle due opposte versioni sia racchiusa la verità. Giovanni Esposito ha anzitutto tenuto a chiarire una circostanza di cui' si era fatto cenno in aula nei giorni scorsi. « E' stato detto — egli ha dichiarato — che Vincenzo Ma- resca avesse tentato di ricattare mio fratello Antonio cori la richiesta d'un milione. E' esatto il particolare della somma, ma la richiesta non fu fatta a scopo di ricatto. Una diecina di giorni prima che Antonio venisse ucciso, come egli stesso mi riferi, andò a trovarlo Vincenzo Maresca il quale gli chiese in prestito, un milione per certi lavori che doveva fare al su» multato» Ha poi parlato d'un episodio di assegni a vuotò in cui fu casualmente trascinato 11 maggiore Nello Ricolò: Gli Esposito, la cui ditta di esportazione di prodotti ortofrutticoli fu regolarmente costituita nel '44, avendo bisogno di capitali si diedero a manovrare con assegni scoperti, e venne ro denunziati. Con loro fu implicato il maggiore Ricolo, un cui assegno di conto corrfir.ce risultava emesso a favore di Antonio Esposito. Al processo, il Ricolo fu assolto con la formula più ampia. L'attività della azienda, ha spiegata Giovanni, era quella d'una normale ditta di esportazione, che acquistava la merce dai produttori e la collocava in grosse partite nei vari mercati esteri. Dal teste è stata offerta alla Corte una rappresentazione ultraregolare del funzionamento del grosso mercato d'asportazione di corso Novara: « Qui affluiscono 1 manipolatori, cioè coloro che acquistano la merce direttamente dai produttori, e l'accentrano agli esportatori che ne dispongono secondo le esigenze della giornata. Non è mai esistito un presidente dei prezzi, carica di cui non ho mai sentito parlare prima, che stabilisca d'Imperio le quotazioni della merce. Esse, sia nei confronti dei produttori che in quelli degli esportatori, seguono il normale meccanismo economico dell'offerta e della richiesta, in perfetta libertà. Ogni produttore come ogni esportatore è libero di vendere al prezzo ohe ritiene più opportuno ». Lo ha seguitò il fratello Francesco. Egli si è presentato con un paio di occhiali neri e una bènda sull'occhio sinistro. Da una dozzina d'an ni Francesco Esposito è cieco, da quando, scontratosi con un avversario più pronto di lui, si prese in viso una scarica di pallini che gli dilaniarono le pupille. «Non ci vedo più, sparagli, sparagli > gridò a un compariello che era in sua compagnia. Il compariello sparò, ma prudentemente la sua scarica flnì in aria. Inutile prudenza. Un anno dopo egli fece la fine che avrebbe dovuto far fare all'altro; e costui fu a sua volta liquidato da uno zio di Francesco Esposito. Egli oggi ha raccontato alla Corte di una visita fatta da Pupetta Maresca agli Esposito: « Una ventina di giorni prima che Antonio fosse ucciso, la Maresca accompagna ta da una donna anziana venne a trovarci nella nostra casa di Pomigtiano. Disse che era venuta a salutarci; le offrimmo il caffè e scambiammo qualche frase senza trattare un argomento specifico. Dopo circa un quarto d'ora se ne andò ». Tale visita è stata sempre negata dalla Maresca, che anche oggi, messa a confronto col teste, ha risolutamente smentito d'essersi recata dagli Esposito, affermando addirittura di non aver mai visto Francesco prima d'ora. Ne è seguito uno scontro molto animato, con un vivace scambio di reciproche accuse. Il Presidente ha concluso il con fronto con la formula: «Entrambi insistono nelle propr|e affermazioni Ed eccoci all'attesissima de posizione del maggiore effet ttvo Nello Ricolo, di 45 anni, in servizio, dopo aver trascor¬ so vari anni a Cuneo, presso i distretti della Campania per le operazioni di leva. E' un uomo dal piglio militaresco, che si è presentato con un sonoro batter di tacchi. « E' costui il maggiore di cui avete parlato? » ha chiesto Il Presidente a Pupetta Maresca. «No — ha risposto l'imputata — questo è il colonnello, cioè colui che accompagnò il maggiore nella seconda visita». La risposta ha lasciato tutti interdetti, e intanto 11 maggiore Ricolo ha spiegato: «Sono anch'io di Castellammare, e conosco da vari anni la famiglia della signora Assunta; Maresca. Fui anche invitato al suo matrimonio, al quale però non andai, ma ricevetti ugualmente I confetti e un pacco di dolci! Prima del suo matrimonio mi incontrai con lei un paio di volte, e altrettante dopo. Dopo la morte di suo marito non l'ho più rivista. Escludo nella maniera più assoluta che io abbia avuto con lei un colloquio a proposito della sua costituzione come parte civile, ed escludo anche d'avere accompagnato da lei mio padre >. Altro confronto della Maresca: «Non è vero che io conoscessi il teste prima del mio matrimonio. L'ho visto una sola volta, e fu quando accompagnò da me un uomo che si era già presentato come maggiore. Erano arrivati su una macchina lussuosa; il teste era in divisa, e l'autista, lo chiamava colonnèllo ». Anche questo confronto è stato concluso dal presidente cori la formula: «Entrambi insistono nelle proprie affermazioni ». Il maggiore Ricolo ha poi precisato che conobbe Antonio Esposito perché gli fu presentato dal duca Pignatelli. Si trattò d'una conoscenza superficiale che purtroppo gli procurò dispiaceri. « Infatti, sollecitato da un amico, prestai all'Esposito una somma ohe versai con- un assegno di conto corrente. Quando egli commise dei pasticci di natura bancaria dovetti fornire delle spiegazioni all'autorità giudiziaria, che riconobbe la perfetta regolari, tà della mia posizione». Si è visto che la persona in dicata dalla Maresca come un colonnello era invece un maggiore. Si vedrà ora che indicando un maggiore lei alludeva iti consapevolmente al padre di costui. E precisamente al signor Pasquale Ricolo, di 73 anni, :cìie riveste il grado di capitariò in congedo. Anche lui è stato citato a vista, e il presi dente lo ha indicato alla Ma resca: «E' questa la persona di cui avete parlato?». «E' questa» ha affermato pronta l'imputata. «Ho parlato- con la Maresca— ha raccontato il teste — ma non perché mandato dagli Esposito né per consigliarla o minacciarla. Una ventina di giorni dor"» la morte del marito mi recai a Castellammare a visitare i miei parenti. In piazza incontrai Vincenzo Maresca che, come già aveva fatto altre volte, mi offrì un passaggio in macchina per il ritorno a Napoli. Prima passammo da casa sua. e vidi la signora Maresca che conoscevo bene. Mi fu offerto il caffè. Le feci le condoglianze per il grave lutto che aveva subito, la esortai alla rassegnazione e a concentrare il suo affetto sul nascituro. Non ho parlato con lei né di costituzione o meno di parte civile, né di Esposito. Non avevo alcuna ragione di fare discorsi del genere ». « Secondo la signora Maresca ne avevate ». Gli avvocati di Parte Civile sono insorti perché il Presidente ha detto « signora » e non « imputata», ne è nato un incidente, il Presidente ha sospeso l'udienza. Pochi minuti sono bastati a placare gli animi, e alla ripresa il Presidente ha chiesto al teste: «Siete tornato un'altra volta in casa Maresca? ». «Non vi sono più tornato non ho più avuto altri colloqui con lei». screleaencosea cab« unladfaaPvl'nvtostfotrafnscCusidcvdn1dapcplanpta Nuovo confronto. La Mare-, sca ha insistito nel conferma-! re che Pasquale Ricolo fu da lei due volte: una da solo, una accompagnato dal figlio; in entrambe le volte le chiese a nome degli Esposito di non costituirsi Parte Civile; nel secondo colloquio le propose a nome degli Esposito l'avvocato Di Giovanni. Scontro verbale fra l'imputata e il teste. « Quest'uomo è uno sporco », a un certo punto ha esclamato la Maresca. Severa sgridata del Presidente, e minaccia di farla processare per ingiurie a testimone. « MI scusi, signor Presidente, mi è sfuggito, non volevo offenderlo », ha detto l'imputata, la quale ha continuato a insistere nella sua versione, e altrettanto ha fatto il Ricolo. Bilancio di questo terzo confronto, la nota formula del Presidente: « Entrambi insistono nelle proprie affermazioni ». Giuseppe Faracì tmmmmm Il magg. Nello Ricolo (Tel.)

Luoghi citati: Campania, Castellammare, Cuneo, Napoli