Portate a Cervinia le salme dei due scalatortori torinesi

Portate a Cervinia le salme dei due scalatortori torinesi Portate a Cervinia le salme dei due scalatortori torinesi Recuperate ieri a mezzogiorno ai piedi dello strapiombo sul Fiirggen - Le guide, partite al mattino tra l'infuriare del vento, hanno trovato gli sci lasciati da un collega svizzero sul posto della sciagura Quindi hanno rinvenuto, semisepolti nella neve, Datta e Filippi, sfracellati dopo un volo di 300 metri (Dal nostro inviato speciale) Cervinia, 31 marzo. Le salme dei due alpinisti torinesi, Giovanni Datta e Andrea Filippi, sono state riportate a valle nel pomeriggio. Le ha strappate alla neve, in fondo ad un precipizio di trecento metri una squadra di maestri sciatori composta di Ferdinando Gaspard, presidente dell'associazione guide, Achille Compagnoni (l'eroe del K 2), Jean Pelissier, Giuseppe Pirovano, Jean Bich, Marco Fiorina, Otin Germano, Italo Barmasse, Antonio Carrell, Rolando Zanni e i due carabinieri Boccaccia e Prato del pronto soccorso. La squadra è partita stamattina dal Breuil tra l'infuriare del vento. A Plateau Rosa, il tempo non era migliorato ma la squadra infilava decisamente la via per il Teodulo, avvallamento che porta al Fiirggen (m. 3.500) dietro la cui cresta, in territorio svizzero, si sapeva che giacevano i due cadaveri. Impreciso, tuttavia, il punto. Si sapeva soltanto che la guida svizzera Hugo Siegfried, dopo averli scoperti per caso, aveva lasciato nei pressi come segnalazione, due sci infilati nella neve. Ora, la nebbia li inghiottiva. Per fortuna arrivati al Teodulo, il vento cessa, il cielo si schiarisce, un sole limpido fu ga anche la più leggera foschia, e i due tragici sci si delineano nettamente. « Sembra vano — ci diranno — due brac eia che invocassero aiuto ». Nei pressi degli sci, non si scorgono però i cadaveri: li copre almeno mezzo metro di neve liscia, in parte caduta durante la notte. Affiora uno zaino rigonfio, si scorge una piccozza, brilla sinistramente qualche macchia di sangue. Dopo circa mezz'ora di scandaglio è già passato mezzogiorno, uno dei due alpinisti è ritrovato. Non si sa chi sia. Seguendo la corda che gli cinge il petto a doppio giro, si scopre anche l'altro, a sei o sette metri di distanza. Gli sventurati Datta e Filippi erano precipitati da una roccia a picco per oltre trecento metri, cadendo dalla parte della testa. Una era quasi del tutto scomparsa, l'altra inghiottita dal corpo. Se accenniamo a questi particolari macabri, è soltanto per sottolineare un invito alla prudenza, diretto a tutti quanti gli innamorati della montagna. Non basta essere conoscitori profondi sino a meritare il titolo di « accademico » per considerarsi ?.; riparo da sorprese. La guida Jean Pelissier che ha « fatto » il Cervino duecentoventinove volte, lo considera sempre come un gigante da blandire e da temere. Composte in due barelle, una italiana e una svizzera, dentro un sacco da montagna, le due salme sono state riportate in territorio italiano con unu marcia record, a dispetto delle grandi difficoltà incontrate, specialmente in discesa. Poco dopo le 17, esse ricevevano la benedizione del parroco di Cervinia nella piccola chiesa di «Nostra Signora degli Eremiti ». Due ceri, molti fiori, le lagrime di un fratello del Filippi e di sua moglie, venuti a rappresentare tutti gli altri parenti, troppo schiantati dalla angoscia per poter affrontare un visione così orrida. E come lasciarli seppellire senza un ultimo bacio sulla carne straziata? In serata, le due vittime han proseguito per una chiesa di Valtournanche dove avverranno le constatazioni di legge. Con tutta probabilità, esse proseguiranno per Torino nella mattinata di domani. Il geometra Giovanni Datta, che abitava a Torino in via Caboto n. 24, lascia la moglie, Giuseppina, e due figlie: Maria Rosa di 17 anni e Pierina di 12. Andrea Filippi che risiedeva in via Frlnco 12, lascia pure la moglie e una bambinetta di due anni. Non si sa come i due alpinisti siano arrivati quassù. E' certo però che domenica essi sono saliti al Fiirggen, da dove, due torinesi li han visti scendere per il versante svizzero, a piedi, con gli sci legati agli zaini, piccozze alla mano. Si presume che essi volessero procedere a una gita di allenamento, quindi fuori delle piste battute. Direttisi verso :! Teodulo, un po' al disotto del sentiero sicuro, essi avranno percorso un duecento metri, dove li ha arrestati uno strapiombo che sarebbe stato assurdo affrontare. Allora sono tornati indietro ma non sui loro passi, un po' più a valle, puntando di nuovo verso il Fiirggen ma su largo raggio. All'altezza della cresta, distante al massimo cinquanta metri, essi stavano affrontandone la scalata in linea perpendicolare, quando la neve si « è spezzata » sotto i loro piedi e slittando sul ghiaccio per una superficie assai vasta li ha trascinati irreparabilmente nell'abisso. a. a: Le salme delle due vittime trasportate dalle guide nella chiesetta di Cervinia m ■ 11 r 111 11 :. : t. i ) 111 li 1111111111111111 m • r 1111 j i ■ 111111111111111111111111111 il 1111 ■ i ■ t 11 m 1111 i ■ i ■ ■ ■ 111111111 ■ 1111111111111111 r 111111111 ■ li 11 ■ il

Luoghi citati: Breuil, Prato, Torino