Fabbri in una irregolare volata si aggiudica la Milano-Torino

Fabbri in una irregolare volata si aggiudica la Milano-Torino Uno sbaglio degli organizzatori ha compromesso la corsa Fabbri in una irregolare volata si aggiudica la Milano-Torino Mentre sei fuggitivi lottano per il primato, irrompe in pista il gruppo degli inseguitori - Gariesi costretto a frenare - Anche Goletto, Pambianco, Boni e Ronchini danneggiati dalla confusici:*! - La sfortuna di Gonterho investito da una macchina Salvo che per le differenti circostanze che lo hanno occasionato, Varrivo della MilanoTorino ieri è riuscito irregolare come, giusto otto giorni fa, 10 è stato quello della SassariCagliari. Spiacevole sorte, quella delle due prime corse in linea della stagione, ch'è di proiettare un'ombra di dubbio, anche, stavolta fondata, sul merito e sulla figura del corridore dichiarato vincitore. Raccontiamo i fatti come si sono svolti dal momento che i sei corridori formanti il gruppetto di testa che veniva a gran carriera dalla Madonna del Pilone fece il suo itigresso al Motovelodromo. Alla campana annunciante il giro di pista conclusivo della corsa acattata no Km. prima dalla periferia di Milano, i sei sfilarono in quest'ordine: Fabbri, Coletto, Pambianco, Carlesi, Boni e Ronchini. Erano superstiti d'una lunga fuga che, dopo numerosi tentativi, nessuno riuscito, nei pressi di San Germano Vercellese aveva finalmente disgregato il gruppo dei 104 partiti. Alimentata dalla buona volontà e dall'impegno dei quattordici uomini erasi a varie riprese dal grosso, sulla salita di Berzano (130° Km. circa) essi si erano ridotti della metà, invano incalzati a poche centinaia di metri dagli inseguitori. Dei sette, uno — 11 Conterno —, venne di lì a poco a mancare dalla pattuglia di testa, per un incidente sulla salita di Moriondo, lasciando i rimanenti a filare velocissimi verso il traguardo non più lontano e a disputarsi poscia la vittoria in volata. Questa era appena stata iniziata al « dan-dan » della campana, che la testa del gruppo inseguitore irruppe a sua volta sulla pista. I preposti all'organizzazione avrebbero dovuto fermarli all'ingresso del recinto, ma perdettero la testa, e li lasciarono passare. Cosicché, mentre una decina di corridori che non avevano nulla a che fare con la lotta pel primo posto si trovarono sulto pista, alle loro spalle sopragglungevono,in piena volata ormai, 'i sei del primo gruppo — o, per meglio dire, i più veloci di questo, che, avendo preso il sopravvento sui compagni, lottavano uno a fianco dell'altro per superarsi sul rettilineo d'arrivo. A questo punto, Fabbri era ancora primo, avendo sul rettilineo opposto respinto una parvenza d'attacco da parte di Pambianco. Ma chi rinveniva fortissimo era Gariesi — del quale sono note le doti di velocista. All'entrata dell'ulti-ma curva il toscano era sgusciato/ passando all'interno, dalla quarta alla seconda posizione, e muoveva all'attacco del romano, affiancandoglisi. Ma la loro velocità era tale che piombavano alle spalle degli «intrusi», che occupavano la pista in tutta la sua larghezza e, alla loro maniera, si preparavano a lottare per il settimo posto. Fabbri in testa al gruppo dei fuggitivi entra nel Velodromo torinese (Foto Moisio)

Luoghi citati: Milano, San Germano Vercellese, Torino