Una caduta all'ingresso della pista di Cagliari ferma i velocisti: Sorgeloos scatta e vince di Vittorio Varale

Una caduta all'ingresso della pista di Cagliari ferma i velocisti: Sorgeloos scatta e vince Inatteso ed emozionante epilogo della oorsa sarda Una caduta all'ingresso della pista di Cagliari ferma i velocisti: Sorgeloos scatta e vince Defllippis racconta l'episodio decisivo ■ Fantini ha spinto malamente Favero che sbanda-Il torinese finisce addosso aCarlesi eKonchini-Pauroso groviglio di biciclette DAL NOSTRO INVIATO Cagliari, lunedì mattina. Attraversando Capitari per le sue larghe vie affollate e pur ordinatamente disciplinate, le prive automobili dei giornalisti precedevano di pochi minuti la corsa per portarsi allo Stadio, sulla cui pista di terra battuta si sarebbe svolta la volata decisiva della Sassari-Cagliari A bordo di esse, pensavamo all'attacco che di lì a poco avremmo assistito e alla bella lotta fra i velocisti che facevario parte dell'avanguardia, composta di diciannove «ornici. Che potessero aspirare al primo posto con uno sprint, ce n'erano almeno cinque: Defilippis, Fantini, Pellegrini, Garlesi e Favero. Dei rimanenti, si pensava che erano nettamente « chiusi > in volata: al massimo avrebbero potuto ottenere un posto piti o meno d'onore dietro ad uno o a due dei nominati. Ahimè! Avevamo fatto i conti senza prevedere che un incidente di un genere piuttosto non infrequente in arrivi su pista, avrebbe rovinato la regolarità della fase finale. Una caduta pressoch-é generale accadeva all'entrata del recinto. Le vittime principali furono Defilippis, Carlesi e Pellegrini. E mentre, cinquanta metri piti in là, dove il viale che viene dall'ingresso principale si restringe per immettere sulla pista vera e propria, ci eravamo appostati per annotare l'ordine con il quale i corridori ci sarebbero sfilati davanti al suono della campana annunziante l'ultimo giro, quale sorpresa, e quale delusione! Il primo a passare fu il solo Favero con a ruota il belga Sorgeloos, mentre Carlesi seguiva inesplicabilmente ad una ventina di metri, e più indietro ancora venivano gli altri — spaziati anch'essi l'uno dall'altro — e di Defilippis neanche l'ombra. Fermandoci rapidamente ad osservare il finale fra i primi tre — per essere precisi, fra i primi due giacché Carlesi riusoi settanta in parte a colmare il vuoto che lo separava da essi - - vidi ti belga spiccare la volata all'entrata del rettilineo opposto; superare agevolmente Favero, conservare ti vantaggio anche sulla linea di arrivo, e tagliar» il traguardo con quasi due lunghezze di vantaggio sull'avversario. Carlesi veniva a «inque metri, « poi gli altri distanziati, mentre l'ultimo, appariva Defilippis — quando g<à i primi erano scesi di bicicletta, e Sorgeloos faceva quasi fatica a sor reggere un mazzo di fiori più grande di lui, e non sapeva se ridere o piangere per l'inaspettato dono di un primo poeto piovutogli dal cielo. Appena messo piede a terra, il torinese confermava quanto si era temuto, e che Carlesi già concitatamente aveva descritto con poche parole, imprecando alla cattiva sorte che gli aveva impedito di partecipare alla volata. Non meno avufHto, quasi piangente, e irritatissiwo contro il responsabile della caduta, Defilippis racconta come è avvenuto l'incidente che lo avevo, tolto di gara senza che avesse potuto battersi per una vittoria — che difficilmente gli sarebbe sfuggita. < Eravamo ad una ventina di metri dall'ingresso principale dello Stadio — dice Defilippis a pezzi e bocconi sotto l'incalzare delle domande —, ed io mi trovavo nella prima fila del gruppo, quando Fantini che era di dietro e già faceva fatica a reggersi in bicicletta tanto era stanco —, dà a Favero una spinta in at-'anti per farlo entree per primo sotto l'arco. Favero era alla mia sinistra; per la spinta mal data, non riesce a mantenersi diritto, sbanda, e mi viene addosso, € A mia volta — prosegue il torinese — vado addosso a Carlesi, questi a Ronchini, e non so chi altri. Mi sono trovato a terra, con delle biciclette sopra di me, e quando son riuscito a Wsr'-'re in macchina tutto pesto, non c'era più nessuno davanti a me. Ero proprio l'ultimo. Le dico io se non è una maledetta sfortuna perdere così stupidata iiimiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiv mente una corsa dopo tutti gli sforzi perché Van Looy e Vannitsen non ci pigliassero più. Ah, quel Fantini... >. Questo è stato l'epilogo risolutivo — increscioso e deplorevole epilogo che ha falsato il risultato di una gara ohe, almeno per buona parte del suo svolgimento, era stata brillantemente combattuta. Esso ha premiato un corridore di modeste pretese, nula più che tenace e volenteroso, la cui principale caratteristica è di essere, da tempo, fedele e devoto gregario di Van Loy. Questa, credo sia la prima vittoria d'importanza di Sorgeloos da quando è entrato nelle file dei professionisti cinque anni fa, partecipando poi a quasi tutte le < classiche > del suo Paese, francesi e italiane, senza riportare alro che onorevoli piazzamenti. Nel Giro della Sardegna terminato venerdì, Sorgeloos era classificato W, il suo migliore piazzamento di tappa erri tato l'ultimo giorno con il quarto posto, in volata dietro Van Loy Desmet e Nencini. Ieri, trovatosi a far parte del gruppo di testa al termi- ne dell'offensiva scatenata contro il suo caposquadra, egli vi è rimasto costantemente in posizione distesa: silenzioso, inerte, rappresentante t. Van Looy del quale doveva far le vendette vincendo la corsa per il rotto della cuffia. Vittorio Varale II belga Sorgeloos taglia vittoriosamente 11 traguardo della Sassari-Cagliari (Telefoto)

Luoghi citati: Cagliari, Sardegna, Sassari