Una delle sue 6 mucche è morta le altre lanciano fievoli muggiti

Una delle sue 6 mucche è morta le altre lanciano fievoli muggiti Lo sconcertante comuortamento del contadino di Ormea Una delle sue 6 mucche è morta le altre lanciano fievoli muggiti Armando Botte si rifiuta di sfamarle o di venderle - Agirebbe per vendetta contro una sorella - In paese dicono che egli è pazzo perfettamente normale." La di Ormea, lunedi mattina. (n. m.) Non è facile classificare lo sconcertante comportamento di Armando Botte, il cinquantasettenne montanaro di Ormea che sta lasciando letteralmente morire di fame le sei mucche che costituiscono tutta la sua ricchezza. A Ormea, e nell'alpestre frazione di Cascine, ove il Botte dimora, le sue stramberie non costituiscono più una novità: i più scrollano il capo e sostengono che l'uomo è forse pazzo; ma a tali conclusioni non è finora giunto né 11 sindaco né il medico condotto. Il Botte non è mai stato in manicomio, né finora ha commesso gesti tali da determinare un suo internamento in Casa di cura. Egli non frequenta le osterie, non disturba la quiete pubblica, non ha mai litigato con 1 vicini. Ciò non toglie tuttavia che il suo odierno atteggiamento lasci perplessi un po* tutti; tanto più se si considera die le stranissime cose che stanno accadendo in frazione Cascine, hanno un precedente, perlomeno altrettanto grave, risalente a tre anni addietro. In paese la gente riferisce che fino alla morte della madre, avvenuta sei anni or sono, Armando Botte era persona vislone dei beni con una sorella (sposata e domiciliata In frazione VlHaro Pre di Ormea) fu, a quanto pare, fonte di notevoli amarezze per il Botte che si ritenne ingiustamente danneggiato dalle estreme volontà dei genitori. Forse occorre risalire a quel periodo per scor¬ gere le prime avvisaglie del tur 1 a. _ ■ . i- ; i ■ . • « bamento psichico del taciturno e solitario montanaro. Sta di fatto che nel 1955 II Botte, che fino a quel periodo aveva allevato con ogni cura e anche con profitto il proprio bestiame, mutò radicalmente contegno: lasciò bruciare dal sole l'erba nei prati, né si preoccupò di procacciarsi del fieno per 11 bestiame. La voce corse giù fino a Ormea ed un macellalo giunse a offrire centocinquantamila lire per ognuna delle mucche, ottenendo però dal contadino un secco rifiuto. Le povere bestie, legate alla catena nella stalla, morirono una dopo l'altra di consunzione. Fochi mesi dopo, quattro torelli furono sottratti a sicura morte e, presente il brigadiere dei carabinieri, furono venduti sulla piazza di Ormea in una pubblica asta i cui motivi umanitari coprirono abbondantemente le modalità forse non del tutto ortodosse: furono realizzate 240 mila lire, immediatamente consegnate al Botte. Ora, da oltre un mese, il Bótte si rifiuta categoricamente di sfamare 1 propri animali (due mucche da latte, due manzi, un torello e un vitellino), rinchiusi nella stalla. So- mucca è morta ed è stata sepolta presente il veterinario dott. Borello; altre due, forse, non arriveranno neppure a domani. La gente sostiene che il Botte è completamente « toccato» e sono molti coloro che ritengono che il montanaro vuole vendicarsi, con 11 suo comportamento, del presunti torti ricevuti dalla sorella: scomparendo lui ed ogni suo avere, la congiunta non avrebbe più nulla da ereditare. stiene che il fieno è tutto avvelenato e frattanto le povere bestie deperiscono lentamente, lanciando muggiti sempre più fievoli ma ugualmente stra- zianti e tali da stringere » Armando Botte sulla porta della stalla a Cascine (Ormea) ò

Persone citate: Armando Botte, Borello, Fochi

Luoghi citati: Cascine, Ormea