Scoperta una tratta di bianche dalla Sicilia verso l'Inghilterra di Mario Ciriello
Scoperta una tratta di bianche dalla Sicilia verso l'Inghilterra SCOTLAND YARD CONTRO LA MAFIA Scoperta una tratta di bianche dalla Sicilia verso l'Inghilterra L'organizzazione (collegata "all'onorata, società,,) faceva pagare alle sventurate ragazze 150 mila lire per un falso permesso di lavoro - Esse venivano poi sfruttate dai componenti della banda - L'inchiesta d'un giornalista inglese €2 Londra, lunedi mattina. Scotiand Yard e la polizia di Palermo stanno collaborando da qualche mese per sgominare un'organizzazione internazionale, colpevole, così sembra, di avere illegalmente portato donne siciliane in Inghilterra per infoltire le frotte di fanciulle che già battono i marciapiedi della capitale. Come le altre ragazze < importate > dall'estero e soprattutto dalla Francia, anche queste siciliane verrebbero unite in matrimonio, subito dopo il loro arrivo, con un compiacente suddito inglese. Esse acquistano in tal modo nazionalità britannica e possono servire i loro loschi < protettori > senza il rischio di essere espulse dal paese. Il giornale che narra questa mesta storia è il domenicale The People, un cui inviato speciale — certo Ken Gardner — si è recato in Sicilia per trovare conferma alle informazioni raccolte in Inghilterra. Questa conferma — egli scrive — gli è stata data dal dott. Aldo Tandoj, un funzionario della polizia siciliana, di grado elevato, ora ad Agrigento per indagini sull'iniquo traffico. Il dott. Tandoj avrebbe dichiarato al giornalista: < Non sarà facile sconfiggere questa banda. I testimoni sono atterriti e si rifiutano di parlare ». Il « silenzio della paura » — sostiene il giornale — sembra indicare l'esistenza di un nesso fra l'organizzazione e la mafia. Quasi tutte le donne, vittime di questa moderna tratta delle bianche, proverrebbero da zone su cui forte è la signoria dell'i onorata società* e la polizia stessa avrebbe consigliato il giornalista a ■non correre gravi rischi estendendo le sue indagini a taluni villaggi della Sicilia occidentale. La procedura seguita dai negrieri rivela astuzia e perizia. Come è- noto, nessun straniero, può recarsi a lavorare in Inghilterra senza una precisa richiesta da parte di una ditta o di un privato, richiesta che una volta approvata dalle autorità, viene fatta pervenire all'interessato su un modulo chiamato < permesso di lavoro ». Con questo documento — su cui avnarc il nome del richiedente, quello del lavoratore e la descrizione della sua futura attività — l'emigrante ottiene dalla sua questura il passaporto ed ha libero ingresso in Inghilterra. Come primo passo la combriccola anglo-italiana avrebbe dunque falsificato questi permessi, stampando per proprio conto i moduli e attribuendo la richiesta a ditte che veramente esistono e già avevano assunto altro personale italiano. (Il Ministero britannico del Lavoro, non verifica ogni richiesta ed autorizza quasi automaticamente quelle ditte che sa essere grosse importatrici di mano d'opera straniera). Questi falsi permessi — ha detto il dott. Tandoj — vengono poi venduti in Sicilia per 150-110 mila lire. In questo modo gli organizaatori nonsolo si procurano le donne per il turpe commercio, ma compiono un guadagno sfruttando il desiderio che queste disgraziate aovonte hanno di sfuggire alla miseria dei loro villaggi. E' stata l'impronta di un timbro su un permesso di lavoro a suscitare i sospetti della polizia. Il permesso era stato presentato alla questura d'Agrigento da un contadino che l'aveva acquistato per 170 mila lire credendolo genuino, e voleva adesso il passaporto. Un funzionario notò che una parola nel bollo britannico non era scritta correttamente e informò 1 superiori. Ebbero così inizio indagini dalle quali risultò che quel permesso era contraffatto e che parecchi siciliani e slciZiawc (forse centinaia) erano già entrati in Inghilterra con slmili documenti. L'associazione a delinquere ha trovato così proficua la sua atticità, che la vendita dei permessi si è estesa negli ultimi tempi anche a uomini che sinceramente desiderano recarsi in Inghilterra per ragioni di lavoro. Uno di questi è, ad esempio, il contadino cinquantaquattrenne, Giovanni La Corte^ di Cianciana, interrogato dal giornalista inglese. Egli ha ammesso di avere pagato pili di ISO mila lire un < permesso inglese » e ha detto che tutti nella zona sapevano di questo smercio. Sulla base delle informazioni mandate dal suo inviato, la redazione del giornale ha esteso le indagini a Londra ed ha scoperto una delle persone compromesse nella vicenda. E' un canadese di 60 anni, il quale ha detto di avere ottenuto il permesso di lavoro (legalmente, egli afferma) per due ragazze di Palermo, divenute in seguito donne di sciagurati costumi. Mario Ciriello
Persone citate: Aldo Tandoj, Gardner
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