Ucciso nella sua auto dalla fucilata d'un carabiniere

Ucciso nella sua auto dalla fucilata d'un carabiniere IVacpfeo episodio netta notte presso Rreseia Ucciso nella sua auto dalla fucilata d'un carabiniere La vittima è un rappresentante della Società Editrice "Utet „ di Torino Il colpo fatale sarebbe partito accidentalmente dall'arma del milite mentre questi si accingeva a chiedere i documenti ai!'automobilista Dal nòstro corrispondente Brescia, lunedi mattina. L'agente della Società editrice torinese Utet, Domenico Lanciano, di 25 anni, originario di Napoli e residente a Castegnato, è rimasto vittima la notte scorsa di un tragico equivoco ed ha perduto la vita per un colpo d'arma da fuoco partito dal moschetto di un carabiniere, Michele Alfano, di 22 anni, nativo di Lecce, che si trovava in perlustrazione, assieme al maresciallo di Ospitaletto, nelle campagne circostanti il centro di Castegnato in Franciacorta, a pochi chilometri da Brescia. La pattuglia dei carabinieri era in automobile e, giunta al bivio dove sorge la cappella del < Buon ritorno », dedicata un tempo dai carrettieri alla Madonna, scorgeva ferma poco distante una «600». Il maresciallo ordinava al subordinato di avvicinarsi alla vetturetta per chiedere conto al guidatore della sua presenza nel luogo a quell'ora insolita (erano circa le 2,30). Il carabiniere Alfano, avvicinatosi alla macchina, batteva con la nocca delle dita contro un vetro laterale; per tutta risposta (secondo la versione dei carabinieri) la vettura partiva d'improvviso facendo perdere l'equilibrio al milite. Fu a questo punto che dal suo moschetto partiva un colpo: la pallottola si infilava nella lamiera posteriore della « 600 » perforandola, poi raggiungeva alla scapola sinistra il Lanciano e fuorusciva dalla regione cardiaca, frantumando infine il parabrezza e in parte il cruscotto. Il giovane, uscito dalla vettura, stramazzava esanime proprio davanti alla cappella, perdendo copioso sangue. Dev'essere stato creduto morto quasi sul colpo, perché il maresciallo e il carabiniere (che sono inawicinabili perché la autorità ha vietato a chiunque di interrogarli) rientravano subito ad Ospitaletto per avvertire 1 loro superiori. Nel frattempo, secondo informazioni raccolte in paese, i proprietari d'una cascina (uno dei quali si chiama Luigi Panserini, di 31 anni) poco distante dal luogo del fatto, avuta l'impressione che qualcuno insidiasse i loro polli, uscivano in perlustrazione montando una motocicletta, mentre uno di essi si armava di un fucile da caccia Ad un tratto 1 due si imbattevano nel corpo senza vita del Lanciano e nella vetturetta abbandonata. H loro primo pensiero fu quello di raggiungere Ospitaletto per avvisare 1 carabinieri. Questi pare abbiano affermato di essere già al corrente della cosa. I due ripassavano poco dopo dalla cappelletto e con loro grande stupore scoprivano che il corpo del Lanciano era stato spostato in un fossato che scorre ad alcuni metri dal bivio. Sempre secondo informazioni raccolte sul posto, si sa che in casa Lanciano ieri sera c'è stato un festino In onore del carnevale. Il Lanciano abitava in una villetta del plano Ina-Case con la madre, che è insegnante a Brescia e pare sia divisa dal marito, e una sorella. Per l'occasione 1 Lanciano avevano Invitato degli amici di Brescia e del posto. Sembra ohe ad un certo momento la madre del giovane lo abbia invi¬ tato ad accompagnare a casa una signorina del paese; assolta l'incombenza, 11 aLnciano non doveva più far ritorno a casa, vittima come s'è visto, di una tragica fatalità. Per inquadrare 1 fatto è necessario precisare che nella zona di Castegnato da tempo si lamentano frequenti furti di bestiame e di pollame e quindi i carabinieri di Ospitaletto, posti in allarme, sono spesso fuori di pattuglia nella notte. H tragico episodio è caratterizzato da alcuni punti oscuri che l'autorità giudiziaria dovrà chiarire. Per intanto essa si è chiusa nel più assoluto riserbo. sa m.

Persone citate: Domenico Lanciano, Michele Alfano