Ivrea ha applaudito la Mugnaia trionfante su un carro tutto d'oro di Antonio Antonucci

Ivrea ha applaudito la Mugnaia trionfante su un carro tutto d'oro Le feste di Carnevale Ieri nella fase culminante Ivrea ha applaudito la Mugnaia trionfante su un carro tutto d'oro La città bloccata dalla riuscitissima sfilata dei carri allegorici - Distribuiti in piazza cinque quintali di fagioli con duemila salamini e quattro ettolitri di vino - Oggi e domani battaglia delle arance - Tre generali festeggiati nel corteo di Borgofranco DAI. NOSTRO INVIATO Ivrea, lunedì mattina Ieri, Ivrea si è svegliata con addosso una nebbia degna di Londra e sembrava che ce ne fosse per tutto il giorno; viceversa era soltanto una civetteria del sole per salutare all'improvviso lo « storico carnevale » in uno del suoi aspetti più caratteristici, e cioè l'arrivo dela « Mugnaia » alla « fagiolata benefica». Quest'anno Ivrea ha sorvolato sull'antica tradizione, secondo la quale la < Mugnaia > doveva essere scelta tra spose recenti. La nuova Mugnaia signora Mila Fiorentino in Fiocchi, ha già quattro bambini, ma è ben giovane d'aspetto e di vita vibrante. Piccola, un metro e 60, magra, bionda ma energica. Sposa ad un architetto, ama le scienze esatte e quindi la quiete. Sembrerebbe strano ohe sia stata scelta per uccidere ancora una volta il conte di Biandrate, oltreggiatore di Violetta; ma, ci ha detto lei, che se fosse vissuta allora in identiche circostanze, anche lei avrebbe ucciso il masnadiere, e proprio decapitandolo; un'uccisione ragionata, cioè, mentre un colpo di pugnale, anche se mortalissimo, avrebbe potuto aver l'aria di un semplice scatto di nervi. La fagiolata, come si sa, poggia storicamente sull'antica usanza nobiliare di distribuire fagioli ai sudditi in periodo di inverno, quasi atto di beneficenza sublime; in segno di scherno, il popolo li adoperava invece come proiettili di carnevale, come si fa oggi con 1 coriandoli. Venuta la libertà, 11 « fagiolo » che più non avviliva poteva essere considerato, e lo e, come un cibo di buona mensa. Ad Ivrea lo si cuoce all'aperto in capaci marmitte di rame, per circa 2000 scodelle da distribuire gratis (5 quintali), in compagnia di duemila salamini, duemila razioni di cioccolata e di mprmellata, duemila formaggini, quattro ettolitri di vino, 5 quintali di arance e 5 quintali e mezzo di pane. La fagiolata d'Ivrea trova imitazioni anche altrove, ma domani e dopodomani. A Ver- res, Caterina, castellana di Challant, li distribuisce insieme alla polenta anche se la polenta, quando lei era viva, non fosse ancora arrivata in Val d'Aosta né altrove nel vecchio mondo. Mentre Ivrea celebrava la sua fagiolata, a Borgofranco sfilavano tre carnevali insieme, sulla falsariga di quello di Ivrea. Borgo, Olmetto e San Germano facevano pompa di tre generali (Mario Ardissone, Giulio Mussettl, Mario Bottata) teoricamente avversi ma praticamente uniti nella gioia del carnevale e sotto l'egida quest'anno di una sola mugnaia: la signora Inves Fitti (di solito ce ne sono almeno due). Tra 1 vàri carri solenni e allegorici, spiccavano sollevando applausi e risate due spunti comici: un tandem arrugginito per « ferie economiche », mosso da due viaggiatori in zoccoli, e sul manubrio un bariletto di vino con sopra scritto < benzina » ; una vecchia « balilla » a tre marce, a motore nudo, con 1 sedili foderati, si può dire, di soli buchi e di stracci penzolanti, correva furiosamente c in rodaggio» su ruote sbilenche e a zig-zag, tutta coperta di scritte curiose, una delle quali diceva: < Se si ferma, è finita ». La prima sfilata d'Ivrea :-i è svolta nel pomeriggio. La città, che sembrava deserta, si è popolata come per incanto bloccando le strade del percorso per un paio di ore. E questo è niente: il bello sarà oggi e domani, con il lancio delle arance, ieri vietato. Come al solito, il corteo era aperto dalle bandiere dei rioni, seguite dai pifferi e tamburi della banda Cesare (venti in tutto, costo 370 mila lire, più un pranzo e una cena); poi la banda « Bussu e strisciu » di Savona, poi lo stato maggiore con il generale Armanno Ozino e gli c abbà » (dieci bambini a cavallo) e quattro graziose vivandiere (Mariangela Perette Gianna Givone, Maria Grazia Calamari, Rosemarie Wachter) e poi, su un carro d'oro (supposto), trionfante in mezzo ' ad amorini felici e a leo¬ ni accovacciati, la mugnaia signora Flocchi. Pioggia di caramelle, di fiori, di coriandoli variopinti. Poi 1 carri. Imponenti, quest'anno. I < maghi della cartapesta» sono partiti da Viareggio apposta. Abbiamo veduto c Giungla in festa » con la danza degli elefanti; <Allegria» che viene da un altro mondo; le < Belle di Santhià » (carro ospite) ; < Carnevale nella luna » (di miele) ; « Allegro Far West » (a base di baffi, dentiere e pistole enormi); «Forza Ivrea», Lorna di foot-baJl, con un arbitro al quale cade II fischio di mano e dove, come si può arguire dalla presenza di un dado, si spera molto nella fortuna. Chiuderemo l'elenco con « Diavoli in libertà », carro di Mazze, grandissimo e coloritissimo; i diavoli in libertà erano: Satana in persona, cinque donne e un uomo calvo. Abbiamo lasciato fuori per dargli il posto d'onore «Butterfly», riproduzione dei personaggi puccinlani, parte in cartapesta e parte vivi. Butterfly cantava Con disco, ma cantava E che cosa? «Ciao, bambina... ». Antonio Antonucci