Cinque ore tremende su un aereo in avarìa
Cinque ore tremende su un aereo in avarìa Trentatré persone salve permiracolo in America Cinque ore tremende su un aereo in avarìa Ai momento di scendere a terra un carrello non esce Il pilota prolunga il volo per esaurire la benzina e ridurre cosi il pericolo d'incendio • Infine l'apparecchio atterra strisciando al suolo e diventando incandescente Kansas City, lunedi mattina. Il guasto del meccanismo che comanda l'espulsione del carrello d'atterraggio ha fatto vivere al ventotto passeggeri ed al cinque membri d'equipaggio che si trovavano a bordo di un aereo una drammatica avventura conclusasi tuttavia felicemente grazie alla perizia ed al sangue freddo del pilota. Quésti infatti è riuscito ugualmente ad atterrare facendo strisciare sul terreno iì grosso «Super-Constellation» senza che nessuno riportasse ferite. La rischiosa manovra è avvenuta Bulla pista della base aero-navale di Olathe, situata a sud-ovest di Kansas City, alle 16,39 locali di sabato, dopo che per cinque ore il pilota aveva continuato a sorvolare la zona allo scopo di consumare quanto più carburante possibile ed evitare così il pericolò di un incendio nel caso in cui, toccando terra, il quadrimotore si fosse sfasciato. Del guasto all'eiettore del carrello di destra l'equipaggio si era reso conto verso le 11,30 quando il velivolo si apprestava ad atterrare a St. Louis (Missouri). Il comandante decideva di continuare sino a Kansas City, allo scopo di esaurire la benzina e permettere ai suoi compagni di riparare l'inconveniente. Ben presto però l'intento si rivelava impossibile. Ad un certo punto 11 pilota, capitano Schaefer, chiedeva a tutte le donne presenti a bordo di consegnargli i loro rossetti per labbra e cosmetici liquidi per immetterli nel sistema'idraulico del carrello e creare una pressione sufficiente a far funzionare l'espulsore delle ruote. Ma anche questo tentativo tuttavia si concludeva con un insuccesso. Intanto le autorità militari e civili di Kansas City concordavano un piano che consentisse al capitano Schaefer di effettuare un atterraggio d'emergenza di condizioni di relativa sicurezza. Per esso veniva scel ta la base aero-navale di Olathe posta in un'area rurale scarsamente abitata. Là accorrevano gli automezzi anti incendi della base e di Kansas City Alle 16,30 un drammatico colloquio si svolgeva fra l'addetto alla torre di controllo di Olathe e Schaefer, il quale chiedeva l'autorizzazione di atterrare. Ricevuto dalla torre la comunicazione che la « facon ite » era stata cosparsa sulla pista soltanto per una lunghezza di 1300 metri ed una larghezza dì trenta, rispondeva: «Non importa. Ne ho a sufficienza». Interrogato circa il quantitativo- di benzina ancora contenuto nei serbatoi, Schaefer replicava: «Ce n'è più di quanto prevedessi, ma non posso più attendere. Ho un motore che funziona in modo irregolare ». Alle 16,39 il quadrimotore toccava terra mentre il metallo della struttura al contatto con il suolo diventava incandescente sprizzando nembi di scintille. Si è saputo poi che due membri dell'equipaggio, aiutati da un giovane meccanico, John Probey, di 24 anni, che si trovava fra i passeggeri, avevano dovuto lavorare per circa quattro ore allo scopo di far rientrare il carrello di sinistra rimasto bloccato del gelo formatosi su di esso. Alla fine 11 sistema idraulico funzionava dopo che i tre uomini vi ave- Ivano immesso caffè ed acqua 'calda per riscaldarlo. In caso di insuccesso, l'atterraggio sarebbe avvenuto su un carrello solo e quindi in condizioni molto più difficili. Pietro Brown
Persone citate: John Probey, Pietro Brown, Schaefer
Luoghi citati: America, Kansas City, Missouri
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