Il Papa tra gli alunni dell'Università gregoriana di Filippo Pucci

Il Papa tra gli alunni dell'Università gregoriana Festeggiato da 2575 studenti di 74 Paesi Il Papa tra gli alunni dell'Università gregoriana Giovanni XXlil è uscito dal Vaticano per la nona volta - Ha attraversato le vie centrali di Roma con una piccola acorta L'elogio del Pontefice all'istituzione e ai Gesuiti che la governano Città del Vaticano, lun. matt. Con la consueta piccola scorta di agenti motociclisti e con un breve corteo di tre automobili, Papa Giovanni XXIII ha, ieri mattina, attraversato alcune arterie centrali di Roma, come 11 corso Vittorio Emanuele e piazza Venezia, senza che per questo si provocassero prolungate interruzioni del traffico cittadino. Come ha fatto finora, ogni volta che è uscito dal Vaticano, 11 Pontefice si è recato alia Pontificia Università Gregoriana, In piazza della Aliotta, in forma privata, senza alcuna formalità esteriore. .'Sull'abito bianco vestiva però per l'occasione la mozzetta rossa orlata di bianco ermellino e la stola trapunta d'oro, insegne precipue del supremo suo mandato pastorale, e nell'atrio dell'Ateneo erano a riceverlo, con Il Proposito generale della Compagnia di Gesù P. Janssens e con il Rettore Magnifico P. Mufioc De Vega, ben ventuno Cardinali, tutti residenti in Curia. Quando, alle 10,80, Giovanni XXIII ha fatto Ingresso nella sede dell'Università — che costituisce zona extra-terrltoriale e che era presidiata da contingenti della Guardia Svizzera e della Gendarmeria pontificia giunti circa due ore prima in carrozzoni chiusi — i 2675 alunni, provenienti da 510 arcidlocesl e diocesi sparse in tutto 11 mondo, che affollavano l'Aula Magna, hanno intonato il « Christus vlncit ». Tra di- essi erano rappresentate 74 diverse nazionalità, le cui bandiere figuravano nell'atrio dell'Ateneo. Il Papa, percorsa l'aula tra 1 canti e le acclamazioni, si è recato a prendere posto sul grande trono dorato, eretto in posizione dominante sotto l'am. pio baldacchino di velluto cremisi. Il cardinale Plzzardo, nella sua qualità di Gran Cancelliere dell'Università Gregoriana, ha letto un indirizzo di omaggio in lingua latina, al quale Giovanni XXIII ha risposto servendosi anch'egli della lingua ufficiale della Chiesa con dizione chiara e in alcuni punti sottolineata da vivaci gesti del capo e delle mani. « La Pontificia università gregoriana che è circondala in Roma dalla corona degli altri atenei e con essi è unita in nobile emulazione di lavoro — ha detto tra l'altro Giovanni XXIII nel suo discorso — porta il suo validissimo contributo a mostrare e rendere sicura la via che conduce ad una più profonda conoscenza del Salvatore Divino e ad una esposizione delia sua dottrina chiara e adattata al nostri tempi. Sappiamo che gli alunni della Università gregoriana e degli altri Atenei, non solo tendono al raggiungimento di quella meravigliosa armonia che unisce le scienze umane e divine, non solo si sforzano in ogni modo di conseguire le virtù proprie del sacerdozio: purezza illibata di costumi, ( attraente dolcezza, solida ed ardente pietà esemplare; ma anche, come ammoniva nel '400 il grande maestro di ascetica San Lorenzo Giustiniani, primo Patriarca di Venezia e a noi tanto familiare, di guardarsi con umiltà e senza dare ascolto a pensieri e stimoli di ambizione dalla grave imprudenza di trascurare i propri doveri per addossarsi quelli degli altri, di agognare ad alti uffici pastorali, di mendicare con preghiere cariche speciali e fama popolare ». Impartendo poi « una specialissima benedizione » alla Università gregoriana, Giovanni XXIII specificava di voler in essa comprendere particolarmente « 1 gloriosi figli di S. Ignazio che la governano con prudente solerzia, in essa insegnano, che in qualsiasi altro modo cooperano ad un suo sempre nuovo e rigoglioso Incremento », e tutti gli alunni < perché sappiano cpnglungere la sapienza con la scienza, la pietà con la dottrina, cosi quando saranno tornati alle loro patrie ardano e risplendano essi stessi come lampade e diventino validi apostoli». Terminato 11 discorso pontificio, mentre la Schola Cantorum dell'Ateneo sotto la direzione dello stesso autore. Padre Ignazio Prleto, della Compagnia di Gesù, cantavano il salmo 23 e II « Tu es Petrus >, si appressavano al trono 1 professori dee ini di ogni facoltà offrendo al Papa esemplari delle loro dotte pubblicazioni. Poi yiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii era la volta di cinque seminaristi — l'australiano P. Condon, il negro del Congo Belga P. Makenge, 11 lituano P. Bortkevicius, li cinese P. Yan ed il venezuelano P. Esaa — che, quale «omaggio del Continenti», donavano a Giovanni XXIII un calice ed una patena d'oro ed un messale. Infine 11 Papa ammetteva al bacio della mano I più eminenti docenti dell'Ateneo, tra cui erano anche 1 giudici costituzionali Gabrieli e Jaeger. La cerimonia era In tal modo à i conclusa ed 11 Pontefice alle 11,35 risaliva nella sua automobile per fare ritorno al palazzo apostolico. E' stata questa la. nona volta dall'inizio del suo pontificato che Giovanni XXIII esce dal Vaticano e sempre in forma privata. L'ultima volta che un Pontefice si era recato alla Gregoriana risaliva ad una quindicina di anni addietro, allorché Fio XII nel bel mezzo dell'ultima guerra distribuì in essa pacchi di viveri e di indumenti a bambini e profughi. Filippo Pucci Uno studente negro bacia l'anello al Papa durante la visita di Giovanni XXIII all'Università gregoriana (Telefoto) ità l dtti ll

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