Netto successo degli autonomisti (Nenni) nelle votazioni per il Comitato centrale

Netto successo degli autonomisti (Nenni) nelle votazioni per il Comitato centrale I risultati del Congresso socialista dopo quattro giorni di discussioni Netto successo degli autonomisti (Nenni) nelle votazioni per il Comitato centrale La mozione Nonni ho ottenuto 273.271 voti; quella di sinistra (Vecchietti) 153.060; quella cosiddetta di centro (Basso) 40.993 - Gli ottantuno componenti del nuovo Comitato centrale si riuniscono oggi per eleggere «la direzione del partito - Prima di passare alle urne, il leader del p.s.i. ha replicato alle critiche dei suoi avversari - Nuovi accenni alle elezioni ed alla politica estera DAL NOSTRO INVIATO Napoli, lunedi mattina. Il XXXIII Congresso del parUto socialista italiano si è concluso, secondo le previsioni, con la conquista da parte di Pietro Nenni della maggioranza assoluta nel nuovo Comitato centrale. Secondo cifre ufficiali, la mozione autonomista di Nenni ha ottenuto S73.S71 voti, contro i 153.060 di quella della sinistra e i 40.933 di quella di Basso. In percentuale, Nenni ha ottenuto il 58,30 % circa dei voti; la sinistra il 32,65; Basso l'8,73. Quasi ventimila voti che prima del Congresso erano andati a mozioni locali, si sono così distribuii fra le tre mozioni principali, seimila a Nen- ni, diecimila alla sinistra, quattromila a Basso. Con il risultato di stanotte, Nenni conquista 47 degli 81 seggi del Comitato centrale, contro 27 della sinistra e 7 di Basso. Come si ricorderà, il Comitato centrale uscente era composto da 40 della sinistra, «7 di Nenni, 14 di Basso. Terminata questa votazione esclusivamente numerica, ognuna delle tre correnti ha tenuto riunioni separate, per desi gnare i nomi dèi rispettivi rappresentanti nel nuovo Comitato centrale, ohe si riunirà per la prima volta oggi pomeriggio a Napoli. Più, che i testi delle tre mozioni, le repliche dei tre capi corrente avevano permesso ieri mattina una chiara messa a fuoco dei rispettivi punti di vista. Vecchietti per primo aveva ripetuto gli attacchi deila sinistra all'atteggiamento assunto da Nenni nei confronti di tutte le grandi forze politiche, definendolo uno sterile « splendido isolamento*; aveva definita erronea) la tesi del segretario generale del partito per una cooperazione con i comunisti limitata a singoli casi in campo amministrativo e sindacale; assurda la speranza di Lombardi di portare le masse comuniste dentro o sulle posizioni del p.s.i.; pericolosa l'attesa di De Martino, e di tutti gli autonomisti, di una' evoluzione delle forze cattoliche. Per Vecchietti è ineluttabile, oggi come ieri, la marcia convergente dèi socialisti con i comunisti, pur con un'autonomia di giudizio che .comporta facoltà di critica come di consenso. Con perfetta analogia, l'Unione Sovietica, anche se non più, considerata Stato guida, non può non essere difesa da ogni socialista perché — secando il giudizio. dell'oratore — «ssa rappresenterebbe, specie ' dopo il XX^ congrèsso, Vantirimperialismo e l'anti-colonialiàmo, Questo atteggiamento verso i comunisti è stato nuovamente bollato corno frontista dall'altro leader di minoranza, Lelio Basso, il quale non si è però di chiarato soddisfatto nemmeno di quello < troppo limitato » di Nenni. Egli ha invece preso atto dell'impegno — < valido almeno fino al prossimo congresso e cioè per due anni > — a chiudere a destra contro la d.c. e a cercare il ricupero di lavoratori cattolici non attraverso a e l a e a a e intese, ma attraverso la lotta aperta contro la democrazia cristiana. Basso ha annunciato Ufficialmente che il problema di un suo accordo con Nenni doveva considerarsi risolto negativamente: < Dicono che in quindici anni mi sono ormai allenato nell'arte di perder.e; a conclusione di questo congresso, voglio invitare io la maggioranza a saper vincere ». fn un'atmosfera serena — come sempre, in queste quattro giornate di dibattito — Nenni esordisce reagendo con questa testuale affermazione alle accuse di avere preparato al partito uno splendido isolamento: € Sono profondamente convinto di avere proceduto alla più. larga apertura possibile verso tutti coloro che vogliono un rinnovamento democratico nel nostro Paese. Abbiamo chiuso vèrso la d.c: ma quando mai avevamo aperto t Reagendo a una tendenza infantile di considerare uniformi le forze politiche, ci eravamo sempre limitati ad auspicare il prevalere nella d.c. delle forze operaiecontadine e a favorire l'affiorare delle diversità fra le due componenti. « Abbiamo chiuso verso il p. s. d. i.: ma non oggi. L'aveVamo fatto subito dopo il congresso socialdemocratico di Milano, quando ponemmo il problema dell'unità invitando tutti i socialisti a raggiungerci nel p.s.i. € Abbiamo, infine, chiuso verso il p.c.i. Ci siamo limitati a ribadire in forma più impegnativa quanto decideremo a • Venezia e cioè che, nelle condizioni politiche venute a crearsi, non ravvisiamo più la opportunità di un'alleanza politica d'avanti ai grandi problemi della lotta per il potere e per il tipo di Stato che vogliamo creare. Non è una novità. Siamo alla vigilia del trentottesimo anniversario del congresso di Livorno (uscita del comunisti dal partito socialista): in trentotto anni, le differenze non sono sparite, la storia non ha annullato i caratteri distintivi, ma li ha ripresentati con maggior vigore ». Tutto ciò per Nenni significa il contrario di isolamento, significa apertura verso tutte le forze popolari del Paese, sblocco di una situazione politica che non può restare cristallizzata in perpetuo, avanzata dalle forze socialiste. « Ma tutto ciò — egli dichiara — * possibile a patto che noi assumiamo le nostre responsabilità democratiche, che noi garantiamo la democraticità del nostro metodo e del nostro fine. E' la grande occasione che non sapemmo o non potemmo cogliere nel dopoguerra, quando alle forze che attendevano di venire con noi non sapemmo offrire una nostra caratterizzazione dottrinaria e ideologica. Oggi questa caratterizzazione, il partito socialista ce l'ha». Ecco quindi Nenni toccare — e ci sembra con minor cautela che nel discorso di apertura — il tema della possibilità di nuove elezioni, un pun to sul quale gli oratori di minoranza si sono mostrati nettamente contrari: c Perché tanta paura per un semplice accenno f Paura deve esserciin coloro che dovrebbero pr sentarsi davanti all'elettorato, dopo aver dato prova della loro incapacità a governare il Paese ». Jn materia internazionale, il segretario del partito è stato breve: <Per la nostra-posizione si è parlato di " equidistanza" che è un concetto astratto che serve a nulla in concreto. Non si può essere equidistanti davanti a proble- mi pratici come, a esempio, il Medio Oriente o la Germania. Noi ci limitiamo, invece, a non identificare la posizione del nostro partito con quella di nessun blocco, né del blocco occidentale né del blocco sovietico ». Davanti a un congresso stanco dopo quattro giornate di discussioni di politica pura, Nenni ha auspicato che in futuro non si debba sempre passare tutto il tempo a discutere sulla linea del partito, che si possa parlare di più dei problemi pratici, delle industrie, delle campagne, dei giovani. Per ora se ne occuperà attivamente il nuovo comitato centrale. E a proposito dei nuovi organismi direttivi e- dell'appello rivolto alla maggioranza dalle minoranze, Nenni ha avuto parole amare per la - campagna condotta contro di lui in periodo precongressuale con c ipocriti processi alle intensioni >. Poi, l'invito a dimenticare il passato, l'appello alla collaborazione di tutti nel superiore interesse del partito: e l'applauso caldo e affettuoso dei delegati a Pietro Nenni conLcZude il XXXIII congresso del partito socialista italiano, Nel pomeriggio, prima di passare alle votazioni, una mozione tendente a stabilire che anche rappresentanti della minoranza debbano far parte del la nuova Direzione che sarà eletta dal nuovo Comitato centrale incontra l'opposizione della maggioranza e suscita vivaci contrasti in sala; alla fine, i presentatori ritirano il documento rimettendosi alle decisioni che prenderà oggi il nuovo Comitato centrale. - Giovanni Giovannini state cosi grossolanamente travisate e date alla stampa come un'intervista. Ciò che mi displace, in modo particolare, è che si sia creata l'impressione che io ed altri esponenti del partito laburista vogliamo interferire nella politica italiana, offrendo pubblicamente consigli al P.s.i. circa l'opportunità di entrare a far parte del governo. Come sempre, è nelle precise intenzioni di mr. Gaitskell che il partito laburista non interferisca In nessun modo nella politica interna Italiana ed io stesso condivido in pieno il punto di vista del capo del mio partito ». L'on. Nenni in una pausa del congresso dèi p.s.i. a Napoli

Luoghi citati: Germania, Livorno, Medio Oriente, Milano, Napoli, Unione Sovietica, Venezia