/ Milli

/ Milli / Milli , Lo chiamano tutti Billi, ormai da tanti anni che quasi non ricordo più il suo lungo nome aristocratico. Billi è diventato simile a un cane; nel viso che gli si è stranamente allungato, come gli cadesse in avanti,- è nel modo di camminare sembra stia per mettere a terra anche le mani. Il vestito che indossa, vuoto intorno al corpo, e tenuto dalle spalle ed è marrone, color cane. Da anni — quanti ormai? — Billi aspetta il cibo davanti alla trattoria della strada elegante, Custodisce le automobili e quando i clienti, finito di mangiare, se ne vanno, gli danno cento lire. Ecco -un'automobile che si è fermata': Billi .cprre col • passo saltellante, posa a terra solo; la punta dei piedi e le braccia: lunghe pendono verso terra davanti a lui; una smorfia di sorrìso gif allarga la bocca: forse questa volta saranno duecento lire. L'automobile è grande e dallo sportello che Billi tiene aperto esce una signora' vestita di bianco con le spalle nude e abbronzate; l'oro della collana e degli - orecchini, se lei cadesse in acqua, la tirerebbe in fondo. Billi si china di più verso terra, allarga il sorriso soddisfatto e servile ma lontano, distaccato, come non vedesse. Non serve vedere: forse duecento lire, ma forse anche cinquanta, il sorriso è lo stesso. Billi ha capito tutto, sa tutto; da anni ormai non si stupisce più di nulla. E' forse questo che l'ha reso tanto simile a un cane. E cadrà, con le lunghe braccia perdute dentro le maniche della giacca, sempre più in avanti, finché davvero le sue lunghe mani scure toccheranno terra. Un tempo — era giovane allora — dritto ed elegante godeva con gioia infantile di tutti i piaceri che le cose sanno dare, senza stupirsene, come ora. . Ha conservato le mani pulite, il denaro non fa fare i calli e non annerisce le dita, è denaro di signori che siedono a mangiare bene: si sentono anche nella strada gli odori dei cibi. Pollo arrosto, fritto di scampi, carne ai ferri. Questa sera l'odore del pollo è più forte nell'aria appesantita dal vento di scirocco, un vento caldo che solleva la polvere fino alla cima degli alberi e li scuote ne! tronco. Qualcuno non finirà la poi;ione di pollo; forse la signora con l'abito bian' co lo assaggerà appena. Certo ci tiene alla vita di vespa stretta nella cintura alta fino ai seni, e noii vorrà .'ngrassarc. A Billi l'ala piace di pia, e la carne vicina all'osso ha più sapore. La signora mangerà solo un poco di petto. Billi sorride senza alzare gli occhi, senza aprire le labbra : abbassa solo di più la testa e la faccia gli si arriccia di rughe. Con uno scatto del braccio si porta la mano alla tempia per lisciarsi i capelli, più chiari del suo vestito, ma sullo stesso tono, perfettamente spazzolati, lucidi di brillantina. Il cameriere gli ha regalato la brillantina : quello alto con gli occhi chiari, Stefano, che ha la ragazza commessa nel negozio di profumi. La spazzola è invece un regalo della portinaia del palazzo dove Billi dorme in una camera sotto al tetto : glicl'ha regalata l'anno che le si era ammalato il bambino e Billi restava a vegliarlo mentre la portinaia saliva dalla signora del terzo piano a fare le faccende. Billi stava bene vicino a Luigi, dimenticava le automobili ferme davanti alla trattoria e le cento lire che non avrebbe avuto. Vicino al letto del bambino, nella camera calda, gli venivano in mente tante storie da raccontare: se ci ripensa non le sa più, non sa come gli venissero in mente. Doveva essere perché si era affezionato a Luigi. Tanto che ■ gli sarebbe piaciuto prendersi lui il male: avere lui la tosse. Ai grandi fa certo meno male che ai bambini tossire; hanno, i grandi, i polmoni più robusti e più fiato e sanno tirare fuori il catarro. Invece Luigi non era capace e c'erano dei momenti che il catarro pareva lo volesse soffocare. Ma adesso sta bene: è robusto e scende in strada a giocare col pallone. Billi dimentica le automobili per correre a riprenderglielo: quasi non deve chinarsi tanto le sue mani sono vicine a terra. E il bambino ride e giocano insieme e poi Billi gli dà cento lire perché Luigi vada dal gelataio all'angolo. A Billi non servono i denari: il vestito, anche se ha tanti anni, è ancora nuovo e il cibo glielo danno nella trattoria. Ecco un'altra automobile: è un signore zoppo, Billi lo aiuta a scendere, gli chiude lo sportello, lo segue tenendo le mani rialzate verso la schiena dell'uomo come potesse reggerlo e aiutarlo a camminare fino ai tavoli. Ormai la fila delle auto è lunga, c'è un buon pezzetto di Strada da fare per arrivare davanti alla trattoria, al tavolo dove Billi si ferma e poi subito entra saltellando a chiamare Stefano; c'è un nuovo cliente. Poi ritorna sull'uscio, si ferma sodI disfatto scodinzolando e guarda h strada; è tutto a posto, tutto l in ordine. Billi abbassa gli occhi al tavolo lì a destra, alla signora vestita'di bianco con le spalle nude. La signora sta prendendo dal piatto con la forchetta l'ala del pollo, butta a terra,, l'ala dicendo: «Micio, mangia. Hai visto, Giorgio, ,che bel gattino? Ora gli do anche il petto, è più tenero ».. Per un attimo Billi sente la bocca che gli si riempie di saliva e un mugolìo di fame gli gorgoglia in gola: alza la mano a lisciarsi i capelli sulla tempia, lascia ricadere la mano davanti al suo corpo perduto nel vestito. Si è fermata un'altra automobile. « Non importa, l'ha avuta il gatto —■ mugola Billi — ci sarà dell'altro per me ». Il mugolìo gli si rompe in gola mentre saltella verso l'automobile. Apre, lo sportello, aspetta che scendano lui e lei; lei è giovane e ride. Billi richiude lo sportello, solleva ' la manica che si accartoccia di pieghe, si passa la lunga mano scura sui. capelli, a lisciarli sulla tempia. Lea Quaretti Seguaci di Fldel Castro'cUnagli uomini della rivoluzione ggggjjg g*g Filippo Gagliardi, "ro del VoaomMla„

Persone citate: Filippo Gagliardi, Lea Quaretti Seguaci, Milli