I colonialisti minacciano di ribellarsi a De Gaulle

I colonialisti minacciano di ribellarsi a De Gaulle I colonialisti minacciano di ribellarsi a De Gaulle Vorrebbero che la politica del generale [osse improntata ai loro interessi (Dal nostro corrispondente) Parigi, 28 marzo. Un nuovo « 13 maggio » viene organizzato dai colonialisti di Algeri, diretto questa volta centro il gen. De Gaulle, così come l'anno scorso si svolse per portare il gen. De Gaulle al potere. Ormai non si può parlare soltanto di malumori, ma preparativi insurrezionali che gli estremisti non nascondono più, ed anzi annunziano minacciosamente, in una aperta sfida al presidente della Repubblica. Ahmed Djebbour, un arabo al servizio dei colonialisti, eletto deputato di Algeri nelle cir lcfdzspMitfcucostanze che tutti sanno, lojha dichiarato in una conferen- za-stampa tenuta nella sede dell'Associazione Algerie Fran- caise. «Il 13 maggio prossimoIha detto — duecentomila persone affermeranno di nuovo, ed in maniera solenne, la personalità francese dell'Algeria. Se sapremo rimanere uniti, De Gaulle dirà finalmente la parola "integrazione". Sarà obbligato a cedere, perché l'esercito francese non può ritornare indietro ». Il deputato ha anche annunziato che, alla ripresa parlamentare, i 66 eletti in Algeria presenteranno al Governo una serie di interrogazioni scritte. « Chiederemo una udienza al gen. De Gaulle — ha dichiarato. — Gli diremo quattro verità ». Ad Algeri, il solo raggruppamento politico che ha pubblicato un commento favorevole al Capo dello Stato è l'U.n.r. (Unione per la nuova Repubblica), tutti gli altri si sono manifestati in aperta ribellione. Così, per esempio, il m.p 13 (Movimento popolare del 13 maggio) ha diffuso un comunicato in cui si dichiara solidale con Pierre Lagaillarde, lo studente con la barba rossa che l'anno scorso guidò gli estremisti all'assalto della residenza francese. Il Movimento universitario per il mantenimento della sovranità francese in Algeria ha affermato « il suo disaccordo fondamentale sulle prospettive della politica preconizzata in Algeria dal Capo dello Stato». Queste agitazioni non sembrano limitate ad un ristretto numero di attivisti, ma ispirate piuttosto dagli ambienti colonialisti, che hanno enormi interessi economici da difendere. Non bisogna infatti dimenticare che i colonialisti di Algeri sono quasi tutti ex-petainisti, sostenitori della collaborazione con i tedeschi durante la guerra, e, perciò, nemici del capo della Francia libera. L'anno scorso avevano creduto di poter sfruttare il prestigio, di Charles De Gaulle per imporre la propria politica, ma l'atteggiamento del generale, che ha rispettato l'impegno di farsi arbitro fra I partiti, li ha delusi, ed ora preparano soluzioni di tipo schiettamente fascista. Significativa a questo proposito è l'affermazione del Movimento universitario per il mantenimento della sovranità francese in Algeria: «Affermare — si legge nel suo comunicato — che il suffragio universale è un mezzo per tut ti gli, algerini, oggi e domani, per esprimere la loro volontà politica equivale a dire che ad ogni elezione il destino politico dell'Algeria potrebbe essere rimesso in causa». Questa esplosione di estre jmjsmo inquieta naturalmente l'opinione pubblica, perché, co me osserva stasera Le Monde, «si trova ricostituita ad AlgeIri l'unione delle forze di quel la destra algerina che erano state disperse con Io scioglimento dei Comitati di salute pubblica ». La situazione non è però allarmante come l'anno scorso, perché lo Stato ha ora mezzi di difesa che mancavano alla Quarta Repubblica. 8. V.

Persone citate: Ahmed Djebbour, Charles De Gaulle, De Gaulle, Pierre Lagaillarde