Una «mano rossa » ucciderebbe in Germania chi procura armi ai ribelli del Nord Africa

Una «mano rossa » ucciderebbe in Germania chi procura armi ai ribelli del Nord Africa UivelaxionS del settimanale tedesco " Der SSpieggel,, Una «mano rossa » ucciderebbe in Germania chi procura armi ai ribelli del Nord Africa Secondo la rivista di Amburgo, la società segreta è finanziata da francesi d'estrema destra, residenti in Algeria • Una bomba ad orologeria negli uffici d'un commerciante Carica d'esplosivo, collegata al tubo di scappamento, nella Mercedes d'un trafficante r l i o e n a i a d r r a ri o e e rs- (Dal nostro corrispondente) Bonn, 28 marzo. La « mano rossa ». un'organizzazione terroristica manovrata da « colonialisti francesi », sta eliminando uno per uno i trafficanti d'armi tedeschi che dalla Repubblica Federale inviano continui rifornimenti ai ribelli algerini. Cinque sono stati gli attentati compititi finora da agenti della « mano rossa » nella Germania occidentale e ultimo in ordine di tempo fu quello contro il trafficante tedesco d'armi Georg Puchert, alias < capitano Morris », ucciso il 3 sco so a Francoforte con una carica di esplosivo posta sotto la sua automobile. Queste rivelazioni sul misterioso attentato di Francoforte e sull'attività della «mano rossa» vengono pubblicate ora dalla rirista di Amburgo Der sMabelmAnctnvafgSpiegel, che dedica un ampio i servizio alla fine del capitano Morris. Il primo dei cinque attentati risale al 28 settembre del 1956, allorché fu fatta esplodere una bomba a orologeria negli uffici del commerciante d'armi Schlilter, ad Amburgo, e si deve al caso se non vi furono vittime. Il secondo attentato, sempre diretto contro lo Schlilter, avvenne il 3 giugno del 1957: quella volta -renne fatta saltare in aria la macchina del commerciante e restò uccisa nell'attentato sua madre: lo Schlilter invece se la cavò con lievi ferite. Il 1° ottobre scorso saltò in aria nelle acque del porto di Amburgo il piroscafo tedesco Atlas, che trasportava di solito armi per i ribelli algerini: il 5 novembre del 1958 mgfiinfinc i terroristi della t mano\rossa» spararono contro i>ai-\gerino Ahcenc, di fronte al-\l'ambasciata di Tunisi a Bad\Godesberg: Alicene, che provvedeva anche lui armi ai ribelli d'Algeria, fu ferito alla testa da due colpi di pistola. Il 3 marzo scorso, l'ultimo attentato della serie: gli agenti della tmano rossa» ponevano una carica di tritolo sotto la Mercedes del « capitano Morris » in una strada di Francoforte. e e Il € capitano Morris», che\sapeva di essere sorvegliato,\era solito, per ragioni di pru- j denza, chiudere la sua macchina in un garage. Quella sera invece, sentendosi poco bene e volendo rientrare presto in casa, lasciò l'auto per strada, parcheggiandola però a qualche centinaio di metri dalla sua abitazione: pensava che in quella maniera i suoi nemici non avrebbero scoper to la macchina. I sicari inve-ce assicurarono la carica ditritolo sotto la Mercedes <" corrispondenza della poltrona del guidatore. L'esplosione sarebbe stata provocata da uno <strappo» determinato dalla caduta d'un peso di piombo sistemato sul tubo di scappamento: non appena la vittima mise in moto l'automobile, il tubo di scappamento cominciò difatti a vibrare, facendo cadere il peso di piombo. Nella macchina devastata dalla forte esplosione il capitano Morris restava gravemente ferito ddecedendo di lì a poco. Un macabro particolare della tragica scena: il corpo del trafficante cadde inerte sul volan- \ te, azionando il clacson, che continuò a suonare per parecchi minuti finché non arrivò la polizia. Il « capitano Morris » sapeva a quali risc7ii andasse incontro continuando a vendere armi ai ribelli. Gli uomini della <mano rossa» lo avevano già ammonito qualche mese prima. Avvicinato in una strada di Francoforte da due agenti dell'organizzazione, uno dei quali si presentò col nome di « Fedro », venne invitato a desistere dalla sua attività. In cambio gli sarebbero stati concessi protezione e ampio risar- <>™entq finanziario per i suoi mancati affari. < Fedro» par'ava al scapitano Morrts» tenendo la canna della pistola appoggiata alla schiena ■ del trafficante e questi, per prudenza, simulò di accettare la proposta fissando un nuovo incontro di li a una settimana. Il giorno successivo invece il « capitano Morris » partì per Bonn, dove chiese aiuto a un'organizzazione clandestina di ribelli algerini. Risaputo il fatto, la « mano gqsmRcPaRmplmtpnCrossa» prese allora a minacciai'* n trafficante sempre con l'intento di fargli sospendere l'attività. Minacciarono fra l'altro di rapirgli la figlia Marina, una graziosa diciassettenne che viveva a quel tempo a Tangeri. Di conseguenza il <cap'tano Morris» chiamò subito la figlia in Germania ponendo anch'essa sotto la protezione dei ribelli. Ora secondo la rivista d'Am- burg0) n (Capitano Morris \sarehbe soltanto la prìma vit /jma d'uno < Hsfa «era df /ab bn'eanri e di trafficanti d'armi tedeschi da rendere quanto prima inoffensivi ». Der Spiegel ne riporta anche i nomi e gli indirizzi: due di essi vivono a Bad Godesberg. L'attività della <mano rossa», tendente come s'è detto a tagliare i rifornimenti d'armi per i ribelli d'Algeri, ha messo in allarme le autorità di Bonn, che si sarebbero già rivolte a quelle francesi. i_ m. c. IIllllllIIIIIIIIIIItllllllllllllllSIIIlllllISlllllItlllIlll

Persone citate: Atlas, Georg Puchert