Il custode dell'orfanotrofio di Asti si uccide dopo aver massacrato l'economa e un'impiegata

Il custode dell'orfanotrofio di Asti si uccide dopo aver massacrato l'economa e un'impiegata Sanguinoso dramma in un corridoio dell'Istituto Vittorio Alfieri Il custode dell'orfanotrofio di Asti si uccide dopo aver massacrato l'economa e un'impiegata Le due donne sono sorelle e nubili - Gravissime le loro condizioni - Due mesi fa ricevettero una medaglia d'oro per la dedizione agli orfani - Il portinaio le ha attese armato di martello e lima • Compiuto lo scempio si è gettato da una torre - Ingiustificati rancori all'origine della tragedia (Dal nostro corrispondente) Asti, 25 marzo. Due inziane sorelle, impiegale presso l'orfanotrofio maschile « Vittorio Alfieri » di Asti, sono state ridotte in fin di vita dal portinaio dell'istituto, che ha infierito su di esse a colpi di lima e martello sul capo. Subito dopo l'aggressore si è tolta la vita buttandosi dalla torre annessa all'edificio e sfracellandosi al suolo. Il feritore-suicida è il cinquantasettenne Secondo Mondin, nativo di Udine, da due anni portinaio dell'orfanotrofio. Le sue vittime sono le sorelle Emma ed Adele Tergano, rispettivamente di cinquantotto e sessant'anni, abitanti nell'interno dell'istituto. La tragedia è avvenuta alle ore 17,15, in un corridoio. Per qualche momento la scena selvaggia è stata osservata da una testimone: la lavandaia Delfina Settanino di cinquantacinque anni, accorsa alle grida delle due sorelle. Certa¬ mente l'uomo, ha. agito in un momento di forsennata pazzia, dopo aver a lungo covato il rancore contro le due sorelle. L'orfanotrofio, dove si sono svolti {sanguinosi fatti di oggi, venne fondato una quarantina di anni fa. Esso sorge in un grande e moderno fabbricato in corso SS Aprile, quasi di fronte alla caserma degli agenti di pubblica sicurezza. Ospita attualmente sessanta ragazzi dai .tei ai diciott'an- ni, senza genitori, che vengono educati ed avviati a una professione. Li assiste 'in corpo di insegnanti laici diretti da un sacerdote. Ne presiede l'amministrazione un Consiglio nominato da enti cittadini. Le due sorelle Terzana sono alle dipendenze dell'crfanotrofio da cinque anni: Adele è economa, Emma è aìdetta alla lavanderia e al guardaroba. Entrambe nubili, alloggiano in una camera il secondo piano dell'edifici». Sono sempre state affaccendate nel loro lavoro tutto il giorno e si sono distinte sempre per la loro attività a favore dell'orfanotrofio, tanto eh? il Consiglio di Amministrazione presieduto dal rag. Vittorio Marchia, due mesi fa, nel corso di una apposita cerimonia, consegnava ad entrambe una medaglia d'oro in segno di riconoscimento ■per <■ ^servizi lesi all'istituto e ai suoi giovanissimi ospiti. Il Mondin fino a due anni fa lavorava corre operaio in una azienda commerciale di Asti. Poi, colpito da artrosi alla spina dorsale, non potendo più sottoporsi a pesanti lavori, era riuscito ad ottenere il posto di portinaio dell'orfanotrofio, con la concessione di un appartamento per sé e per la moglie. Oggi alle sedici le sorelle Terzano erano uscite dall'edificio per motivi riguardanti i loro incarichi. Un'ora dopo rientravano. Dei sessanta ospiti dell'istituto, parte erano al lavoro in fabbriche o laboratori artigiani della città, dove la direzione dell'istituto li ha collocati; gli altri più giovani erano andati a casa dai parenti per le feste pasquali. Soltanto una decina si trovavano nell'edificio in una sala posta al primo piano, per assistere col loro direttore don Ceol alla trasmissione televisiva per i ragazzi. A pochi metri di distanza, al piano superiore, mentre i giovani inconsapevoli seguivano la trasmissione, avveniva la tragedia. Il custode Secondo Mandin deve aver premeditato l'aggressione ed infatti alle 17 è stato visto camminare al secondo piano dove aveva nulla da fare, tenendo in mano un grosso martello e una lima. Egli sapeva che Emma e Adele Terzano hanno la loro camera in quel corridoio ed evidentemente attendeva il loro arrivo. Si è scagliato su di osse proprio mentre stavano per aprire la porta e le ha colpite ripetutamente al capo. Alle urla di aiuto delle due Terzano, la lavandaia signora Sattanino, che si trovava al primo piano, è accorsa nel corridoio del piano superiore e ha visto con raccapriccio il Mandin continuare a percuotere con le due mani, con la luna e con U martello, ora Vuna ora l'altra delle due sorelle che perdevano abbondante sangue dal capo. < Ho avuto paura — confessa la Sattanino — era scatenato come il diavolo, temevo che ammazzasse anche me>. La donna, spaventata, è corsa a chiedere aiuto al piano inferiore. Purtroppo mentre si dava l'allarme alla vicina caserma della polizia, il Mondin completava il dramma. Lasciate le sue due vittime, stese a terra nei loro vestiti da festa imbrattati del sangue che continuava a sgorgare dalle ferite, e buttati sul pavimento martello e lima, l'uomo è andato sul solaio. D\ qui si è portato su un terrazzino e si è lanciato nel vialetto di fronte al corso SS Aprile.. Dopo un volo di circa venti metri si è sfracillato su di un marciapiede. Dalla caserma di P. 8. sono giunti prontamente il brigadiere Domenico Gaietta e l'agente Giuseppe Taverna i quali, avvertiti anche da un passante che aveva visto t gesto del suicida, cercavano di soccorrere il Mondin. Questi era già cadavere Corsi nell'interno essi trovavano al secondo piano le due vittime Con due autoamhulan zi-.della (?•<"• Vfrdt Emma f Adele Teiz.no venivano tro¬ sportate in tutta fretta all'ospedale. n medico di guardia faceva subito portare le sventurate in sala operatoria. La più grave risultava essere Emma, che ha riportato lo sfondamento della teca cranica e la commozione cerebrale. I sanitari, dopo il primo intervento d'urgenza, ne ordinavano il trasporto a Torino, al reparto neuro-chirurgico delle Molinette dove la sventurata è stata sottoposta ad atto operatorio. Sua sorella Adele si trova ancora qui ad Asti; ha riportato vaste ferite alla regione frontale e la commozione cerebrale, per cui la prognosi è nservatissima. Nell'orfanotrofio pochi minuti dopo il dramma, sono giunti il Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Catrambone e il commissario di P. S. dottor Franchini. Il magistrato dopo le prime constatazioni ordinava che il cadavere del Mandin, venisse rimosso e portato neUa camera mortuaria del cimitero. Intanto nello stesso istituto e precisamente nella sala della televisione i ragazzi, che non sapevano nulla (il direttore era stato avvertito con discrezione) seguivano la trasmissione. . Il custode Mandin nutriva un sordo violento rancore verso le due sorelle Terzano. Queste lo avrebbero redarguito più volte per lavori male eseguili e l'uomo che soffriva di mania di persecuzione, credeva che lo odiassero. Con alcuni dipendenti dell'orfanotrofio, alcuni giorni fa il Mandin si sarebbe lamentato dicendo una frase che allora parve oscura, ma oggi fin troppo chiara: « Un giorno o l'altro a quelle due darò una lezione >. Oggi, prima che le due Terzano uscissero a fare spese per conto dell'orfanotrofio, pare che il Mandin abbia avuto una ultima disputa con Adele, cioè con l'economa. Al momento del dramma era assente la moglie del custode, recatasi da un dentista. Stasera non è ancora rientrata all'orfanotrofio e non si sa dove si trovi. Si presume che, tornando alla sua portineria, sia stata avvisata da qualche conoscente di quanto era accadu to all'istituto e si sia quindi rifugiata presso amici o parenti. In città dove i protagonisti sono assai conosciuti, specialmente le due torcile ohe godono di larga stima, stasera non si parlava d'altro. Sono anche corse voci false o per lo meno inesatte. Si diceva per esempio che l'ultima lite, causa immediata della tragedia, fosse stata per un piatto di carne. Il Mandin ai-rebbe confrontata la sua povera cena con quella più abbondante dell'economa e si sarebbe infuriato, ma questo non è vero, anche perché il dramma è esploso poco dopo le 17, ossia due ore prima della rena a. m. Le due impiegate dell'orfanotrofio ridotte in fin di vita: Emma e Adele Terzano IIIIIIIIIIIIIIIIIllllIlllllllIlllllllllIIIIIilIllllllllllllIIIlllIllllllllllIlllillllllllIlllllIIItlllllillllllllllllllllllllllllllllllllllllItlllItlllllllIIIIIIIllMllllIlllllU ll feritore suicida: Secondo Mandin, di 57 anni

Luoghi citati: Asti, Torino, Udine