Omicidio colposo: è l'accusa a Dalla Verde per la tragica morte della mondana milanese

Omicidio colposo: è l'accusa a Dalla Verde per la tragica morte della mondana milanese Il verbale di denuncia contro l'ingegnere presentato ieri dalla polizia alla magistratura Omicidio colposo: è l'accusa a Dalla Verde per la tragica morte della mondana milanese Gli vengono pure contestati i reati di atti immorali e oltraggio a pubblico ufficiale: le sue smanie in questura erano volontarie, non frutto di follìa Non si esclude che possa avere la libertà provvisoria a breve scadenza e intanto la bimba di Paola Del Bono viene ricoverata nel brefotrofio (Dal nostro inviato «pedale) Milano, 25 marzo. All'ing. Roberto Dalla Verde sono stati contestati oggi tre reati: omicidio colposo, atti osceni in luogo pubblico e oltraggio a pubblico ufficiale. I primi due sono in relazione alla morte di Paola Del Bono, il terzo è una conseguenza delle sue intemperanze in questura. Oggi pomeriggio il capo della Mobile, dott. Nardone, ha completato il rapporto riguardante il Dalla Verde e l'ha trasmesso alla Procura della Repubblica. Sulla scorta della confessione resa lunedì sera al procuratore capo della Repubblica dott. Spagnuolo, la polizia ha ritenuto di avere sufficienti elementi di prova contro il Dalla Verde per denunciarlo all'autorità giudiziaria quale colpevole di tre distinti reati. Omicidio colposo in quanto col suo comportamento determinò per colpa, cioè per atto non volontario, la morte di Paola Del Bono. Atti osceni in luogo pubblico per quello che egli, secondo le sue stesse ammissioni, compì in macchina con la ragazza. Oltraggio a pubblico ufficiale per le ingiurie e gli atti di violenza rivólti ai funzionari e sottufficiali di polizia che lo interrogarono nei ci.ique giorni di permanenza in questura, durante i quali egli simulò la pazzia. Tale reato gli è stato contestato appunto essendo risultato che la pazzia era simulata. A titolo di generica indicazione per chi non è profondo conoscitore del Codice penale, va detto che le pene a cui l'ing. Dalla Verde potrà essere condannato variano da 6 mesi a 5 anni per l'omicidio colposo; da 3 mesi a 3 anni per gli atti osceni; e da 6 mesi a S anni per l'oltraggio. Cioè, se riconosciuto colpevole di tutti e tre, la condanna potrà andare da un minimo di 15 mesi ad un massimo di 10 anni. Naturalmente salvo l'applicazione di eventuali circostanze attenuanti o aggravanti, che potrebbero diminuire o aumentare, in un senso o nell'altro, tali estremi. All'ing. Dalla Verde non è stato contestato nel rapporto della polizia il reato di omissione di soccorso, che potrebbe essere legato all'omicidio colposo analogamente a quanto avviene per l'automobilista che investe e fugge, abbandonando a se stessa la vittima. Tale appunto potrebbe tuttavia essere fatto dal magistrato, se dalla istruttoria risultasse una specijica responsabilità dell'ingegnere. Dalla Procura della Repubblica non è stato preso alcun provvedimento in relazione al rapporto pervenutole dalla polizia. Il rapporto è giunto mentre perdura lo stato d'arresto del Dalla Verde, conseguente all'ordine già impartito dal Procuratore della Repubblica che subito dopo la confessione ne dispose il trusferimeniù in carceree il ricovero in infermeria. Vien fatto rilevare che i reati configurati non comportano, nemmeno per il più grave di essi, l'obbligo del mandato d. cattura, e che il Dalla Verde si presentò alla polizia oltre i limiti di flagranza di reato. Per\ Iconseguenza la detenzione non< . * . .. potrà essere mantenuta se noni in base a un ordine d. cattura da parte dell'autorità giudizia-\ria. Potrebbe allora diventare operante l'istanza di scarcerazione presentata ieri mattina, con la formula « allo stato degli atti », dal difensore avvocato Bovio. Proprio stasera alle SS è scaduto il termine di sette giorni delio stato di fermo concessi dall'autorità giudiziaria alla polizia. A tale ora non risultava che la Procura della Repubblica avesse notificato un mandato di cattura all'ing. Dalla Verde all'infermeria del carcere. E' possibile tuttavia che tale atto venga compiuto domattina, e sembra di potersi escludere che' l'autorità giudiziaria lasci trascorrere il termine di sette giorni, oltre il quale l'arresto preventivo dev'essere seguito dalla scarcerazione o reso illimitato dal mandato di cattura. Prevedendo logicamente che il magistrato provveda tempestivamente alla emissione del mandato di cattura, l'avv. Giovanni Bovio si ripromette di chiedere fra qualche giorno la libertà provvisoria per il Dalla Verde. Lo farà cioè dopo aver ottenuto un colloquio con il suo patrocinato, per poter precisare i motivi sui quali fondare la sua richiesta. Oggi il dott. Spagnuolo ha ordinato al prof. Cavallazzi di procedere ad un esame tossicologico dei visceri di Paola Del Bono, già prelevati dalla salma durante l'autopsia. L'esame dovrà infatti stabilire se il malore di cui la sera del dramma fu colta la Del Bono e il suo stato emotivo abbiano avuto origine dall'ingestione di stupefacenti. Se ne può trarre la conseguenza che il risultato di tale perizia influirà decisamente sull'attendibilità "della ricostruzione dei fatti compiuta dal Dalla Verde, il quale ha escluso assolutamente l'uso di droghe. La perizia dovrà anche stabilire se, in re lozione ad una istanza della parte civile, sia ammissibile la sussistenza o meno d'una presunta colluttazione avvenuta iti macchina fra il Dalla Verde e la Del Bono, ai fini di prospettare l'intenzionalità nella morte, e quindi una più grave responsabilità dell'accusato. Da tale provvedimento peritale, il cui esito non potrà essere conosciuto che fra qualche mese, si può dedurre che l'istruttoria, già iniziata col rito sommario, proseguirà con rito formale. Gli avvocati Clllario e De Morsico, che hanno assunto la parte civile per conto della madre e della figlia di Paola Del Bono, rispettivamente Maria « Ave, presenteranno al \ dott. Spagnuolo un n.emoria-le che conterrà le loro varie argomentazioni accusatorie. Essi sostengono che al Dalla Verde debba ester contestato il reato di cmicidio volontario, poiché la morte è avvenuta per deliberata volontà dell'accusato. In subordine affermano che egli debba essere imputato di omicidio preterintenzionale, configurando l'evento come una conseguenza diretta dell'illecito comportamento del Dalla Verde nei confronti delta Del Bono. E cioè le sue pretese avrebbero provocato l'opposizione della donna, egli si sarebbe infuriato strappandole di dosso i vestiti, la Del Bono ne rimase atterrita al punto da averne un malore; quando si riprese, continuando la scena di violenza del suo compagno, la donna atterrita fuggì di macchina (o ne fu scacciata) e cadde nella roggia, dove, forse per una sopravvenuta congestione, annegò in poco più di mezzo metro d'ac- Iqua. Se Paola Del Bono fosse < . , „ , stata soccorsa, afferma la i „ : f* Sarfhe T ° \a°™l° * Ave è una bimba di sei anni, gracile e di salute molto deli cata; e naturalmente non sa nulla della sciagurata vita che conduceva la madre. Non sa ancora che non ha più la madre, E' nata da un uomo che fu un grande amore di Paola, la quale di lui non ha mai voluto rivelare il nome. La figlia costituiva il suo unico e vero affetto. A lei provvedeva largamente, e appunto per le sue condizioni di salute la teneva presso una famiglia di contadini in « 11111111111J LI ! I(111111f 111 i M111 [i IL 11111f S JI ! 1 sBrianza, assicurandole larga¬ mente vitto nutriente e appropriate cure mediche. Era terrorizzata dal timore che la piccola Ave si ammalasse come lei di tbc, il male che aveva con tratto vari anni fa, e- che fra continue ricadute l'aveva fatta sfiorire precocemente, Paola Del Bono aveva cominciato giovanissima la sua amara esistenza. Quando sua madre Maria seppe su quale china si era avviata la figlia, intervenne' con energia; ma ormai Paola era preda d'un ingranaggio dal quale non poteva più staccarsi, Guadagnava molto. Sulle trentamila lire il giorno, affermano le sue compagne. Gran parte del suo guadagno andava all'uomo con il quale conviveva, e che è denunciato per sfruttamento: disponevano di un buon alloggio e anche d'una macchina. Ma ad Ave non mancava ciò che occorreva alla sua piccola vita di bimba bisognosa di cure. Quando Maria seppe della fine fatta da Paola, volle con sé la nipotino, nel suo poverissimo abbaino di via delle Leghe 19, dove vive con la modesta pensione di ex-operaia e con il suo lavoro di domestica a ore. Tramite l'avv. Cillario chiese subito al giù dice tutelare che la bambina le venisse affidata. Il giudice intanto ne ha disposto il ricovero nel brefotrofio, dove ò stata accolta proprio oggi. Se, dalle indagini ordinate, risulterà al magistrato che la nonna offrirà garanzie dal punto di vista morale, affettivo ed economico, deciderà di affidarla a lei. Giuseppe Farad 11! E11111L111 ! Ii IJ11rMS1111111 ! 1111111111[111 ! 11 ] i11 IIiIa Gli avvocati di Parte Civile, Cillarlo e De Marsloo, durante il sopraluogo alla tragica roggia fi Milano (Tel.) UIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII1IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIU

Luoghi citati: Ave, Milano